Cittadinanza/ Borghese (Maie): nel testo discriminazioni da eliminare

ROMA\ aise\ - Un provvedimento giuridicamente inaccettabile, pieno di “discriminazioni” e che crea “una cittadinanza di serie a e una di serie b” anche all’interno della stessa famiglia. Per questo motivo Mario Borghese, senatore del Maie eletto in Sud America, in dissenso dal suo gruppo ha votato contro il decreto sulla cittadinanza approvato oggi dal Senato.
“La materia della cittadinanza è, per sua natura, molto complessa: prevede una casistica molto ampia di situazioni specifiche e diverse tra loro, trattandosi di una tematica che impatta direttamente sulla vita delle persone, a maggior ragione sugli italiani che vivono all'estero, su quegli italiani che non hanno mai dimenticato le loro origini e che anzi hanno operato e operano lontano dalla Patria per continuare a tenerle vive, su quei cittadini che sono legati alle tradizioni italiane e che hanno vincoli affettivi nella loro terra di origine”, ha detto Borghese, contestando l’uso del decreto legge per normare la materia. “Bisognava procedere con una legge ordinaria o con una legge delega, che consentono approfondimenti e tempi di esame più ampi e adeguati, per elaborare modifiche condivise e accettabili per tutti”.
“Per giustificare l'urgenza, - ha proseguito il senatore del Maie – gli uffici della Farnesina hanno prodotto una relazione che non corrisponde alla realtà dei fatti, che trovo incomprensibile. Con riferimento agli italiani all'estero, è stato affermato che la possibile assenza dei vincoli affettivi con la Repubblica in capo a un crescente numero di cittadini che richiedono il rilascio della cittadinanza italiana, che potrebbe raggiungere una consistenza pari o superiore alla popolazione residente nel territorio nazionale, costituisce un fattore di rischio serio e attuale per la sicurezza nazionale. Ossia, per essere chiari, ci sarebbero circa 60 milioni di italiani all'estero che richiedono tutti insieme la cittadinanza italiana, circostanza che è destituita di fondamento e verità nelle dimensioni rappresentate”. Infatti, ha osservato Borghese, “se si va a leggere il testo del decreto approvato dal Governo, non si colgono infatti gli elementi del rischio cui si vorrebbe porre riparo, forse per la semplice ragione che i rischi medesimi non si riscontrano nella misura denunciata”.
Più realisticamente, “il Governo voleva mettere uno stop agli abusi che si registrano nella notevole richiesta di cittadinanza - e tutti siamo d'accordo - in alcuni Stati del mondo ben individuati. Anch'io e tutta la componente del Maie vogliamo combattere gli abusi senza alcun dubbio o remora, ma il punto assoluto di disaccordo sta nel fatto che il decreto, intervenendo con misure contro gli abusi, colpisce in modo pesante e discriminatorio anche i diritti di chi chiede la cittadinanza sulla base della legge del 1992 e questo è decisamente inaccettabile”.
“Nel testo approvato dal Governo, per fortuna poi parzialmente modificato in Commissione, grazie all'impegno di altri colleghi di maggioranza, anche di colleghi di opposizione che ringrazio molto”, ha detto ancora Borghese, “si sarebbe impedito ai cittadini italiani non nati in Italia di trasmettere la cittadinanza ai figli e ai nipoti. Insomma, si creava una discriminazione tra i cittadini nati in Patria e quelli nati all'estero che pur sempre cittadini sono. Si determinava così una violazione dello ius sanguinis su cui in Italia si fonda l'acquisto automatico della cittadinanza a favore di una sorta di ius soli riveduta e corretta che non esiste nella nostra legislazione. Per fortuna, come dicevo, dopo un lungo confronto in Commissione, di cui ringrazio in primo luogo il presidente Alberto Balboni e anche tutti i colleghi della maggioranza, molto sensibili alla materia, si sono fatti passi in avanti importanti ma che sono, a mio parere, necessari ma non sufficienti. Permangono ancora discriminazioni che andranno eliminate prestissimo, mi auguro, con una legge organica sulla cittadinanza che il Governo si è impegnato presentare a breve”.
Alla luce della riforma, ha spiegato Borghese, “un cittadino italiano, per trasmettere la cittadinanza al figlio non potrà intanto avere un'altra cittadinanza, ad esempio quella italiana e quella svizzera. Tale divieto è già di per sé incomprensibile, visto che l'Italia ha sempre consentito il possesso della doppia cittadinanza. D'ora in poi potrà avere solo quella italiana e, in questo caso, potrà trasmettere la cittadinanza solo al figlio o ai figli nati entro la mezzanotte del 27 marzo 2025; gli altri eventuali figli nati dopo questa data avranno anch'essi la cittadinanza italiana, ma non potranno più trasmetterla a loro volta. Si blocca inspiegabilmente la catena di trasmissione”.
“Si è creata così una cittadinanza di serie a e una di serie b, ciò all'interno della stessa famiglia, - ha stigmatizzato il senatore – in palese contrasto con i basilari principi sanciti dalla Costituzione italiana e in violazione dello ius sanguinis vigente. Per farvi capire, due fratelli, figli degli stessi genitori, non avranno gli stessi diritti”.
Inoltre, ha aggiunto, “sorprende che con questo decreto venga di fatto misconosciuta da un Governo di centrodestra la battaglia per gli italiani all'estero combattuta con forza e successo nei primi anni Duemila dall'onorevole ed ex ministro Tremaglia, padre della legge che ha consentito agli italiani che vivono nel mondo di eleggere i propri parlamentari. Qua mi voglio fermare e desidero approfittare di questa occasione per confermare gratitudine a Tremaglia e alla sua famiglia politica per la loro storica battaglia. Anche io sono in quest'Aula grazie a voi e alla visione di Tremaglia”.
“Nel votare contro questo decreto sulla cittadinanza – ha concluso Borghese – auspico, quindi, che nell'immediato futuro si possa rivedere il provvedimento che giudico negativamente. Continuerò a battermi nel Senato in questa direzione e lo farà anche il MAIE, il movimento politico che qui rappresento, il quale ha nel suo dna la tutela degli italiani all'estero”.
Gli altri senatori del Gruppo - Civici d'Italia-UDC-Noi Moderati-Coraggio Italia-Centro Popolare – hanno votato a favore. (aise)