Cittadinanza/ Giacobbe (Pd): le nostre comunità nel mondo rischiano l’estinzione

ROMA\ aise\ - “Questa legge spezzerà la catena di discendenza degli italiani all’estero, fermandola a una sola generazione, condannando le nostre comunità all’estinzione”. Così il senatore eletto all’estero Francesco Giacobbe (Pd), intervenuto oggi nell’Aula del Senato dove è proseguita la discussione sul decreto-legge sulla cittadinanza. “Con loro si estingueranno le strutture sociali che le hanno caratterizzate, la promozione locale della nostra cultura e della lingua”, ha aggiunto. “Le nostre Little Italy nel mondo, simbolo del contributo dato dagli italiani allo sviluppo di altre società, cadranno in rovina, umiliando decenni di storia di emigrazione”.
Il senatore ha criticato duramente l’impianto del decreto, definendolo una “riforma burocratica con l’obiettivo di fare cassa”.
“Dopo aver raddoppiato il costo della richiesta di cittadinanza, oggi chiedete agli italiani che hanno finalmente la possibilità di riacquistare un diritto che gli spetta, il riacquisto della cittadinanza perduta prima del 1997, di pagare 250 euro. E ancora non sappiamo se la trascrizione dei figli nati all’estero sarà gratuita o se si consumerà l’ennesima discriminazione,” ha denunciato.
Durante l’intervento, Giacobbe ha ribadito la richiesta, già avanzata in Commissione, di introdurre meccanismi che regolino la trasmissione della cittadinanza evitando discendenze infinite, ma senza cancellare il principio di trasmissione diretta che da sempre ha legato milioni di italiani alle loro radici, presentando alcuni emendamenti a sua firma.
“Proponiamo due alternative concrete che vi preghiamo di tenere in considerazione,” ha spiegato: “per i nascituri e i minorenni: adottare un criterio oggettivo legato all’iscrizione all’AIRE dei genitori. Per chi fa richiesta da maggiorenne: richiedere, oltre alla discendenza, la dimostrazione di una cittadinanza consapevole, che includa la conoscenza della lingua, dei valori e della cultura italiana”.
Giacobbe ha fatto proprie le proposte del CGIE, in particolare quelle sostenute dalla Segretaria Maria Chiara Prodi, sottolineando l’importanza di una visione moderna, equilibrata e rispettosa delle nostre comunità nel mondo.
“La cittadinanza non è solo un atto burocratico, è identità, appartenenza, orgoglio. È un ponte tra l’Italia e chi, pur lontano, resta italiano nel cuore. Questo decreto rischia di rompere quel legame. Non criminalizzate la cittadinanza e gli italiani all’estero. Fermatevi prima che sia troppo tardi,” ha concluso. (aise)