Cittadinanza/ Silli: da rappresentanze all’estero in due anni nessuna proposta

ROMA\ aise\ - È proseguita ieri, in Commissione Affari Costituzionali del Senato, la discussione generale sul decreto-cittadinanza emanato dal Governo il 28 marzo scorso. I senatori intervenuti, alla presenza del sottosegretario agli esteri Giorgio Silli, hanno evidenziato diverse criticità. Tutti, maggioranza e opposizione, si dicono d’accordo a correttivi al testo base, anche sulla base delle annotazioni dei costituzionalisti ascoltati in audizione e degli interventi degli eletti all’estero.
Primo ad intervenire, il senatore De Cristofaro (Misto-AVS) ha prima criticato l'utilizzo della decretazione d'urgenza – “inaccettabile in questo caso, dal momento che si tratta di una materia complessa, da affrontare con una riforma organica” – e poi convenuto sulla “gravità del problema della proliferazione delle richieste di cittadinanza italiana, soprattutto in Sudamerica”. Un aumento “che finisce per condizionare il dibattito politico e pubblico e addirittura incide sul raggiungimento del quorum per i referendum”. Il decreto, inoltre, “introduce un precedente grave, avendo efficacia retroattiva su un diritto fondamentale come la cittadinanza. Se si fosse seguito un iter più razionale, si sarebbe potuta ricercare una convergenza più ampia e trasversale”.
Critico contro la decretazione d’urgenza anche Giorgis (Pd) secondo cui il provvedimento “non solo presenta evidenti profili di incostituzionalità, perché incide in modo retroattivo su diritti fondamentali, ma è stato predisposto con negligenza, dato che fissa la data per la revoca dello status di cittadino due giorni prima dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni. Inoltre, interviene in modo quasi draconiano, senza proporre soluzioni intermedie o temporanee, per favorire il bilanciamento di esigenze che sono effettivamente tutte rilevanti”. Se è vero che “occorre contrastare le degenerazioni e le pratiche non encomiabili che sono state descritte nelle audizioni”, allo stesso tempo “non bisogna tradire le aspettative delle comunità di Italiani all'estero che intendono poter trasmettere la cittadinanza ai loro discendenti”. Il senatore ha quindi sottolineato “il rischio che eventuali vizi di costituzionalità possano riprodursi sulla legge di conversione, determinando la decadenza ab origine delle norme nel frattempo entrate in vigore”. Annunciando emendamenti “per correggere quanto meno gli aspetti più irragionevoli”, Giorgis ha auspicato “lo svolgimento di un dibattito equilibrato e scevro da condizionamenti ideologici e sollecitazioni populiste”.
Per la senatrice Gelmini (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP) il provvedimento “va nella direzione corretta” perché “tenta di arginare gli abusi determinati finora da una normativa eccessivamente permissiva, con un approccio più rigoroso e restrittivo”. La senatrice ha però convenuto “sull'esigenza di apportare alcuni correttivi, sulla base soprattutto degli spunti di riflessione proposti dai parlamentari eletti all'estero”, annunciando la presentazione di emendamenti in tal senso.
Relatore del testo in Commissione, Lisei (FdI) ha sottolineato l'importanza dei contributi offerti dagli auditi da cui, ha aggiunto, “emerge che il provvedimento è effettivamente necessario e urgente, data la situazione di estrema difficoltà per uffici comunali e tribunali, che si sarebbe dovuto affrontare già anni fa. È inaccettabile – ha ribadito – che si riconosca la cittadinanza a persone che non hanno alcun legame con il territorio nazionale, anche perché questo ha rilevanti conseguenze dal punto di vista economico, per i costi di funzionamento degli uffici consolari, oltre che per il raggiungimento del quorum nelle consultazioni elettorali e referendarie, considerato che un'elevata percentuale degli Italiani all'estero non partecipa alle votazioni”. Condivisi “alcuni dei richiami sulla necessità di apportare correttivi per affinare il testo e renderlo giuridicamente solido, in modo che le misure siano efficaci e compatibili con le sollecitazioni della Corte costituzionale”, il relatore ha sostenuto che “sebbene si vada a incidere su situazioni pregresse, la norma non può considerarsi effettivamente retroattiva, dato che i requisiti per la cittadinanza dovevano già essere stati maturati. Rimango disponibile a presentare ulteriori proposte di modifica, in qualità di relatore, per accogliere gli spunti di riflessione proposti da tutte le parti politiche”.
È quindi intervenuto il sottosegretario Silli: “la situazione degli italiani all'estero – ha affermato – è molto variegata e le pratiche ingannevoli per acquistare la cittadinanza al solo scopo di usufruire dei benefici legati al possesso di un passaporto italiano sono più diffuse in specifiche aree. Ho chiesto agli organi consultivi degli italiani all'estero, alle associazioni, ai Comites, negli ultimi due anni, di avanzare proposte di modifica dell'attuale disciplina, senza però alcun riscontro. È ormai indispensabile, però, correggere la distorsione causata dalla normativa vigente, per cui potenzialmente il numero degli italiani all'estero - ottanta milioni, a fronte degli attuali sette iscritti all'AIRE - potrebbe risultare di gran lunga superiore a quello dei residenti in Italia”.
“Sebbene il decreto sia migliorabile”, il sottosegretario ha auspicato che sia “possibile raggiungere l'intesa su uno o due argomenti più significativi, rispettando comunque l'approccio restrittivo scelto dal Governo, per risolvere l'ingorgo di pratiche che si è determinato presso uffici comunali, tribunali e consolati”. Silli ha quindi assicurato “la massima disponibilità del Governo ad accogliere proposte costruttive, tenendo presente la ristrettezza dei tempi a disposizione. È vero che da tempo sono stati presentati alcuni disegni di legge per la revisione della legge sulla cittadinanza, ma se si fosse data una risposta negli anni passati non sarebbe stato necessario questo intervento urgente”.
Presidente della I Commissione, Balboni (FdI) ha sottolineato che “nel corso delle audizioni i costituzionalisti hanno rilevato criticità che non potranno essere ignorate in fase di predisposizione degli emendamenti”. Il provvedimento, ha aggiunto, “è già stato calendarizzato per l'esame in Assemblea nella settimana dal 6 all'8 maggio: sarebbe opportuno che nella giornata di mercoledì prossimo si concluda la fase dell'illustrazione per iniziare a votare le proposte di modifica”. (aise)