“Identità oltre confine”: la Collezione Farnesina‌ festeggia 25 anni a Berlino, Vilnius e Malta

ROMA\ aise\ - Per festeggiare i 25 anni della sua Collezione d’arte contemporanea, che raccoglie opere di tutto rilievo dell’arte italiana dagli anni Cinquanta ad oggi, la Farnesina promuove una grande mostra itinerante per l’Europa.
Il progetto espositivo, intitolato “Identità oltre confine” e curato da Benedetta Carpi De Resmini, esplora il rapporto tra essere umano e natura, indagando i concetti di identità, conflitto e coesistenza in un contesto segnato da crisi ambientali, globalizzazione e trasformazioni sociali.
Promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il progetto si articola in tre mostre realizzate in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura di Berlino, Vilnius e La Valletta.
“Identità oltre confine”, spiega Marco Maria Cerbo, capo dell’Unità per il coordinamento degli Istituti Italiani di Cultura, “racchiude molti degli elementi essenziali della diplomazia culturale: la circuitazione in luoghi importanti dello scenario internazionale, il valore delle sinergie con i partner del comparto culturale, la promozione all’estero di artisti italiani anche emergenti, che si concretizza grazie alla rete diplomatico-culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale”.
La scelta curatoriale si concentra sulle artiste presenti nella Collezione Farnesina. “Le opere presenti in mostra”, evidenzia la curatrice Benedetta Carpi De Resmini, “non sono state selezionate in base al genere, bensì individuate a seguito di un’analisi approfondita della Collezione Farnesina, condotta nel quadro della tematica che avevo scelto di affrontare inizialmente. Da tale analisi è emerso come questi argomenti siano affrontati prevalentemente da artiste donne. Il focus nasce dalla consapevolezza del legame profondo e simbolico che storicamente unisce le donne alla natura. Tradizionalmente associate alla fertilità, alla cura e alla Madre Terra, le donne offrono una prospettiva sensibile e critica sui temi della sostenibilità, della crisi ecologica e dell’identità”.
Le opere selezionate riflettono quindi non solo la relazione tra essere umano e ambiente, ma anche la posizione della donna nel discorso contemporaneo su rigenerazione, ecologia e giustizia sociale. In un momento di crescente urgenza planetaria, “Identità oltre confine” propone l’arte come strumento di consapevolezza e cambiamento.
Le opere in mostra offrono prospettive molteplici: da visioni intime e personali del rapporto con la natura, a potenti critiche delle politiche estrattive e delle dinamiche di potere globali. In questo dialogo tra arte, natura e società, si apre la possibilità di una nuova narrazione, fondata non più sul dominio, ma su una coesistenza armoniosa e rispettosa dei cicli vitali del pianeta.
Il percorso espositivo riflette il rapporto dell’essere umano con l’“altrove”, spesso percepito come ignoto o minaccioso. La mostra diventa così anche un momento di riflessione sull’evoluzione della Collezione Farnesina, valorizzando il contributo di artiste di diverse generazioni, con un focus sulle voci emergenti. Il dialogo intergenerazionale che ne scaturisce arricchisce la riflessione culturale, offrendo nuove chiavi di lettura per interpretare le grandi trasformazioni del nostro tempo.
Il progetto si articola in tre sezioni tematiche. La prima, Geografie del distacco, esplora come la globalizzazione abbia trasformato il senso di identità e il legame con la natura, generando crisi di appartenenza e distacco dall’ambiente. Le opere offrono visioni alternative di identità in trasformazione tra radici e adattamenti globali.
La seconda sezione, Ecologie instabili, analizza le connessioni tra crisi ambientali e disuguaglianze sociali, ponendo l’accento sulle conseguenze della globalizzazione, dei conflitti geopolitici e delle nuove forme di protesta.
Radici di resistenza, la terza sezione tematica, affronta il tema della natura come luogo di resistenza e rinascita per l’identità femminile. Le opere denunciano la mercificazione della natura e del corpo femminile, in un confronto con la cultura patriarcale.
Al di fuori del percorso espositivo, sarà esposta l’opera Fibonacci (1975) di Mario Merz, recentemente acquisita nella Collezione Farnesina. La sequenza di Fibonacci, metafora della crescita naturale, rappresenta l’intersezione tra ordine matematico e processi organici, diventando simbolo di un sapere che supera i confini identitari per abbracciare una prospettiva universale e interculturale.
Le artiste presenti in mostra sono Carla Accardi, Letizia Battaglia, Elena Bellantoni, Tomaso Binga, Silvia Camporesi, Gea Casolaro, Sarah Ciracì, Martina della Valle, Loredana Di Lillo, Paola Gandolfi, Silvia Giambrone, Ketty La Rocca, Maria Lai, Elena Mazzi, Rä di Martino, Elisa Montessori, Laura Pugno, Agnese Purgatorio, Marta Roberti e Marinella Senatore.
Il progetto prevede tre mostre internazionali, ospitate in altrettanti Istituti Italiani di Cultura di tre capitali europee.
Prima tappa Berlino, simbolo dell’Europa Centrale, crocevia di riconciliazione e innovazione culturale e contesto ideale per riflettere sulle trasformazioni identitarie post-globalizzazione. Qui la mostra debutterà il 19 giugno e sarà allestita sino al 21 luglio.
Il 19 settembre la mostra arriverà a Vilnius e vi rimarrà sine al 19 ottobre. Capitale della Lituania e laboratorio per il dialogo tra memoria storica e nuove identità culturali, Vilnius rappresenta l’Europa dell’Est in mutamento.
Terza tappa della mostra sarà l’Istituto Italiano di Cultura de La Valletta, a Malta, nel giugno 2026. Un luogo dalla forte impronta mediterranea, che rappresenta l’Europa del Sud, punto nevralgico delle questioni ambientali e migratorie. Una città che stimola riflessioni urgenti su cultura e crisi ecologica.
Ogni mostra sarà accompagnata da un programma di eventi collaterali, conferenze e momenti di dialogo con il pubblico. (aise)