“La nube”: al mudaC | museo delle arti Carrara il progetto di Eleonora Roaro

Eleonora Roaro, “La nube”, Video still
CARRARA\ aise\ - “La nube” è la mostra personale di Eleonora Roaro che sarà ospitata dal 12 ottobre 2025 al 25 gennaio 2026 presso il mudaC | museo delle arti Carrara.
Promosso dal Comune di Carrara e a cura di Cinzia Compalati e Vanina Saracino, il progetto artistico e curatoriale affronta uno dei capitoli più drammatici della storia industriale del territorio apuano: l'esplosione della Farmoplant (Ex Montedison-Diag) avvenuta nel 1988 nella Zona Industriale Apuana (Z.I.A.) tra Massa e Carrara, ultimo episodio di una serie di incidenti che portarono allo smantellamento definitivo del polo chimico. Nello specifico, alla Farmoplant negli anni ‘70 e ‘80 si produceva il pesticida “Rogor”, già ai tempi considerato obsoleto e venduto prevalentemente nel sud globale; l’esplosione di un suo impianto di lavorazione acuì i danni ambientali già esistenti in un’area che, tuttora, non è stata totalmente bonificata.
Attraverso un'installazione audio-video site specific, Eleonora Roaro ripercorre alcuni elementi chiave della storia della Z.I.A. dall'epoca fascista a oggi, utilizzando immagini d'archivio e animazioni originali (realizzate da Corinne Ingegnieri e ispirate alle grafiche punk D.I.Y.) per attivare una riflessione critica sull'impatto ambientale e sociale del boom economico e sulle narrazioni post-verità costruite da media e industrie per interessi politici ed economici. L'opera, che è concepita come un concept album dalle influenze industrial della durata di 27 minuti realizzato assieme al musicista Emiliano Bagnato, accompagna il pubblico nello spazio espositivo del museo attraverso un sistema di filodiffusione, mentre il video è proiettato su una lastra di marmo. La dimensione audio dell'installazione combina sonorità elettroniche degli anni ?80 e ?90 con interviste, registrazioni ambientali e composizioni strumentali originali, alcune delle quali specificamente legate alla tematica chimica e industriale, rievocando le atmosfere dell'epoca.
Al centro della narrazione visiva c’è la figura della ZIA, personificazione della Zona Industriale Apuana (di cui l’acronimo), e della sua presenza nella frazione di Alteta, inglobata nell’area industriale. Furono le donne del luogo, per prime, ad accorgersi dei danni ambientali, osservando la morte di orti e animali domestici. La casa della ZIA diventa così un artificio narrativo per raccontare il passare del tempo e le trasformazioni del territorio dal fascismo a oggi.
Inoltre, per il progetto espositivo, l’artista ha selezionato un ampio materiale sulla vicenda della Farmoplant, come i poster sul referendum consultivo del 1987 in cui si chiedeva alla popolazione la chiusura della fabbrica (il 71,69% votò a favore), documenti sui movimenti ambientalisti, le istanze di protesta dei movimenti locali, come l'Assemblea Permanente dei Cittadini di Massa e Carrara e Medicina Democratica, attivi tra gli anni ?70 e ?90 nella denuncia dell'impatto della Z.I.A. su ambiente, salute pubblica e sicurezza sul lavoro. Tra le immagini, anche quelle del gruppo punk I Figli della Farmoplant, che denunciava attraverso la musica l’inquinamento ambientale, evocando un ritorno alla terra. Roaro ha coinvolto anche professionisti del territorio che, negli ultimi trent’anni, avevano già sviluppato progetti sul tema, includendo nel percorso espositivo serie fotografiche, documentari e materiali d’archivio. Questi materiali scelti dall’artista aprono a diversi punti di vista sulla vicenda, costruendo una narrazione corale che arricchisce il percorso espositivo con le voci di artisti, attivisti e studiosi legati alla storia recente del territorio.
La mostra è accompagnata da un programma di talk e workshop che approfondiscono i temi affrontati nel progetto sotto una prospettiva ambientale, storica e politica, offrendo al pubblico ulteriori chiavi di lettura per comprendere le complesse dinamiche tra sviluppo industriale, impatto ambientale e resistenze popolari.
Eleonora Roaro (Varese, 1989) è un’artista visiva e ricercatrice con sede a Milano. Ha studiato Fotografia (BA – IED, Milano), Arti Visive e Studi Curatoriali (MA – NABA, Milano) e Contemporary Art Practice (MA – Plymouth University, Plymouth). È docente presso la NABA e lo IED (Milano). Dal 2025 sta svolgendo il dottorato di ricerca presso l’Università di Plymouth con il gruppo di ricerca Transtechnology Research. Il suo lavoro è stato esposto dal 2011 in numerosi musei e gallerie, tra cui La Triennale (Milano), Fabbrica del Vapore (Milano), Casa degli Artisti (Milano), Museo diffuso (Torino), CAMERA (Torino), MACRO (Roma), CAMeC (La Spezia), Casa Cavazzini (Udine), E-Werk (Friburgo), Maison de la Culture (Clermont-Ferrand), La Friche (Marsiglia), Istituto Italiano di Cultura (Madrid e Praga). Nel 2019 come assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Udine ha lavorato al progetto “VR e AR nella valorizzazione del patrimonio culturale e artistico”. Dal 2020 al 2022 ha fatto parte del progetto “Sensing Dolce Vita: An Experiment in VR Storytelling”, vincitore del MISTI Global Seed Fund (Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA; SISSA, Trieste, Friuli-Venezia Giulia). (aise)