La Croce Rossa nel 160° della prima Convenzione di Ginevra: l’umanità non venga mai messa in discussione

ROMA\ aise\ - “Nel conflitto ucraino e in Medio Oriente, così come in tutte le guerre in corso, a pagare il più caro prezzo sono la popolazione civile, gli operatori umanitari e il personale sanitario impegnati quotidianamente sul campo”. Così il presidente della CRI, Rosario Valastro, oggi, 22 agosto, in occasione del 160esimo anniversario della Prima Convenzione di Ginevra.
“Ogni giorno la dignità umana viene violata”, sottolinea Valastro. “Le atrocità a cui assistiamo ci lasciano attoniti perché antepongono all’Umanità un odio e un’acredine così forti da cancellare ogni forma di rispetto per il prossimo, per la vita. Proprio la vita, di ogni donna, uomo, bambina e bambino, è sacra e va tutelata. Ce lo ha insegnato il nostro fondatore, Henry Dunant, e lo ha ribadito con forza la Comunità internazionale il 22 agosto del 1864, con la firma della Prima convenzione di Ginevra, testo che gettò le basi del Diritto Internazionale Umanitario (DIU) contemporaneo”.
“A 160 anni di distanza da quel giorno storico che portò all’attenzione del mondo un documento rivoluzionario, le crisi umanitarie in essere sembrano rimettere in discussione valori imprescindibili”, ha osservato il presidente della CRI. “Garantire neutralità e protezione alle ambulanze e agli ospedali, al personale e al materiale sanitari, a prescindere dagli schieramenti, proteggere la popolazione civile, riconoscere nel nostro Emblema un simbolo di protezione e neutralità: tutto questo non può e non deve essere cancellato dalla violenza. La tutela dei civili, degli operatori umanitari e del personale medico, devono essere garantiti”.
“Se è vero che la storia insegna ad imparare dal passato, i conflitti di oggi ci impongono di riflettere sul presente”, ha concluso Valastro. “La missione di tutti noi, oggi, è quella di gridare al mondo intero con ancora più forza che l’Umanità non può e non deve mai essere messa in discussione”. (aise)