Retribuzioni ai contrattisti: Silli risponde al Pd

ROMA\ aise\ - Nella seduta di ieri in Commissione Affari Esteri il sottosegretario Giorgio Silli ha risposto all’interrogazione dei deputati Pd eletti all’estero – Porta, Carè, Di Sanzo e Ricciardi – sugli adeguamenti delle retribuzioni dei contrattisti della Farnesina all’estero.
Silli, nella sua risposta, ha richiamato l'articolo 157 del decreto del Presidente della Repubblica 18 del 1967, riformato dalla “Legge Ciprini”, che “consente il riadeguamento delle retribuzioni del personale a contratto sulla base di una pluralità di fattori riconducibili a tre parametri di riferimento: retribuzioni corrisposte dalle Rappresentanze diplomatiche di Paesi equiparabili all'Italia e Organizzazioni Internazionali, condizioni del mercato del lavoro locale e costo della vita. Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale – ha aggiunto – si attiene rigorosamente a questi criteri, con l'obiettivo di preservare il potere d'acquisto del personale e nell'ottica di valorizzare il capitale umano”.
“Negli ultimi quattro anni – ha riportato Silli – l'esercizio annuale di adeguamento delle retribuzioni del personale a contratto a legge locale ha coinvolto un numero crescente di sedi e di impiegati, disponendo uno stanziamento di risorse senza precedenti. Nel 2019 i fondi dedicati furono 1,2 milioni di euro, con aumenti a beneficio di contrattisti presenti in 41 Paesi. Nel 2020 sempre 1,2 milioni di euro a beneficio di 16 Paesi, mentre nel 2021 contrattisti presenti in 21 Paesi hanno beneficiato di un adeguamento complessivo di circa 800 mila euro”.
“Il piano di adeguamento delle retribuzioni per il 2022 è stato il più grande mai varato dalla Farnesina”, ha sottolineato Silli. “Un terzo del contingente complessivo di personale a contratto, distribuito in 47 Paesi, è stato destinatario di aumenti per circa un milione e mezzo di euro. La legge di bilancio per il 2023, lo ricorda l'Onorevole nella sua interrogazione, ha stanziato 500 mila euro per l'adeguamento delle retribuzioni dei contrattisti. Oltre a sottolineare il fatto che si tratta di un finanziamento sempre a decorrere, quindi di natura strutturale, ricordo che a questa cifra andranno aggiunti, come ogni anno, i risparmi derivanti dai capitoli di gestione”.
“Sulla base di queste risorse, - ha aggiunto il sottosegretario – le nuove istanze di adeguamento retributivo pervenute da Ambasciate e Consolati, così come quelle che giungeranno nei prossimi mesi, verranno esaminate con la massima attenzione tenendo conto delle esigenze dell'intera rete diplomatico-consolare. La discrezionalità esercitata dalla Farnesina si muove infatti all'interno di questo perimetro, delineato dall'esigenza di fornire le risorse necessarie a tutte le Ambasciate e i Consolati e dai fondi a disposizione”.
“Il nostro impegno a preservare il reddito del personale a contratto viene portato avanti attraverso un'ampia serie di strumenti, non solo gli aumenti di retribuzione”, ha detto ancora Silli, citando, in particolare, “la recente riforma dell'articolo 157-bis del decreto del Presidente della Repubblica 18 del 1967” che “ad esempio ha ripristinato la misura di sostegno al nucleo familiare del personale a contratto, venuta meno a seguito della nuova disciplina dell'assegno unico e universale. Questa riforma è stata sostenuta attivamente dalla Farnesina nel corso della conversione del decreto-legge 73 del 2022, cosiddetto “Semplificazioni”, grazie alla stretta collaborazione tra Governo e Parlamento in fase emendativa”.
“Ben consapevoli del loro ruolo nei servizi forniti da Ambasciate e Consolati a favore di connazionali, imprese e richiedenti di visto d'ingresso, - ha concluso – continueremo a garantire ai nostri contrattisti la massima tutela possibile”. (aise)