Produzioni ininterrotte al Festival di letteratura del lavoro
BERGAMO\ aise\ - Dal 4 ottobre al 1° novembre 2024 torna Produzioni Ininterrotte, il festival di letteratura del lavoro ospitato a Crespi d’Adda, villaggio operaio Unesco in provincia di Bergamo, luogo simbolo del lavoro, borgo tutt’ora abitato e sito di turismo industriale tra i più visitati in Italia.
Il festival, giunto alla sesta edizione, propone diciassette appuntamenti ad ingresso gratuito – incontri con autori e autrici, talk e performance - ospitati all’Unesco Visitor Centre di corso Alessandro Manzoni 18 a Crespi d’Adda. Gli incontri mettono al centro il tema del lavoro, affrontandolo dal punto di vista artistico, storico e culturale, attraverso sguardi al femminile e offrendo al pubblico uno spaccato sul mondo della produzione, dell’imprenditorialità e su tutto ciò che il lavoro è capace di costruire, influenzare e ispirare.
Il lavoro, tessera fondamentale della nascita del villaggio operaio sorto sulle rive dell’Adda per volontà di Benigno Crespi nel 1878 attorno al grande cotonificio, viene declinato nelle sue molteplici letture: si parla di lavoro nel mondo femminile, autrici e giornaliste presentano libri che affrontano temi legati al lavoro con uno sguardo inedito o, ancora, luoghi di lavoro, fabbriche e vie del villaggio operaio fanno da sfondo ai loro romanzi o racconti. Si affronta il tema del patrimonio industriale come elemento da salvaguardare, si parla di lavoro tra passato e futuro, tra computer e mondo digitale o, ancora, con storie del territorio orobico che hanno saputo imporsi nel mondo produttivo superando i confini locali. Focus quindi sul lavoro tra memoria, attualità e futuro. Lavoro come motore di cultura materiale e immateriale, capace di identificare un territorio, la sua unicità ma anche il suo valore universale e fonte di ispirazione per emozionanti storie e racconti.
“Credo”, spiega Giorgio Ravasio, curatore del Festival Produzioni Ininterrotte e presidente dell’Associazione Crespi d’Adda, “che sia necessario oggi più che mai riportare la cultura del lavoro al centro del dibattito quotidiano. Ci dimentichiamo troppo spesso che la sopraffazione lavorativa è un tema attualissimo e ci scandalizziamo soltanto quando la cronaca ci evidenzia il caso eclatante, la discriminazione, la morte bianca violenta. La quotidianità del caporalato, del lavoro nero, dello sfruttamento, dell’abuso fisico o verbale risulta invisibile a chi non la vive. Ecco, credo che promuovere una cultura diversa, sviluppare sensibilità, parlarne, serva a far emergere dall’oblio e riavvicinarci a un tema che considero una malattia inaccettabile. Farlo a Crespi d’Adda ha un significato amplificante. Da qui, dove si sono consumate generazioni di lavoratori che, al tempo, non possedevano diritti, dobbiamo ripartire perché oggi i diritti esistono e devono essere riconosciuti, con forza, determinazione e ferma intolleranza contro chi li usurpa”.
IL FESTIVAL IN PILLOLE
La sesta edizione di Produzioni Ininterrotte, organizzato dall’Associazione Crespi d’Adda con il contributo della Regione Lombardia e della Provincia di Bergamo, prende il via con il filosofo Enzo Galbiati e il ciclo di incontri Donna, vita, libertà, un tema sviluppato in 3 incontri, il 4, l’11 ottobre alle 21 e sabato 26 alle 10.30 per illustrare, tra l’altro, il pensiero di alcune delle filosofe più importanti del XX e XXI secolo; Ignazio Ravasi, il 5 ottobre alle 21 presenta il suo libro La caduta dell’Occidente (Kimerik, 2024), una riflessione sul mondo contemporaneo, mentre domenica 6, alle 15 lo storico locale Giampiero Valoti racconta nell’incontro Una fabbrica e il suo paese la storia della filatura di cotone Crespi & C. a Nembro (Bg). A seguire, alle 17, Ettore Ruggiero spiega Il turismo industriale, titolo del suo ultimo libro edito da Franco Angeli nel 2024, mentre Percettività, donna, lavoro è la performance presentata sabato 12 alle 15 dall’artista Elena Cologni a cui segue, alle 17, l’incontro con il fotografo Davide Comotti che porta a Produzioni Ininterrotte il suo progetto fotografico Identità Perdute, una visione personale del cimitero di Crespi D’Adda con alcune riflessioni sul tema della memoria, del ricordo e dell’oblio. Domenica 13 ottobre alle 15 è ospite del Festival la scrittrice Elena Liguori, che sceglie Crespi d’Adda e la grande fabbrica per ambientare un delitto: siamo nel 1906 e Luci dell’alba (T-Essere, 2024) è il titolo del suo romanzo. Alle 17 si tornare a parlare di Patrimoni culturali nella tavola rotonda condotta da Renato Lavarini, laureato in Filosofia e specializzato in Scienza delle Comunicazioni che dal 2013 ha coordinato la candidatura di “Ivrea città industriale del XX secolo” a sito Patrimonio Mondiale UNESCO e dal 2018 ne coordina la gestione. Uno sguardo femminile sulla finanza e sul tema soldi è quello della giornalista Annalisa Monfreda che con la presentazione di Quali soldi fanno la felicità? (Feltrinelli, 2024) è protagonista di Produzioni Ininterrotte domenica 20 ottobre alle 11, mentre alle 16 la scrittrice Gisella Laterza è a Crespi d’Adda con il suo libro per bambini, ma non solo, La fabbrica delle storie (T-Essere, 2024). Venerdì 25 alle 21 Gastone Garziera, pioniere dell’informatica che ha contribuito, in Olivetti, allo sviluppo del primo personal computer al mondo e Pierdamiano Airoldi, imprenditore specializzato nella “digital transformation” per persone e imprese, appassionato collezionista del mondo informatico, in Computer stories. Da Crespi d’Adda al mondo accompagneranno il pubblico in un viaggio tra passato al futuro, tra curiosità sui primi computer e il mondo digitale in continua evoluzione. Lo scrittore, saggista, vincitore di numerosi premi letterari e appassionato studioso della stagione del boom economico Giuseppe Lupo presenta, invece, sabato 26 alle 17 il suo lavoro La modernità malintesa (Marsilio, 2023), ripercorrendo storici snodi e fenomeni della storia italiana. Domenica 27 ottobre è la volta della giornalista e filosofa Marilena Lualdi con L’ultimo dei faustè (Progetto Cultura, 2024): la storia di due solitudini, un viaggio nell’impresa di oggi, le sue sfide, i suoi drammi, i suoi momenti lievi. Alle 16 con I liberali a Bergamo (Fondazione per la Storia Economica e Sociale a Bergamo, 2024) incontriamo Ivano Sonzogni, studioso di importanti figure delle classi dirigenti bergamasche dal ‘700 ad oggi e più recentemente di associazionismo politico ed economico. Gli appuntamenti del Festival si chiudono venerdì 1 novembre con La favola del villaggio Cespi (opera inedita) con Giuseppe Galbiati che racconta l’opera di Francesco Bonfanti, un poeta operaio crespese scomparso nel 2020, che, traendo spunto dalla storia vera del Villaggio di Crespi d’Adda, ha traslato di 150 anni gli eventi con fantasia e una sua particolare visione onirica del mondo. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito e sono ospitati all'Unesco Visitor Centre di corso Alessandro Manzoni 18 a Crespi d'Adda.
ANCHE TOUR LETTERARI NELL’AMBITO DEL FESTIVAL E LA SEZIONE FUORI CRESPI
Quest’anno in occasione del Festival Produzioni Ininterrotte si potrà partecipare anche a tour letterari, organizzati anche fuori Crespi d’Adda, per rivivere storie e luoghi di archeologia industriale del territorio bergamasco raccontati nei romanzi e saggi di noti autori e autrici. Le pagine di Bombe sulla città di Achille Rastelli (Ugo Mursia Editore, 2004) sono la traccia per visitare i rifugi antiaerei di Ponte San Pietro, quelle di Al di qua del fiume di Alessandra Selmi (Nord, 2022) e quelle di Luci dell’alba di Elena Liguori (T-Essere, 2024) per percorrere le vie di Crespi d’Adda, visitare la sua Centrale Idroelettrica o la fabbrica cotonificio. Tute blu di Andrea Sangiovanni (Donzelli, 2006) guida il tour nella città operaia di Dalmine e nei suoi bunker antiaerei. Infine luoghi meno conosciuti delle Mura Venete di Bergamo Alta diventano luoghi da scoprire nel weekend di Halloween guidati dalle pagine di Le Mura di Bergamo Alta di AA.VV. Per maggiori info, date e prenotazioni dei tour letterari www.tourletterari.it. La sezione del festival Produzioni Ininterrotte Fuori Crespi prevede appuntamenti con autori e talk dal 18 ottobre al 19 dicembre organizzati, appunto, fuori Crespi d’Adda, nella provincia bergamasca, milanese e bresciana. Occasioni per approfondire il tema del lavoro con incontri in luoghi finora inediti per il Festival.
LA LOCANDINA DI PRODUZIONI ININTERROTTE 2024: L’INGEGNERE GIOVANNI RINALDI, FONDATORE DELL’ARCHIVIO STORICO DI CRESPI D’ADDA
È una fotografia dell’ingegnere Giovanni Rinaldi, scomparso nel 2020 a 98 anni, l’immagine scelta per la locandina del Festival 2024. È a lui che si deve la realizzazione dell’archivio storico del borgo operaio Patrimonio Unesco. Dopo trent’anni di lavoro nel grande cotonificio, l’ingegnere ha iniziato a raccogliere oggetti e documenti riguardanti la fabbrica e la sua storia: disegni tecnici, libri contabili, lastre di vetro fotografiche, buste paga, campioni di tessuto e addirittura parti arrugginite del cancello. Il materiale catalogato fu conservato nello stabilimento e utilizzato da studenti, storici e studiosi per poi essere spostato nel 2003 nelle ex scuole elementari del villaggio dopo la chiusura definitiva della fabbrica. Oggi il prezioso archivio è di proprietà del Comune di Capriate ed è conservato all’Unesco Visitor Center del paese ed è gestito dall’Associazione Crespi d’Adda. Fanno parte dell’archivio più di 1000 documenti, 250 registri e quasi 800 lastre di vetro fotografiche, memoria della storia del cotonificio e del villaggio dal 1877 agli anni ’50 del secolo scorso.
IL VILLAGGIO OPERAIO DI CRESPI D’ADDA. IL LUOGO DEL FESTIVAL
Il villaggio operaio di Crespi d’Adda, oggi è il secondo sito industriale più visitato in Italia è stato fondato intorno allo stabilimento che ospitò, in origine, il Cotonificio Benigno Crespi, da Cristoforo Benigno Crespi nel 1878. Venne completato dal figlio Silvio Benigno, verso la fine degli anni Trenta del Novecento. È collocato in prossimità del fiume Adda, proprio sul confine tra le provincie di Milano e Bergamo, nella quale è incluso facendo parte del Comune di Capriate San Gervasio. Crespi d’Adda rappresenta un esempio eccezionale di città industriale tutt’ora abitato e perfettamente conservata ed è principalmente per questa ragione che venne inserita, nel 1995, nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
L’impianto regolare delle strade e la sua fisionomia urbanistica permette di individuare in modo chiaro tutti gli edifici che formano il paese, composto, oltre che dalla fabbrica e dalle abitazioni, anche da strutture sociali, un tempo a uso pubblico, come il lavatoio, il dopolavoro, l’albergo, il piccolo ospedale, la scuola, il teatro, la chiesa, i bagni pubblici con piscina, il cimitero.
Dopo essere stato chiuso definitivamente nel 2003, vandalizzato e depredato per un decennio, lo stabilimento è stato acquistato, nel 2013, dall’imprenditore bergamasco Antonio Percassi con l’idea di farne la sede operativa delle proprie aziende nonché un campus dell'innovazione e dell'arte aperto ad altri partners, con museo e zone espositive accessibili al pubblico
Il punto centrale della esperienza di interpretazione e conoscenza del luogo è l’UNESCO VISITOR CENTRE, sito nell’edificio delle Scuole Asilo S.T.I., in corso Alessandro Manzoni 18, in cui è presente oltre alla biglietteria e il punto informazioni, il nuovo Museo Partecipato, l’Archivio Storico, il Bookshop e le Aule Laboratoriali. (aise)