“Sul confine della pace”: a Gorizia gran finale artistico di GO! 2025 Capitale Europea della Cultura

GORIZIA\ aise\ – Una meditazione di pace ispirata dall’arte, in questo tempo che ogni giorno e in ogni attimo ci parla di guerra. Undici opere riunite in una selezione ristretta, grandi capolavori di Maestri dell’arte che hanno segnato l’immaginario universale, nella città - Gorizia - che insieme alla “gemella” Nova Gorica si è fatta laboratorio di pacificazione, testimonianza concreta che ogni muro può essere superato e che il confine, lungi dall’essere trincea, può trasformarsi in spazio di incontro nel tempo della fragile convivenza fra i popoli. Qui, dove l’Europa si è misurata con le sue fratture, l’arte offrirà un messaggio universale: per invitare a respirarne la bellezza in chiave non di evasione, ma di verità e promessa del futuro, illuminazione verso un tempo di dialogo e riconciliazione.
Si intitola “Sul confine della pace. La grande bellezza scuote il mondo in fiamme” il percorso espositivo che si aprirà al pubblico sabato 8 novembre, nella suggestiva cornice della chiesa di San Carlo e Palazzo del Seminario a Gorizia: una mostra concepita come itinerario di stazioni dello spirito, in questo 2025 che, intrecciandosi al Giubileo, ci ha resi Pellegrini di Speranza. La mostra si prolungherà, simbolicamente, fino all’8 febbraio 2026, per congedarsi e un anno esatto dall’avvio di GO! 2025 Capitale Europea della Cultura, proiettando nel nuovo anno il sogno di pacificazione delle inquietudini e dei conflitti che agitano oggi il mondo: ben 59 in corso attualmente, con un’intensità che ha raggiunto il livello più alto dalla Seconda Guerra Mondiale, coinvolgendo più di 92 Paesi del pianeta (fonte: Global peace index).
“Sul confine della pace” è un progetto promosso dall’Arcidiocesi di Gorizia, in stretta sinergia con il Comune di Gorizia e con Illegio, Associazione culturale Comitato di San Floriano, a cura di don Alessio Geretti. La mostra è realizzata in collaborazione con il Ministero della Cultura e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
Ai visitatori della mostra “parleranno” Maestri che hanno fatto la storia dell’arte nel tempo, artisti che con il proprio nome schiudono un mondo di emozioni e visioni indelebilmente impresse nel patrimonio dell’umanità: da Canova a Rodin, da Rubens a Gauguin, da Raffaello Sanzio a Manzù. Ciascuno porterà in dote al percorso espositivo una delle proprie opere più rappresentative, e la mostra, scandita da undici stazioni, potrà contare su uno dei capolavori più iconici ed espressivi di ogni tempo in tema di pace e guerra, Guernica di Pablo Picasso, un grido lancinante contro la guerra che, attraverso la sofferenza dei personaggi, umani e animali, e la distruzione delle case, mostra il volto più drammatico della violenza e della crudeltà umana. Guernica, monumentale manifesto universale contro la guerra, creato nel 1937 in risposta al bombardamento della città basca cui l’opera è intitolata, diventa così un emblema di pace, ricco di simboli nei suoi 27 metri quadrati: come il cavallo ferito, la madre con il bambino morto e la colomba priva di un'ala, dettagli che denunciano le atrocità e la sofferenza umana causate dalla guerra. L'uso di bianco, nero e grigio, ispirato alle foto dei bombardamenti, accentua il dolore e proietta l’opera oltre il suo contesto storico, rendendola emblema di tutte le vittime di guerra, e riferimento civile per ogni artista attento al proprio tempo e al valore umano.
A Gorizia Guernica sarà esposta attraverso l’ampio cartone prodotto dall'artista nel 1955, poi trasposto nell’arazzo esposto come simbolo di pace nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU a New York. Il Cartone, che deriva dall’olio, viene realizzato da Pablo Picasso all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. La commissione arrivò dal mecenate e futuro Vice-Presidente degli Stati Uniti Nelson Rockfeller, che volle stimolare l’artista spagnolo a rielaborare il suo capolavoro in forma di arazzo insieme a Jacqueline de la Baume Durrbach, la geniale artista “dalle dita d’oro” capace di “tessere un dipinto” trasformandolo in arazzo. Picasso riprende così il soggetto di Guernica, articolando il soggetto della sua vastissima opera in 6 tasselli, a guida della tessitura. Quello di Guernica fu il primo di una serie di 26 Cartoni firmati personalmente da Picasso, dai quali sarebbero nati altrettanti arazzi: un progetto unico nell’arte del Novecento.
L’itinerario delle undici opere disposte Sul confine della pace, attraverso la chiesa di San Carlo e il Palazzo del Seminario, favorirà l’incontro con la bellezza di sculture e dipinti come un viaggio nel tempo e come una rivelazione sull’oggi. Ogni opera del percorso sarà generatrice di una stazione dello spirito, nella quale abitare in visione e in ascolto, per respirare la testimonianza di quella specifica forma viva e toccante: geniale non solo sul piano artistico, ma per la capacità di penetrare profondamente nella nostra umanità.
Sul confine della pace l’arte si fa speranza, raccogliendo l’esortazione dell’anno Giubilare: un vero e proprio “cammino” di meditazione sul confine, attraverso i secoli e le forme artistiche – pittura, scultura, arazzo – per restituire un’unica, potente narrazione: l’urgenza della pace. Una pace che non è concetto astratto, ma scelta concreta, fatica quotidiana, orizzonte di speranza che nasce nel cuore dell’uomo e si fa cammino comune dei popoli. Con questa mostra, Gorizia si pone al centro della riflessione europea e universale: la città che fu frontiera e divisione diventa ora teatro di bellezza e di pensiero, luogo in cui l’arte si fa parola eloquente, più forte di ogni conflitto, più luminosa di ogni oscurità. Un epilogo che non chiude, ma apre: perché dalla forza di queste immagini, dalla loro intensità lirica e drammatica, scaturisce un invito a rintracciare le “tracce” di fratellanza disseminate nell’itinerario dei capolavori in mostra, per varcare insieme il confine della pace.
L'arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli sottolinea come questa mostra si inserisca nel percorso intrapreso dalle Chiese di Gorizia e Koper per GO! 2025. Le due città, le due Chiese “vogliono essere esempio per i tanti conflitti, le tante divisioni, le tante tensioni che tuttora contrappongono e dividono popoli, famiglie e persone”, testimoniando che è sempre possibile “costruire percorsi di dialogo, di comprensione del punto di vista dell’altro, di rispetto delle diverse memorie, di vera riconciliazione”. Gli fa eco il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, per il quale “la mostra permette di riflettere attraverso l'arte sulle guerre di oggi, tutte sempre terribilmente disumane, ed entrerà nella rassegna di eventi che avranno al centro il dialogo e la pace, fra ottobre e novembre”.
“La mostra “Sul confine della pace" è un G7 dell’arte, che convoca d’urgenza i grandi della bellezza universale a un ideale tavolo di pace”, osserva il curatore don Alessio Geretti. “Volge lo sguardo sulla condizione umana, attraversata al suo interno da confini a volte tormentati, percorre il mutare dello sguardo sulla guerra e sui confini, per secoli celebrati epicamente dalla retorica delle vittorie e degli eroismi. E considera il superamento possibile dei confini nella pace e nella riconciliazione, dentro l’uomo e tra gli uomini, abbattendo per un momento anche il confine tra chi crede e chi non crede: perché”, conclude Geretti, “tutti sperano, di fronte ad un mondo in fiamme, o meglio tutti devono sperare insieme”. (aise)