“Willem de Kooning e l’Italia” alle Gallerie dell’Accademia di Venezia

Installation View of Willem de Kooning and Italy, Gallerie dell’Accademia, Venice, 2024. Photograph by Matteo de Fina, 2024. © 2024 The Willem de Kooning Foundation, SIAE

VENEZIA\ aise\ - Willem de Kooning, uno degli artisti più rivoluzionari e influenti del XX secolo, è il protagonista di una grande mostra nelle sale dedicate alle esposizioni temporanee presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Willem de Kooning e l’Italia” aprirà al pubblico domani, 17 aprile, in concomitanza con la 60. Biennale d’Arte di Venezia, e sarà visitabile fino al 15 settembre.
È la prima esposizione che esplora i periodi che Willem de Kooning trascorse in Italia nel 1959 e nel 1969 e il profondo impatto che questi soggiorni ebbero sul suo lavoro. Il progetto espositivo riunisce 75 opere, che ne fanno la più grande retrospettiva dell’artista mai organizzata in Italia.
I curatori della mostra, Gary Garrels e Mario Codognato, hanno accertato l’influenza che l’Italia ebbe sulle opere successive, dipinti, disegni e sculture, che de Kooning eseguì in America; aspetto che finora non era mai stato analizzato in modo esaustivo. L’effetto a lungo termine di questi due periodi creativi è testimoniato da un’eccezionale selezione di lavori, che vanno dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Ottanta.
Giulio Manieri Elia, direttore delle Gallerie dell’Accademia, si è detto “convinto che proporre de Kooning sia stata la scelta giusta per diverse ragioni: prima di tutto per l’importanza dell’artista. In secondo luogo, per il tema e la speciale connessione con l’Italia, aspetti che ci sono cari e vicini. Va aggiunto che dopo la morte di de Kooning, le sue opere sono state esposte solo raramente in Italia, l’ultima mostra dedicata al suo lavoro risale a diciotto anni fa. Infine, ciò che ci ha convinto è stata la qualità della selezione compiuta dai curatori: circa 75 opere che rappresentano la rilevanza dei periodi più espressivi della sua pratica”.
L’esposizione include una selezione dei grandi e suggestivi disegni Black and White Rome che de Kooning realizzò durante il primo lungo soggiorno nella capitale nel 1959. I lavori sono esposti insieme a opere della fine degli anni cinquanta eseguite nel periodo precedente la sua prima visita in Italia.
Sono esposti insieme per la prima volta anche tre dei Pastoral Landscapes più noti di de Kooning, Door to the River, A Tree in Naples e Villa Borghese. Dipinti a New York nel 1960, dimostrano in modo evidente i persistenti ricordi del suo viaggio. Questa sezione della mostra comprende anche grandi opere figurative della metà degli anni sessanta che hanno aperto la strada al suo interesse per la scultura.
In uno spazio dedicato alla scultura si possono ammirare tredici piccoli bronzi che de Kooning realizzò a Roma. Creati dopo un incontro casuale con un amico scultore, sono il risultato dei primi esperimenti dell’artista con l’argilla che lo portarono a produrre un consistente corpus di opere a New York tra il 1972 e il 1974.
L’esposizione apre anche un dialogo tra pittura e scultura con i disegni degli anni Sessanta e Settanta. Le opere più significative includono quattro disegni a inchiostro che de Kooning eseguì a Spoleto nel 1969, presentati insieme a una selezione complementare di lavori intimi e gestuali, concettualmente legati alle sculture, in cui l’artista frammenta la figura, lasciando spesso spazi vuoti contrapposti a linee vigorose.
L'allestimento progettato da UNA/UNLESS diretto dall'architetto Giulia Foscari, si conclude con una selezione degli ultimi dipinti di de Kooning realizzati negli anni ottanta, in cui il linguaggio della forma tridimensionale viene trasfigurato in una nuova poesia astratta. In questi lavori i riferimenti figurativi sono più vaghi e caratterizzati da tonalità con dominanti bianche, bilanciate da bande e aree dai colori brillanti. Sono tra le opere più sublimi di de Kooning, in cui riecheggiano accenni alla composizione barocca.
“Per creare il suo lessico personale Willem de Kooning attingeva alla cacofonia dell’eccitazione visiva, alla luce e al movimento della vita quotidiana”, spiegano i due curatori Gary Garrels e Mario Codognato. “L’impatto di ogni esperienza visuale poteva tradurre o generare un’idea per realizzare un nuovo disegno o un nuovo dipinto. Osservando come New York ed East Hampton, le sue città, hanno influenzato le sue opere, si può concludere che lo stesso si sia verificato a Roma, generando una Gestalt di ‘scorci’. Durante i periodi formativi nella capitale, de Kooning trasse da tutto ciò che lo circondava un nuovo modo di guardare e di dare vita al suo medium, grazie all’osservazione diretta dei dipinti e delle sculture classiche ma anche al lavoro dei suoi nuovi amici artisti italiani”.
La mostra è stata organizzata in collaborazione con The Willem de Kooning Foundation, una fondazione privata che gestisce il patrimonio dell’artista e promuove lo studio e la valorizzazione della sua vita e della sua opera attraverso ricerche, mostre e programmi educativi.
Amy Schichtel, direttrice esecutiva della Fondazione Willem de Kooning, si è detta “lieta di aver collaborato con le Gallerie dell’Accademia nell’organizzazione di questa importante mostra che ci permette di condividere l’eccezionale visione di Willem de Kooning e dei curatori con una comunità internazionale ampia e diversificata. Il progetto espositivo”, ha aggiunto, “offre la straordinaria opportunità di presentare nuove ricerche e approfondimenti per arricchire l’esperienza delle migliaia di visitatori, nazionali e internazionali, dell’Accademia. De Kooning è uno dei grandi innovatori americani; riteniamo che la sua storia di sperimentatore continui a essere di vitale ispirazione per molti artisti contemporanei, oltre che per gli studenti e i giovani in generale”.
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Marsilio Arte.
Willem de Kooning (1904, Rotterdam, Paesi Bassi - 1997, East Hampton, USA) è uno dei grandi artisti del XX secolo. Nel 1948 ottiene il consenso della critica con una mostra personale di dipinti a olio e smalto, non figurativi e riccamente lavorati, tra cui i suoi ormai ammiratissimi dipinti in bianco e nero. Poco dopo, nel 1950, completa Excavation, un’opera astratta a grande scala. Il lavoro, probabilmente una delle tele più importanti del XX secolo, viene scelto, insieme ad altri, per rappresentare gli Stati Uniti alla 25a Biennale di Venezia, dal 3 giugno al 15 ottobre 1950, la prima delle sei a cui partecipa (1950, 1954, 1956, 1978, 1986 e 1988).
Pittore anticonformista, rifiuta le norme stilistiche consolidate dissolvendo il rapporto tra primo piano e sfondo e utilizzando la pittura per creare gesti emotivi e astratti. Tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta, de Kooning, insieme ai suoi contemporanei, viene variamente etichettato come “Action Painter”, “espressionista astratto” o semplicemente appartenente alla “Scuola di New York”. Fu uno dei pochi innovatori a cui, negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, si deve lo storico spostamento del centro dell’avanguardia artistica da Parigi a New York.
De Kooning è stato insignito di molti riconoscimenti nel corso della sua vita, tra cui la Presidential Medal of Freedom nel 1964, negli Stati Uniti. Le sue opere sono state esposte in migliaia di mostre e fanno parte delle collezioni permanenti di molte delle più importanti istituzioni artistiche del mondo, tra cui: Peggy Guggenheim Collection, Venezia; Stedelijk Museum, Amsterdam; Tate Modern, Londra; Museum of Modern Art, New York; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; The Metropolitan Museum of Art, New York; Art Institute of Chicago; Smithsonian Institution’s Hirshhorn Museum & Sculpture Garden, Washington D.C.; National Gallery of Art, Washington D.C. e National Gallery of Australia, Canberra. Le pubblicazioni più importanti che lo riguardano sono state realizzate da Gabriella Drudi, John Elderfield, Gary Garrels, Thomas Hess, Harold Rosenberg, Richard Shiff e Judith Zilzcer. (aise)