Cittadinanza/ Della Porta (FdI): essere cittadini italiani è un privilegio

ROMA\ aise\ - “Con questo provvedimento non vogliamo rendere difficile diventare cittadini italiani, vogliamo solo renderlo giusto. Certo, molto ancora si può fare, però, colleghi, essere cittadini italiani non è solo un diritto: essere cittadini italiani è un privilegio e chi lo conquista deve in ogni caso dimostrare un atto di amore verso l'Italia. La cittadinanza è una cosa seria, che d'altra parte non può essere lasciata alla mercé di agenzie spregiudicate”. Così il senatore di Fratelli d’Italia, Costanzo Della Porta, che ieri è intervenuto sul decreto – cittadinanza all’esame dell’Aula del Senato. Replicando alle critiche delle opposizioni, il senatore ha sostenuto che “questo provvedimento sconfessa il teorema secondo il quale tutti gli atti che siano di origine governativa comprimano l'azione del Parlamento. In Commissione abbiamo dimostrato di essere aperti invece ad un confronto bipartisan”, ha rivendicato Della Porta, ringraziando il relatore Lisei il senatore Menia “per il lavoro svolto in 1a Commissione”.
Il decreto-legge, ha aggiunto, “mira a rendere più stringente il principio di effettività del vincolo con l'Italia del richiedente la cittadinanza. Rimane quindi la preminenza dello ius sanguinis e si evita, come dicevo poc'anzi, il mercimonio delle pratiche di cittadinanza da parte di soggetti che lucrano a suon di migliaia di euro e che molto spesso vedono questi personaggi attivare la richiesta per poi utilizzare il passaporto per avere accesso legale in altri Stati”.
In Commissione, ha ricordato il senatore, “abbiamo svolto un lavoro importante e abbiamo audito molti soggetti, tra i quali voglio ricordare la Fondazione Migrantes, un organismo della Conferenza episcopale italiana. La funzionaria che è intervenuta ci ha detto che l'Italia deve garantire una gestione ordinata della mobilità e un contrasto deciso a tutte le pratiche illecite che si inseriscono in modo fraudolento nelle procedure di acquisizione della cittadinanza. Lo dice la CEI, questo vuol dire che siamo comunque sulla strada giusta”.
Della Porta ha poi citato l’audizione del sindaco della Val di Zoldo, “con qualche centinaio di abitanti, che è però raddoppiato con le pratiche di cittadinanza, che ne hanno ingolfato l'ufficio amministrativo e l'anagrafe, con pochi funzionari”.
Fratelli d'Italia, ha ribadito, “condivide il quadro generale definito dal decreto-legge che, di fronte all'esplosione di richieste di passaporto italiano e di riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis, con riferimento ad avi di quinta o sesta generazione, su cui lucrano studi, agenzie e approfittatori senza scrupoli, da parte di persone senza alcun legame reale con l'Italia, restringe tale riconoscimento a una discendenza reale”.
Replicando al senatore Scalfarotto che aveva definito “schizofrenico” il fatto che “il partito di Mirko Tremaglia tolga la cittadinanza agli italiani”, Della Porta ha definito Tremaglia “patrimonio della destra italiana”. Politico che “qualche anno fa, con grande slancio di vicinanza e affetto verso i nostri connazionali all'estero, introdusse per loro la possibilità di votare e anche di essere eletti. In quest'Aula ci sono quattro colleghi figli di quella generosità. Questo per dire che Fratelli d'Italia, e credo tutta la maggioranza, non è contraria ad una visione diversa e complessiva della cittadinanza, che però non può essere svenduta”.
“Le migliorie che abbiamo adottato grazie agli emendamenti che sono stati discussi in 1a Commissione, presentati innanzitutto da Fratelli d'Italia” ha sottolineato il senatore – “hanno portato in particolare ad accordare il riconoscimento della cittadinanza, secondo le norme previgenti al decreto-legge, a coloro che ne avevano fatto richiesta prima della sua entrata in vigore, ma a cui non era stato ancora possibile iniziare o concludere il procedimento. È quindi possibile riconoscere la cittadinanza italiana anche alle terze generazioni, se il nato o minore adottato viene dichiarato alle autorità consolari entro un anno. Le migliorie introdotte hanno portato poi ad individuare misure per favorire il recupero delle radici italiane degli oriundi e il conseguente acquisto della cittadinanza italiana. In pratica, si tratta della possibilità di un percorso privilegiato di accesso, al di fuori delle quote stabilite per i flussi, per gli italodiscendenti che potranno risiedere con contratto regolare di lavoro in Italia e riconquistare la cittadinanza dopo due anni, e non più tre. Inoltre c'è l'emendamento governativo, che è nato sempre sulla spinta di Fratelli d'Italia, sulla riapertura dei termini per l'ottenimento della cittadinanza italiana per i connazionali che l'avevano perduta per naturalizzazione forzata nei Paesi in cui erano emigrati. Non solo, ma abbiamo comunque salvaguardato anche le richieste pendenti andando a mitigare gli effetti retroattivi della norma”.
“È nostro dovere garantire che i flussi migratori siano regolari. Con questo decreto-legge – ha ribadito – poniamo un argine a quelle pratiche quantomeno anomale, se non illegittime, che vogliono regalare la cittadinanza a fronte di un lucro da parte di soggetti che stanno speculando sulla situazione. Poniamo questo argine, ma siamo aperti al confronto. Chi prima di me ha ricordato che ci sono disegni di legge depositati che avranno il compito di guardare in maniera complessiva questa materia deve sapere che da questa parte dell'emiciclo ci sarà la massima disponibilità al confronto. La cittadinanza non può e non deve essere una questione divisiva, per cui la affronteremo insieme. Oggi però abbiamo posto un primo tassello affinché la cittadinanza non sia merce in vendita. Faremo in modo con i prossimi interventi che sia davvero un provvedimento di natura e di portata complessive, che – ha concluso – nel futuro darà la possibilità a chi davvero vorrà essere italiano di farlo guardando all'Italia con amore”. (aise)Cittadinanza/ Della Porta (FdI): essere cittadini italiani è un privilegio
ROMA\ aise\ - “Con questo provvedimento non vogliamo rendere difficile diventare cittadini italiani, vogliamo solo renderlo giusto. Certo, molto ancora si può fare, però, colleghi, essere cittadini italiani non è solo un diritto: essere cittadini italiani è un privilegio e chi lo conquista deve in ogni caso dimostrare un atto di amore verso l'Italia. La cittadinanza è una cosa seria, che d'altra parte non può essere lasciata alla mercé di agenzie spregiudicate”. Così il senatore di Fratelli d’Italia, Costanzo Della Porta, che ieri è intervenuto sul decreto – cittadinanza all’esame dell’Aula del Senato. Replicando alle critiche delle opposizioni, il senatore ha sostenuto che “questo provvedimento sconfessa il teorema secondo il quale tutti gli atti che siano di origine governativa comprimano l'azione del Parlamento. In Commissione abbiamo dimostrato di essere aperti invece ad un confronto bipartisan”, ha rivendicato Della Porta, ringraziando il relatore Lisei il senatore Menia “per il lavoro svolto in 1a Commissione”.
Il decreto-legge, ha aggiunto, “mira a rendere più stringente il principio di effettività del vincolo con l'Italia del richiedente la cittadinanza. Rimane quindi la preminenza dello ius sanguinis e si evita, come dicevo poc'anzi, il mercimonio delle pratiche di cittadinanza da parte di soggetti che lucrano a suon di migliaia di euro e che molto spesso vedono questi personaggi attivare la richiesta per poi utilizzare il passaporto per avere accesso legale in altri Stati”.
In Commissione, ha ricordato il senatore, “abbiamo svolto un lavoro importante e abbiamo audito molti soggetti, tra i quali voglio ricordare la Fondazione Migrantes, un organismo della Conferenza episcopale italiana. La funzionaria che è intervenuta ci ha detto che l'Italia deve garantire una gestione ordinata della mobilità e un contrasto deciso a tutte le pratiche illecite che si inseriscono in modo fraudolento nelle procedure di acquisizione della cittadinanza. Lo dice la CEI, questo vuol dire che siamo comunque sulla strada giusta”.
Della Porta ha poi citato l’audizione del sindaco della Val di Zoldo, “con qualche centinaio di abitanti, che è però raddoppiato con le pratiche di cittadinanza, che ne hanno ingolfato l'ufficio amministrativo e l'anagrafe, con pochi funzionari”.
Fratelli d'Italia, ha ribadito, “condivide il quadro generale definito dal decreto-legge che, di fronte all'esplosione di richieste di passaporto italiano e di riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis, con riferimento ad avi di quinta o sesta generazione, su cui lucrano studi, agenzie e approfittatori senza scrupoli, da parte di persone senza alcun legame reale con l'Italia, restringe tale riconoscimento a una discendenza reale”.
Replicando al senatore Scalfarotto che aveva definito “schizofrenico” il fatto che “il partito di Mirko Tremaglia tolga la cittadinanza agli italiani”, Della Porta ha definito Tremaglia “patrimonio della destra italiana”. Politico che “qualche anno fa, con grande slancio di vicinanza e affetto verso i nostri connazionali all'estero, introdusse per loro la possibilità di votare e anche di essere eletti. In quest'Aula ci sono quattro colleghi figli di quella generosità. Questo per dire che Fratelli d'Italia, e credo tutta la maggioranza, non è contraria ad una visione diversa e complessiva della cittadinanza, che però non può essere svenduta”.
“Le migliorie che abbiamo adottato grazie agli emendamenti che sono stati discussi in 1a Commissione, presentati innanzitutto da Fratelli d'Italia” ha sottolineato il senatore – “hanno portato in particolare ad accordare il riconoscimento della cittadinanza, secondo le norme previgenti al decreto-legge, a coloro che ne avevano fatto richiesta prima della sua entrata in vigore, ma a cui non era stato ancora possibile iniziare o concludere il procedimento. È quindi possibile riconoscere la cittadinanza italiana anche alle terze generazioni, se il nato o minore adottato viene dichiarato alle autorità consolari entro un anno. Le migliorie introdotte hanno portato poi ad individuare misure per favorire il recupero delle radici italiane degli oriundi e il conseguente acquisto della cittadinanza italiana. In pratica, si tratta della possibilità di un percorso privilegiato di accesso, al di fuori delle quote stabilite per i flussi, per gli italodiscendenti che potranno risiedere con contratto regolare di lavoro in Italia e riconquistare la cittadinanza dopo due anni, e non più tre. Inoltre c'è l'emendamento governativo, che è nato sempre sulla spinta di Fratelli d'Italia, sulla riapertura dei termini per l'ottenimento della cittadinanza italiana per i connazionali che l'avevano perduta per naturalizzazione forzata nei Paesi in cui erano emigrati. Non solo, ma abbiamo comunque salvaguardato anche le richieste pendenti andando a mitigare gli effetti retroattivi della norma”.
“È nostro dovere garantire che i flussi migratori siano regolari. Con questo decreto-legge – ha ribadito – poniamo un argine a quelle pratiche quantomeno anomale, se non illegittime, che vogliono regalare la cittadinanza a fronte di un lucro da parte di soggetti che stanno speculando sulla situazione. Poniamo questo argine, ma siamo aperti al confronto. Chi prima di me ha ricordato che ci sono disegni di legge depositati che avranno il compito di guardare in maniera complessiva questa materia deve sapere che da questa parte dell'emiciclo ci sarà la massima disponibilità al confronto. La cittadinanza non può e non deve essere una questione divisiva, per cui la affronteremo insieme. Oggi però abbiamo posto un primo tassello affinché la cittadinanza non sia merce in vendita. Faremo in modo con i prossimi interventi che sia davvero un provvedimento di natura e di portata complessive, che – ha concluso – nel futuro darà la possibilità a chi davvero vorrà essere italiano di farlo guardando all'Italia con amore”. (aise)