“Identità oltre confine”: a Vilnius il dialogo tra essere umano e natura nelle opere della Collezione Farnesina

VILNIUS\ aise\ - Per festeggiare i 25 anni della sua Collezione d’arte contemporanea, che raccoglie opere di tutto rilievo dell’arte italiana dagli anni Cinquanta ad oggi, la Farnesina promuove una grande mostra itinerante per l’Europa.
Dopo l’esordio a Berlino, il progetto espositivo “Identità Oltre Confine”, a cura di Benedetta Carpi De Resmini, giunge alla sua seconda tappa. La mostra inaugurerà il 23 settembre alle ore 18.30 presso l’Istituto Italiano di Cultura di Vilnius, dove sarà esposta sino al 3 novembre.
La capitale lituana è stata scelta come sede simbolica per rappresentare il Nord Europa, segnato negli ultimi trent’anni da profonde trasformazioni politiche, culturali e sociali. La Lituania, in particolare, si pone come crocevia di memorie e prospettive: qui la costruzione dell’identità nazionale dialoga costantemente con una riflessione critica sul passato. Vilnius, con la sua vivace scena artistica e la ricca stratificazione storica, offre il contesto ideale per indagare le tensioni e le continuità tra memoria e futuro. In questo quadro, la mostra mira a stimolare un dialogo aperto sulle dinamiche di transizione identitaria, valorizzando l’intersezione tra arte, politica e trasformazione collettiva.
La curatrice Benedetta Carpi De Resmini affronta le questioni dell’identità e della coesistenza in un’epoca attraversata da tensioni globali, crisi ambientali, processi di globalizzazione e fratture sociali e culturali. Al centro della riflessione curatoriale, il desiderio di promuovere un nuovo sguardo sul mondo naturale, riconsiderando il ruolo dell’essere umano in relazione al pianeta e alle altre forme viventi, oltre le dinamiche di potere e dominio. L’arte, in questo contesto, si propone come strumento di consapevolezza e trasformazione. Attraverso un dialogo tra generazioni di artiste e artisti, la mostra si struttura come uno spazio plurale, dove linguaggi eterogenei si intrecciano per costruire narrazioni alternative.
Il percorso si apre con Fibonacci (1975) di Mario Merz, opera simbolica di un pensiero che supera i confini identitari, in favore di un approccio globale e interculturale.
La mostra si articola poi in tre nuclei tematici: Radici di resistenza, Ecologie instabili, Geografie del distacco, che mettono in relazione esperienze artistiche differenti, stimolando un confronto tra pratiche, generazioni e territori.
In Radici di resistenza, le opere di Tomaso Binga, Ketty La Rocca, Maria Lai, Elisa Montessori e Carla Accardi si confrontano con quelle di Silvia Giambrone, Marinella Senatore, Loredana Di Lillo ed Elena Bellantoni, ponendo l’accento sul corpo, sul linguaggio e sulle dinamiche di potere e autodeterminazione.
La sezione Geografie del distacco accoglie i lavori di Gea Casolaro, Agnese Purgatorio, Sarah Ciracì, Rä di Martino, Marta Roberti e Paola Gandolfi, in una riflessione condivisa sulle fratture e i cambiamenti in atto a livello sociale, culturale e ambientale.
Infine, Ecologie instabili raccoglie le opere di Letizia Battaglia, Silvia Camporesi, Martina della Valle, Elena Mazzi e Laura Pugno: un invito a interrogare il rapporto tra essere umano e natura, sottolineando la responsabilità collettiva e la necessità di immaginare nuovi modelli di coesistenza. La mostra si configura così come un dispositivo dinamico, capace di attivare visioni critiche, nuove narrazioni e un dialogo profondo con il presente.
La tappa lituana di “Identità Oltre Confine” offre un’importante occasione per valorizzare il linguaggio video, attraverso una selezione di opere in movimento realizzate da artiste della Collezione Farnesina.
In dialogo con la XV Biennale di Kaunas, che quest’anno esplora la fluidità del tempo storico e le sue transizioni, il 18 settembre, nell’ambito dell’Italian Art Week, sarà proposto uno screening video presso la Kaunas Artist House come evento collaterale.
Alla presenza dell’ambasciatore Emanuele de Maigret, della curatrice Benedetta Carpi De Resmini e di alcune delle artiste coinvolte, saranno presentati i lavori di Elena Bellantoni, Silvia Camporesi, Gea Casolaro, Sarah Ciracì, Paola Gandolfi, Elena Mazzi, Laura Pugno e Agnese Purgatorio. Attraverso il linguaggio video, queste artiste affrontano le intersezioni tra esperienze personali e trasformazioni globali – geopolitiche, ambientali e culturali – offrendo prospettive eterogenee che spaziano dalla resistenza femminista alla consapevolezza ecologica. Le opere in programma indagano il corpo come spazio di tensione, vulnerabilità e resilienza, invitando il pubblico a ripensare i confini, fisici e simbolici, e a immaginare nuove forme di coesistenza.
La mostra sarà inaugurata il 23 settembre con un evento speciale che animerà la serata di apertura. Per l’occasione, sulla facciata del cortile dell’Istituto Italiano di Cultura sarà proiettata l’opera video Like an Ocean With Its Waves… (2017) di Sarah Ciracì, presente all’evento. Il lavoro, basato su una ripresa aerea del mare, mostra il moto delle onde che, sovrapponendosi, generano campi di interferenza da cui emergono visioni molteplici e stratificate. Il vento che increspa la superficie acquatica diventa così metafora della mente in continuo movimento, delle immagini che la attraversano e della loro trasformazione incessante, invitando a riflettere sull’intreccio profondo tra individuo e mondo. La serata vedrà inoltre la presentazione della performance It Takes Two di Silvia Giambrone: un alternarsi di voci che leggono un testo originale dell’artista, nato da una riflessione sull’ambiguità del linguaggio. L’opera esplora la natura porosa e sfumata della parola, capace di delimitare confini ma anche di aprire orizzonti inediti. Attraverso questo dispositivo performativo, Giambrone attribuisce al linguaggio un valore quasi metafisico, capace di trascendere il visibile e di attivare una dimensione intima e spirituale.
L’esposizione, come ogni nuova tappa di questo tour, avrà degli interventi e delle opere diverse. A Vilnius ci sarà l’opera video Trebbiatori Celesti dell’artista Sarah Ciracì da cui è tratto lo still fotografico presente in Collezione, che l’artista ha restaurato per l’occasione. A corollario dell’opera video The Fox and the Wolf: struggle for power (2014) di Elena Bellantoni, saranno esposte per la prima volta le due maschere del Lupo e della Volpe utilizzate dai ballerini di tango nella performance video. Oltre al gioco di forza, presente nell’opera, anche le maschere si sfidano in un gioco di potere, incarnando il dualismo tra i sessi e le tensioni tra natura e cultura.
Come per Berlino ci sarà una poesia visiva di Tomaso Binga, che anche in questo caso è stata selezionata in relazione al contesto locale. Per questa tappa è stata scelta Io sono Ecologica (1987). L’opera viene allestita su parete e accompagnata dalla lettura sonora dell’artista, fruibile in cuffia, con traduzione in lituano. La poesia, in cui si intrecciano corpo, linguaggio e politica, può essere letta come una forma di resistenza. In un paese che ha conosciuto occupazioni, resistenze e ricostruzioni, il corpo ecologico della poesia di Binga risuona con le storie di radicamento e identità del popolo lituano. In sintesi, "Io sono Ecologica" nella cornice lituana si offre come un atto poetico di affermazione di sé attraverso il corpo e la terra. Un gesto critico, ironico e femminile, che invita a riscoprire la vulnerabilità come forma di forza e condizione per nuove forme di coesistenza.
L’esposizione presentata all’Istituto Italiano di Cultura a Vilnius stabilisce anche un interessante dialogo artistico con la mostra Arte in Ambasciata: Italia Contemporanea a Vilnius, attualmente allestita presso l’Ambasciata, che mira a promuovere l'arte contemporanea italiana in Lituania con una selezione di 45 opere di 42 maestri dagli anni Cinquanta a oggi. (aise)