Scandalo “Italian Sounding” all’Ue: secondo Coldiretti costa al Paese 120 miliardi

ROMA\ aise\ - Lo scandalo dei falsi prodotti italiani costa al nostro Paese la somma di 120 miliardi di euro all’anno, con il paradosso che i maggiori falsificatori delle eccellenze tricolori sono i Paesi industrializzati. A denunciarlo è la Coldiretti nel commentare il post del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che ha denunciato la presenza sugli scaffali del market del Parlamento Europeo di una serie di salse e sughi che richiamano alcune delle più note specialità italiane.
La carbonara, denunciata dal titolare del Masaf, è una delle ricette più “taroccate” all’estero, dall’uso della panna in Belgio o del bacon al posto del guanciale nei Paesi anglosassoni, fino all’uso negli Stati Uniti del formaggio Romano al posto del pecorino. Ma desta curiosità anche la presenza sugli scaffali del sugo alla bolognese, una specialità “acchiappa turisti” che nel nostro Paese non ha di fatto una tradizione.
Per colpa del cosiddetto “Italian sounding”, secondo la Coldiretti, nel mondo più due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi senza alcun legame produttivo e occupazionale con il nostro Paese.
In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche la Mozzarella, il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i nostri salumi più prestigiosi dal San Daniele alla Mortadella, ma anche gli oli extravergini di oliva, le conserve e gli ortofrutticoli come il pomodoro San Marzano.
Se gli Stati Uniti sono i “leader” della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo. Una tendenza che è degenerata in alcuni Paesi dove sono stati messi addirittura sul mercato “magic box” per la produzione casalinga dei formaggi, vini e salumi italiani più tipici in pochi giorni. (aise)