“Tina Modotti. L’arte della rivolta” in mostra a Montreal

MONTREAL\ aise\ - Con una grande mostra, allestita nei rispettivi spazi espositivi a Montreal, l’Istituto Culturale del Messico e l’Istituto Italiano di Cultura rendono omaggio a Tina Modotti, fotografa e attivista politica italiana naturalizzata messicana.
“Tina Modotti. L’arte della rivolta” è il titolo dell’esposizione che, aperta al pubblico il 29 maggio, sarà allestita sino all’8 agosto con ingresso libero.
La vita di Tina Modotti (Udine, Italia, 1896 – Città del Messico, 1942) ha attraversato i grandi momenti storici e artistici dei primi del Novecento, dall’emigrazione europea in America alla guerra civile spagnola, passando per il cinema muto, i movimenti rivoluzionari messicani, l’arte dei murales, l’emancipazione femminile e le divisioni ideologiche del periodo successivo alla Rivoluzione russa.
Formatasi sotto la guida di Edward Weston, Tina Modotti sviluppò rapidamente un suo stile personale che coniugava formalismo e impegno sociale. Dopo essere emigrata dall’Italia negli Stati Uniti, si stabilì in Messico, dove entrò a far parte della scena artistica post-rivoluzionaria partecipando attivamente alla rinascita culturale del parse.
Figura di spicco della fotografia degli anni venti, Tina Modotti ha utilizzato la fotografia per denunciare le condizioni di vita dei poveri, con un’attenzione particolare alla rappresentazione delle donne messicane, costruendo così un nuovo immaginario attorno a loro.
Militando nel Partito Comunista Messicano, conobbe intorno al 1927 Pandurang Khankhoje, ingegnere agronomo e rivoluzionario che, dopo lo shock vissuto durante la carestia in India, lottava per la giustizia sociale. Collaborò con lui e documentò con le sue fotografie le sue ricerche agricole e botaniche; alcune di queste immagini sono esposte per la prima volta in Canada all’Istituto Culturale del Messico.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Fototeca Nazionale messicana e l’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico e allestita nelle gallerie delle due istituzioni culturali di Montréal, ripercorre la carriera di un’artista che ha segnato la storia della fotografia mondiale e in particolare messicana. (aise)