MAXXI BVLGARI PRIZE: Chiara Bersani, Adji Dieye e Margherita Moscardini finaliste della quinta edizione

ROMA\ aise\ - Sono Chiara Bersani, Adji Dieye e Margherita Moscardini le finaliste della quinta edizione del MAXXI BVLGARI PRIZE, scelte da una giuria internazionale e presentate a Parigi il 24 ottobre scorso.
Per la prima volta quest’anno la terna, composta da artiste nate tra gli anni Ottanta e Novanta, è interamente al femminile. I nomi sono stati annunciati durante un evento speciale presso l’Istituto Italiano di Cultura a Parigi da Maria Emanuela Bruni, presidente Fondazione MAXXI, Matteo Morbidi, direttore Fondazione Bvlgari, e Francesco Stocchi, direttore artistico MAXXI, introdotti da Stefano Questioli, addetto culturale dell’Istituto Italiano di Cultura, che ha riportato i saluti del direttore dell’Istituto Antonio Calbi.
Nell’autunno del 2026 i lavori site specific, realizzati appositamente per il Premio, saranno esposti in una mostra al MAXXI a cura di Giulia Ferracci. Al termine del progetto espositivo, sarà decretata la vincitrice e la sua opera acquisita dal museo, entrando a far parte della Collezione MAXXI.
Il MAXXI BVLGARI PRIZE è il progetto per la promozione e il sostegno dei giovani artisti che unisce il MAXXI e Fondazione Bvlgari e che negli anni ha proiettato sulla scena internazionale numerosi talenti italiani.
Chiara Bersani è una performer, coreografa e artista visiva attiva nell’ambito delle Performing Arts, del teatro di ricerca e della danza contemporanea. La sua ricerca artistica parte dal concetto di Corpo Politico, valorizzando le specificità del proprio corpo come strumento espressivo e poetico.
È stata scelta dalla giuria “per la sua potente capacità trasformativa: il suo corpo non si limita alla presenza, ma si fa voce e luogo di riflessione, diventando soggetto politico”.
Adji Dieye è un’artista multidisciplinare che vive e lavora tra Milano e Dakar. La sua ricerca indaga come le nozioni di rappresentazione e identità plasmino le strutture socio-politiche del mondo contemporaneo. Dieye esplora le estetiche che danno forma alle idee di autodeterminazione e identità collettiva.
Su di lei la giuria ha dichiarato: “Il suo lavoro sfuma le linee nette tra documentario e invenzione, invitando lo spettatore a una lettura attiva e responsabile della storia della propria terra d’origine, il Senegal”.
Margherita Moscardini è interessata ai processi di trasformazione di ordine urbano, sociale e naturale di alcuni territori da cui traggono ispirazione i suoi lavori multidimensionali che, con la complicità del diritto, immaginano modi differenti di abitare.
Queste le motivazioni dei giurati: “La pratica di Moscardini si fonda su un rigoroso intreccio tra teoria e forma: il suo lavoro non evolve a partire dallo spazio, ma lo interroga per il suo significato urbano, architettonico, sociale”.
La giuria internazionale di questa edizione è composta da: Francesco Stocchi, direttore artistico MAXXI, Micol Forti, attualmente direttrice della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani e nuova direttrice del MART di Rovereto, Adam Kleinman, direttore e curatore capo della Kunsthall Trondheim, Beatrix Ruf, direttrice della Hartwig Art Foundation, e Rein Wolfs, direttore dello Stedelijk Museum di Amsterdam. (aise)