“Pittura italiana oggi. Una nuova scena”: la mostra a Buenos Aires

Installation view della mostra Pittura italiana oggi Una nuova scena - Foto: Romina Santarelli - Courtesy Istituto Italiano di Cultura Buenos Aires

BUENOS AIRES\ aise\ - Si è aperta il 26 giugno al Palacio Libertad - Centro Cultural Domingo Faustino Sarmiento di Buenos Aires la mostra “Pittura italiana oggi. Una nuova scena”, progetto concepito da Triennale Milano, con la curatela di Damiano Gullì, curatore per l’Arte contemporanea e il Public Program dell’istituzione milanese.
Promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con il supporto dell'Ambasciata d'Italia a Buenos Aires, la mostra approda per la prima volta fuori dai confini italiani proprio a Buenos Aires, dove sarà visitabile sino al 21 settembre grazie al lavoro congiunto con l’Istituto Italiano di Cultura, che ne ha curato e coordinato la realizzazione nella capitale argentina.
Prima tappa del tour internazionale che proseguirà poi in Brasile e in Messico, l’esposizione rappresenta un momento chiave di valorizzazione della pittura italiana contemporanea e di dialogo con il pubblico argentino, in linea con la missione culturale dell’Istituto. La presenza dell’artista Giulia Mangoni, che ha realizzato un’opera site-specific per l’allestimento a Buenos Aires, favorisce inoltre lo scambio diretto tra le scene artistiche dei due Paesi.
“Pittura italiana oggi rappresenta un'eccellenza della diplomazia culturale per tante ragioni, a partire dalla collaborazione di alto livello con Triennale Milano”, commenta Marco Maria Cerbo, capo dell'Unità per il Coordinamento degli Istituti Italiani di Cultura della Farnesina. “La mostra valorizza sulla scena internazionale molti giovani artisti e propone una riflessione sui percorsi contemporanei di confronto con una forma espressiva secolare. Raccontare in questi termini la nostra cultura è una parte essenziale del "fare" diplomazia attraverso l'arte, rafforzando i legami dell'Italia con gli altri Paesi del mondo”.
Come sottolinea Livia Raponi, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, “questa mostra offre al pubblico argentino l’opportunità di conoscere da vicino una nuova e vibrante scena di pittori italiani emergenti che, nella loro diversità, rappresentano la complessità e la ricchezza del mondo contemporaneo. L’iniziativa favorisce inoltre l’incontro e lo scambio di esperienze tra artisti italiani e argentini, grazie alla presenza a Buenos Aires di Giulia Mangoni, che realizzerà un’opera site-specific concepita per questa installazione a Palazzo Libertad, in dialogo con il contesto culturale locale”.
Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, si è detto “molto felice che la mostra sia presentata a livello internazionale, in particolare a Buenos Aires: una nuova occasione per diffondere e approfondire i progetti e le idee di giovani talenti dell’arte italiana, offrendo nuovi spunti e interpretazioni. L’esposizione nasce da una grande mostra sullo stato della pittura italiana contemporanea presentata in Triennale nel 2023, e diventa ora anche l’occasione per presentare all’estero uno spaccato del panorama contemporaneo dell’arte, attraverso il linguaggio espressivo della pittura”.
“Pittura italiana oggi. Una nuova scena” si sviluppa a partire dalla omonima mostra collettiva presentata in Triennale Milano nel 2023 e propone un focus sulla scena emergente italiana di artisti e artiste, nati tra il 1990 e gli anni 2000 e che si esprimono attraverso il mezzo pittorico. Obiettivo della mostra è quello di evidenziare, promuovere e valorizzare ricchezza e complessità della pittura italiana in tutte le sue declinazioni e sfaccettature. Il progetto si inserisce nel percorso di promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea italiana che Triennale sta portando avanti da anni con mostre, personali e collettive, eventi e nuove acquisizioni destinate alla collezione dell’istituzione.
In mostra sono esposte le opere di 27 artiste e artisti: Beatrice Alici, Bea Bonafini, Roberto de Pinto, Alice Faloretti, Alessandro Fogo, Andrea Fontanari, Giorgia Garzilli, Genuardi/Ruta (duo composto da Antonella Genuardi e Leonardo Ruta), Emilio Gola, Cecilia Granara, Diego Gualandris, Viola Leddi, Giulia Mangoni, Andrea Martinucci, Pietro Moretti, Ismaele Nones, Jem Perucchini, Edoardo Piermattei, Aronne Pleuteri, Giuliana Rosso, Davide Serpetti, Mario Silva, Sofia Silva, Marta Spagnoli, Maddalena Tesser ed Eva Chiara Trevisan.
Organizzata in cinque sezioni – Alone/Together; History, Stories and Tradition; Metaphysics of Everyday; In Beetween; Forme, colori, tempo, materia – la mostra tocca i temi della rappresentazione e della autorappresentazione, del rapporto con il panorama oggettuale della quotidianità, delle contaminazioni e slittamenti disciplinari, della rilettura e stravolgimento di tecniche e iconografie della tradizione, degli scambi fluidi tra astrazione e figurazione e della nuova astrazione. Ne risulta una restituzione prismatica delle plurime sfaccettature del fare pittura oggi in Italia.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA
Alone/Together
Da soli, insieme. Frammenti di silenziosa intimità. L’indagine su identità e alterità, il tema della rappresentazione e della autorappresentazione – di corpi, gesti, relazioni e interazioni – sono centrali nelle opere di Beatrice Alici, Roberto de Pinto, Andrea Fontanari, Emilio Gola, Diego Gualandris, Pietro Moretti, Aronne Pleuteri, Giuliana Rosso, Davide Serpetti e Maddalena Tesser.I corpi sono oggetto di ritratti e autoritratti generati dalla schizofrenica commistione di osservazione diretta, pura invenzione, memoria autobiografica e auto-fiction. I registri spaziano dal drammatico al grottesco al malinconico, dall’onirico all’ironico. La mimesi è tradita. Cede man mano il passo a colori antinaturalistici, talvolta accesi, talaltra cupi e drammatici: alterazioni del reale nutrite degli immaginari dei social network, del cinema, della letteratura, del fumetto, dei videogiochi e della fotografia.
History, Stories and Tradition
L’immaginario di molti artisti contemporanei è intriso di riferimenti alla storia dell’arte, come nelle opere di Ismaele Nones e Jem Perucchini, o attinge a un magico primario fondato su folklore e Genius loci, emblematica in questo senso la ricerca socio-antropologica condotta da Giulia Mangoni. Questi artisti tessono narrazioni alternative per parlare oggi di storia, memoria e identità, toccando tanto il personale quanto il collettivo. Nel recuperare miti classici, archetipi, iconografie della tradizione, gli artisti ne interrogano, e pongono in questione, il valore simbolico, il loro divenire nel tempo e il rapporto con le trasformazioni della società, introducendo una riflessione sulla interpretazione e ricezione delle immagini. Ne derivano lavori saldamente ancorati a un passato, più o meno lontano, ma fortemente proiettato verso il futuro, alimentati da una costante interazione e sincronizzazione di spazi, tempi e culture differenti e differite, volte alla definizione di nuovi, inediti, talvolta stranianti, immaginari.
Metaphysics of Everyday
Cambiare la prospettiva sulle cose. Spostare il punto di vista guardando alle realtà ordinarie con occhi diversi. Per creare nuove letture e interpretazioni attraverso il soffermarsi su dettagli puntuali come anche attraverso la creazione di composizioni e connessioni inattese che aprono alla dimensione del sogno e del surreale, da cui scaturiscono mondi – o squarci di mondi – allusivi, enigmatici, paradossali. Nelle opere di Alessandro Fogo, Giorgia Garzilli, Viola Leddi e Andrea Martinucci gli elementi del panorama oggettuale quotidiano, anche i più banali, sono astratti, scomposti, risemantizzati e diventano i correlativi oggettivi di emozioni e stati d’animo o introducono riflessioni metalinguistiche su storia ed evoluzione del genere della natura morta.
In Beetween
Al di là di rigide etichette e tassonomie, i confini tra figurazione e astrazione sono oggi fluidi, porosi e quasi indistinguibili, come testimoniano le opere di Alice Faloretti, Cecilia Granara, Mario Silva, Sofia Silva e Marta Spagnoli. Ne derivano composizioni percettivamente ambigue, in cui la figurazione viene a definirsi attraverso l’astrazione, si smaterializza e liquefa o si palesa attraverso segni, tracce, frammenti, interventi lievi, allusioni. Nascono così composizioni che attingono all’inconscio, al sogno, a elementi archetipici, frutto di un processo di sottrazione virante al geometrismo o, al contrario di stratificazione e giustapposizione di forme, organiche o meno, in cui predominano il colore e la materia, dando vita a paesaggi mentali e interiori.
Forma, colore, tempo, materia
Artisti come Bea Bonafini, Genuardi/Ruta, Edoardo Piermattei, Eva Chiara Trevisan portano avanti con coerenza un ragionamento su forme, tempo, durata, sedimentazione, materia e colore. La figurazione cede il passo a una astrazione pura. Il colore è “plasmato” e reso scultoreo. I limiti della tela sono travalicati. Materiali e tecniche sono sottoposti a sperimentazioni e applicazioni alternative. Sfumature, sovrapposizioni, alternanze timbriche contribuiscono a una esplorazione delle infinite potenzialità del mezzo pittorico, alla loro analisi e una ridefinizione delle stesse. (aise)