Cittadinanza/ Di Sanzo (Pd): una legge che ci riporta indietro di 30 anni

ROMA\ aise\ - “Oggi è un giorno in cui il Governo Meloni va a mettere un altro tassello, quello più tragico del piano di smantellamento delle realtà degli italiani all'estero. Un piano al quale assistiamo dall'inizio di questo Governo, che pezzo dopo pezzo state attuando per distruggere la realtà degli italiani all'estero, ostacolandola non per necessità, ma per una chiara scelta politica”. Così Christian Di Sanzo, deputato Pd eletto all’estero, nel suo intervento di questa mattina nell’Aula di Montecitorio durante la discussine sul decreto-cittadinanza che la Camera voterà nel pomeriggio.
Criticato l’uso del decreto per normare una materia così complessa e il fatto che il passaggio in Senato non abbia portato ad una “soluzione bilanciata”, Di Sanzo ha sostenuto che, con la riforma, il Governo “sta dicendo che i figli di chi ha la doppia cittadinanza non potranno essere più italiani a meno che i genitori non abbiano vissuto 2 anni in Italia. Un decreto che impone un limite fortissimo a tutti gli italiani che vivono oggi l'esperienza dell'emigrazione. In pratica state dicendo che i nipoti di chi oggi emigra non saranno più cittadini italiani perché i nonni si sono macchiati del peccato di acquistare la doppia cittadinanza”.
È una “legge che ci riporta in pratica indietro di 30 anni a quando non esisteva la doppia cittadinanza”; un provvedimento con cui “oggi voi dite ai nostri giovani ricercatori, imprenditori, professionisti che se oggi se ne vanno dall'Italia li punite con la minaccia che i loro nipoti non potranno essere italiani”.
Nel testo, ci sono poi “altri aspetti volti solo ad ostacolare la vita degli italiani all'estero, come la registrazione entro un anno dei nuovi figli quando i nostri consolati sono già oberati di pratiche e molti richiedono appuntamenti per svolgere le pratiche di stato civile, appuntamenti che sono spesso molto difficili da trovare. Quindi, si rischia che molti giovani, neonati italiani perderanno il diritto alla cittadinanza solo perché non troveranno un appuntamento in consolato. Avete poi messo questo spartiacque tra prima del 27 marzo e dopo il 27 marzo per le pratiche di cittadinanza, creando caos e confusione negli uffici consolari, perché siete incapaci di gestire una transizione organizzata che poteva essere programmate e strutturata. E poi – ha ricordato Di Sanzo – solo grazie all'intervento del Partito Democratico siamo riusciti a salvare le pratiche di chi aveva già un appuntamento, il minimo che si potesse fare per evitare di passare come il solito Paese di Pulcinella dove si promette prima una cosa a persone che spendono migliaia di euro per ottenerla e poi a un certo punto si annulla tutto dicendo che abbiamo semplicemente scherzato”.
“L'unica notizia positiva di questo provvedimento è la possibilità del riacquisto della cittadinanza per chi l'ha persa prima del 1992”, ha osservato. “Una battaglia bipartisan che noi fortemente rivendichiamo, come Partito Democratico, per il lavoro che abbiamo fatto per costruire e raggiungere questo risultato, un lavoro avviato già da anni, da più legislature. Solo in questa legislatura c'erano ben 3 proposte alla Camera sul riacquisto della cittadinanza”. Si tratta però di “un risultato a metà, perché chi riacquista la cittadinanza non potrà trasmetterla ai figli nati quando non era cittadino e soprattutto non potrà trasmetterla ai propri nipoti”. Il riacquisto, ha sostenuto il deputato, “non era tanto fondamentale solo per far morire da italiano chi era nato italiano, ma lo era anche per i loro figli e i loro nipoti e non si può pensare che ora voi andrete a rivendervi questo risultato nelle comunità all'estero senza però dire che non avrà alcuna influenza sulle loro famiglie. Per questo è un giochetto che può funzionare uno o due mesi perché non appena andranno al consolato a cercare di registrare i propri figli o i nipoti si accorgeranno che la vostra è stata solo una promessa parziale. Chi vuole oggi riacquistare la cittadinanza non lo fa solo per sé, ma lo faceva proprio per condividerla con la famiglia e questa cosa non gli sarà possibile”.
“Voi che siete il partito di Mirko Tremaglia, uno degli artefici di una riforma che però fu bipartisan - attenzione - del voto degli italiani all'estero, siete coloro che oggi decretano la morte delle comunità all'estero. Oggi infatti stiamo assistendo al sacrificio delle comunità di italiani all'estero che voi avete deciso di immolare oggi sull'altare del nazionalismo perché – ha accusato Di Sanzo – nella vostra idea di Patria non esiste che qualcuno possa essere cittadino di più Paesi e che in un mondo globalizzato si possa avere più di una cittadinanza. Quindi, l'unico modo che avete di interpretare la realtà di oggi, che voi non riuscite a comprendere, è quello di riportarci a 30 anni fa, ossia a quando non esisteva la doppia cittadinanza, perché la realtà del mondo vi sfugge e riuscite solo a sopravvivere rinchiudendovi nel vostro nazionalismo”.
“Oggi è quindi il giorno dell'inizio della fine di una realtà, di un'eredità culturale, politica e storica: quella delle nostre comunità all'estero. Comunità che non capite come poter integrare nel sistema Paese, che vi fanno paura e che non sapete come rendere partecipi se non a parole quando andate a cercare il loro voto. Ma io spero che gli italiani all'estero si ricordino il nome, questa volta è la Presidente Giorgia Meloni, di colei che ha decretato la fine delle nostre comunità”, ha ribadito. “Come Partito Democratico, crediamo in un'idea fondamentalmente diversa del mondo, in un mondo in cui l'esperienza internazionale dei nostri giovani è un valore e non un demerito, in un mondo in cui si può essere cittadini di più Paesi e costruire ponti tra l'Italia e l'estero. Ed è per questo che voteremo convintamente contro ad un provvedimento che ci riporta agli anni Ottanta perché invece di andare avanti voi avete deciso di riportare il mondo indietro”.
Il deputato ha quindi lanciato un “appello” al Governo con un “invito aduna riflessione collettiva e seria: sappiamo che questo decreto oggi è solo un altro dei vostri tasselli nel piano di smantellamento delle comunità all'estero. Ma sappiamo anche che presto dovremo discutere un altro provvedimento in tema di cittadinanza che avete già mandato al Senato (il DDL cittadinanza). Ecco, quella potrebbe essere l'occasione di limitare i danni che avete fatto oggi. Almeno quella – ha concluso – non sprechiamola”. (aise)