Unicef: l'ingiustizia dei diritti negati alle adolescenti afghane

Foto: © UNICEF/UNI764384/Azizi

GINEVRA\ aise\ - Una delle "ingiustizie più evidenti del nostro tempo". Così, la direttrice dell'UNICEF, Catherine Russell, ha commentato la notizia secondo cui, negli ultimi quattro anni, da quando alle ragazze adolescenti in Afghanistan è stato vietato di frequentare la scuola oltre la sesta classe, oltre 2,2 milioni di ragazze adolescenti saranno escluse dall'istruzione entro la fine del 2025. Un dato che preoccupa molto l'Agenzia Onu per l'Infanzia anche perché "nessuna nazione può prosperare quando metà della sua popolazione viene lasciata indietro".
All'indomani del devastante terremoto in Afghanistan, che ha causato la morte di 1.172 bambini, l'UNICEF ha voluto rimarcare il ruolo fondamentale delle operatrici sanitarie e sociali istruite e ben preparate, che "non è mai stato così evidente". "Queste donne - ha detto la Direttrice Generale dell'Agenzia Onu per l'Infanzia, Catherine Russell - sono essenziali per gli sforzi di risposta umanitaria, in particolare in una società in cui la rigida separazione tra i sessi limita la capacità dei lavoratori maschi di rispondere alle esigenze delle donne e delle famiglie. Se si vuole che queste professioni, e molte altre, possano essere sostenute, le ragazze devono ricevere un'istruzione".
Mentre milioni di bambini in tutto il mondo tornano in classe per il nuovo anno scolastico in settembre, alle ragazze afghane "viene negato questo diritto fondamentale". Per questo per Russell, questo diritto negato rappresenta "una delle ingiustizie più evidenti del nostro tempo". Un divieto che "rappresenta una grave minaccia per la stabilità e il progresso a lungo termine del Paese. Nessuna nazione può prosperare quando metà della sua popolazione viene lasciata indietro. Se l'Afghanistan vuole andare avanti, ha bisogno della piena partecipazione di uomini e donne per creare una forza lavoro più resiliente, stimolare lo sviluppo economico e soddisfare le esigenze di una nazione in crescita".
"Le ragazze afghane stanno perdendo molto più delle semplici lezioni scolastiche: sono private dei contatti sociali, della crescita personale, della possibilità di plasmare il proprio futuro e di realizzare il proprio potenziale", ha proseguito Russell che si è detta particolarmente preoccupata per le "milioni di ragazze costrette a rimanere confinate nelle loro case e per l'impatto di tale isolamento".
"I miei colleghi dell'UNICEF stanno documentando un aumento dei problemi di salute mentale, dei matrimoni precoci e degli alti tassi di natalità. Tutto questo è evitabile", ha spiegato in conclusione la Direttrice Generale dell'UNICEF, che ha chiesto con urgenza alle autorità de facto di revocare questo "divieto devastante" e di consentire a tutte le ragazze afghane di frequentare la scuola, dalla primaria alla secondaria e oltre". (aise)