L’Ora Blu di Giovanni Ozzola in mostra a Roma

Giovanni Ozzola, Lead Me, 2024, Courtesy the artist and Galleria Continua
ROMA\ aise\ - In occasione di Contemporanea 2025 a Roma, LCA Studio Legale ha aperto le porte della sede in Piazza del Popolo a una personale di Giovanni Ozzola, organizzata in collaborazione con Galleria Continua.
Il titolo della mostra “Ora Blu — l’heure bleue”, in programma sino al 7 novembre, si riferisce al fenomeno atmosferico che si verifica poco dopo il tramonto o appena prima dell’alba, quando il sole è al di sotto dell’orizzonte e la sua luce, non più diretta, viene diffusa dagli strati superiori dell’atmosfera. La mostra alterna così disorientamento e ricentramento e la luce, dispersa per effetto della diffusione di Rayleigh tra le molecole dell’aria, diventa morbida e avvolgente. Questa fase di transizione è caratterizzata da una qualità ottica unica: le ombre si attenuano, i contorni si sfumano e la percezione si sposta da una chiarezza analitica a un’esperienza più intuitiva e immersiva.
In senso più ampio, l’ora blu entra in risonanza con la metafisica della luce di Plotino, dove la luce non è solo ciò che rende visibili le cose, ma anche ciò che le unifica e le eleva. Diventa una soglia tra la percezione materiale e l’intuizione, un momento in cui spazio, tempo e forma iniziano a dissolversi in una sintesi.
I temi e i soggetti ricorrenti nelle opere di Ozzola - interni, stanze inondate di luce, finestre, porte, orizzonti, acqua e visioni notturne della natura che ci circonda - sono tutti elementi che si intrecciano con un concetto molto profondo, quello di orizzonte, che agisce come un filo conduttore per tutti i soggetti rappresentati. La finestra, le aperture, come diceva Pier Luigi Tazzi, “non sono più come nella finestra albertiana, che apre dall’oscurità del soggetto alla luminosità del mondo e funge da diaframma impenetrabile fra l’uno e l’altro; nel lavoro di Giovanni si assiste ad una osmosi che sfida ogni separatezza. Non poche sono le opere in cui esterno e interno entrano in collisione. (...) Le immagini create non sono semplici finestre simboliche, ma rappresentano finestre reali o l’effetto delle finestre nella definizione dell’immagine stessa. Si passa dalla metafora alla concretezza oggettiva. (...) Il soggetto osservatore si trova sia al di qua della finestra, ma allo stesso tempo condivide lo stesso spazio con quella finestra che si materializza nell’oggetto che, rappresenta ogni opera”.
Le fotografie di Giovanni Ozzola dedicate ai bunker si presentano come varchi percettivi: luoghi silenziosi, scavati nel cemento, che attraverso una finestra si aprono all’orizzonte. Così il bunker guarda verso l’orizzonte e attraverso la finestra lo sguardo ti conduce nel paesaggio. La luce, elemento centrale nella ricerca dell’artista, trasforma questi spazi di difesa e isolamento in luoghi di meditazione e attraversamento interiore.
Giovanni Ozzola nasce nel 1982 a Firenze. Attualmente vive e lavora alle Canarie. Artista multidisciplinare, lavora con la fotografia, il video, ma anche media più tradizionali come l’incisione su pietra o la scultura. La pratica di Ozzola dimostra una profonda sensibilità nei confronti del fenomeno della luce e delle sue varie caratteristiche fisiche. I suoi principali interessi tematici risiedono nel concettualizzare e nel rappresentare l’infinito e l’esplorazione, sia geografica sia introspettiva. (aise)