“Roma Novissima”: la mostra arriva a Oslo

OSLO\ aise\ - Dopo l’esposizione del 2023 presso il complesso architettonico del Mattatoio a Roma, la mostra “Roma Novissima. Contemporary Directions of Architectural Design in Rome” arriva ora a Oslo, in versione ridotta. L’inaugurazione si terrà giovedì, 18 aprile, nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura, dove la mostra sarà allestita sino al 29 settembre.
Curata dallo studio di giovani architetti Warehouse of Architecture and Research, “Roma Novissima” indaga la città in sezione, osservandone le stratigrafie e tentando al contempo di tracciare una possibile direzione. Non la scruta in posa, bensì in azione. L’atto progettuale indagato considera non solo l’esito ultimo — esecutivo — del progetto d’architettura, esclusivamente verificabile a cose fatte nell’intricato tessuto dell’Urbe, ma il suo intero svolgersi per fasi distinte, mai del tutto scindibili le une dalle altre. Una ricerca sia puntuale sia ad ampio raggio, in grado di strutturarsi attraverso scritti, disegni, fotografie, collage, maquette, appunti in divenire.
Al fine di restituire in modo plausibile tale complessità, il team curatoriale di WAR - Warehouse of Architecture and Research, propone una divisione in tre ambiti di riflessione: Cronaca, Osservatorio, Mosaico.
Nella prima sezione, Cronaca, WAR adotta la tecnica del fotomontaggio, rielaborando la cifra estetica di una serie di interventi disseminati nella città di Roma, le cui generiche somiglianze parrebbero tradire un'implicita immagine coordinata a scala urbana, sulla scia di iniziative progettuali introdotte e provenienti da città altre. Prende forma così un’aggiornata Tavola degli Orrori, non in polemica contro un’azione progettuale attardata o poco aggiornata (obbiettivo dell’illustre precedente), ma riflettendo su di un’evidente omologazione linguistica, certamente slegata dal contesto d’azione e del tutto orfana di una credibile dimensione autoriale.
Nella seconda area, Osservatorio, vengono raccolte le attività tassonomiche, a tratti paranoico-compulsive, di alcune piattaforme contemporanee di ricerca attive su Roma. Il Contrafforte, con un approccio metodico, ricercatamente didascalico; H501, che prosegue la felice tradizione del disegno d’architettura in ambito romano, declinandola in chiave ipergrafica, naïve; Panteon magazine, cartaceo di approfondimento critico sul patrimonio architettonico del 900 romano, episodio peculiare nel campo dell’editoria indipendente di settore.
Il terzo ambito, Mosaico, compone un affresco ottimista, una quadreria di undici studi di architettura romani emergenti, under 40, distintisi per la capacità di coniugare e comunicare ricerca e progetto, su scala locale, nazionale ed internazionale: Sofia Albrigo, AUT AUT, Azzariti-Cappella, Brunelli-Ann Minciacchi, EXPAND, GICO, Grazzini-Tonazzini-Colombo, LATITUDE, SET, SUPERVOID, WAR. Oltre ad una sintetica antologia di opere progettate e realizzate dagli stessi, viene esibito, come da tradizione disciplinare, un esercizio teorico-formale site specific, un ponte sul Tevere: “un fatto di forma pura, un oggetto in piena luce” (Riccardo Morandi).
Nel titolo, nell’allestimento, nei contenuti, più in generale nelle intenzioni, emerge da “Roma Novissima” la volontà di riallacciare il presente discorso/dibattito in architettura a determinate vette, che negli anni Settanta-Ottanta hanno lasciato il segno all’interno della città di Roma e non solo, e che oggi dopo la recente scomparsa di maestri come Pietro Barucci, Paolo Portoghesi e Piero Sartogo, richiede un obbligato momento di riflessione.
“I Nuovissimi non sono un movimento, un ismo, però sono sempre qualcosa di particolare” (Nanni Balestrini). (aise)