“Di getto e di conio. Armando Giuffredi medaglista”: a Traversetolo la prima esposizione a carattere monografico dell’artista

Armando Giuffredi, Bagnanti, medaglia coniata, 1976 (part.)

PARMA\ aise\ - Dal 25 ottobre scorso e sino al 4 aprile 2026, il Museo Renato Brozzi a Traversetolo, in provincia di Parma, ospita una mostra dedicata all’attività di medaglista dello scultore Armando Giuffredi (Montecchio Emilia, 1909 - 1986), che lo stesso Brozzi ebbe come caro amico e stimò molto come artista.
L’esposizione “Di getto e di conio. Armando Giuffredi medaglista” è promossa dal museo e dal Comune di Traversetolo, con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, Comune di Montecchio Emilia e Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma e con la collaborazione del Liceo artistico statale Paolo Toschi di Parma.
Curata da Roberto Cobianchi, con l’ausilio del figlio dell’artista stesso, Augusto Giuffredi, che ha messo a disposizione le opere, la mostra presenta per la prima volta con carattere monografico un aspetto fondamentale dell’opera dello scultore Armando Giuffredi: le medaglie e le targhette. Per quasi cinquant’anni, infatti, l’artista si dedicò sistematicamente alla realizzazione di medaglie e targhette; la mostra di Traversetolo offre uno spaccato di questo consistente lavoro artistico nel suo sviluppo stilistico, inquadrandolo nel più ampio contesto dell’arte della medaglia nei decenni centrali del Novecento.
Nativo di Montecchio Emilia, Giuffredi si perfezionò nell’arte della medaglia frequentando la Scuola della Medaglia della Zecca di Stato di Roma dal 1935 al 1938.
Negli anni romani, la crescita intellettuale di Giuffredi si alimentò degli stimoli offerti dall’avanguardia artistica della cosiddetta Scuola di via Cavour, e di Scipione in particolare, che di quell’ambiente fu il vero protagonista. La routine romana di Giuffredi venne però drammaticamente sconvolta dall’entrata in guerra dell’Italia e, a fine ‘42, dal richiamo alle armi. Terminato il conflitto lo scultore lasciò Roma per ristabilirsi definitivamente a Montecchio Emilia, dove la sua vita prese un corso pacato ma estremamente produttivo, in cui l’insegnamento all’Istituto d’Arte di Reggio Emilia ebbe una parte non secondaria.
Insieme alla scultura monumentale, la medaglistica fu per quasi cinquant’anni il campo di ricerca in cui Giuffredi si applicò con maggiore impegno e la mostra, con opere provenienti dall’archivio Giuffredi, ripercorre nel suo sviluppo stilistico questa significativa parte del lavoro dell’artista.
Il catalogo che accompagna l’esposizione, con saggi di Roberto Cobianchi, Augusto Giuffredi, Anna Mavilla, curatrice onoraria del museo Renato Brozzi, e Rosa Maria Villani, responsabile dei Progetti tecnici artistici speciali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, inserisce per la prima volta l’opera di Giuffredi nel più ampio contesto dell’arte della medaglia nei decenni centrali del Novecento, senza trascurare lo specialismo tecnico di tale produzione. (aise)