Fondi per il referendum all’estero: i deputati Pd interrogano Tajani

ROMA\ aise\ - Quanti fondi sono stanziati per l'organizzazione del voto degli italiani all'estero in occasione del referendum abrogativo di giugno? A chiederlo sono i deputati Pd eletti all’estero – Ricciardi, Carè, Di Sanzo e Porta – in una interrogazione al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani.
Ricordato che “la legge 27 dicembre 2001, n. 459, recante “Norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero”, ha dato attuazione all'articolo 48, comma 3 della Costituzione, che demanda alla legge l'individuazione dei requisiti e delle modalità per l'esercizio del diritto di voto da parte dei cittadini residenti all'estero”, i deputati puntualizzano che “l'articolo 17, comma 3 della suddetta legge stabilisce che, ai fini dello svolgimento della campagna elettorale, le rappresentanze diplomatiche e consolari sono tenute ad adottare iniziative atte a promuovere la più ampia comunicazione politica tramite giornali e periodici italiani editi all'estero, nonché attraverso altri mezzi di informazione in lingua italiana o comunque rivolti alle comunità italiane all'estero, nel rispetto della parità di accesso e trattamento per tutti i soggetti politici”.
“Il voto per corrispondenza degli italiani all'estero – sottolineano Ricciardi, Carè, Di Sanzo e Porta – rappresenta una fondamentale conquista democratica, ma comporta significative complessità logistiche, finanziarie e organizzative, che richiedono adeguate risorse e trasparenza”.
“Da più parti – riportano i deputati – ci sono giunte segnalazioni circa disservizi e gravi criticità nella tornata elettorale attualmente in corso, tra cui, la mancanza di campagne informative sui media locali o italiani all'estero e il ritardo dell'invio dei plichi elettorali; queste mancanze, se combinate a una riduzione dei fondi destinati alle operazioni elettorali, potrebbero configurare, a giudizio degli interroganti; un vero e proprio boicottaggio tecnico preventivo, attuato non con misure esplicite ma mediante il taglio delle risorse e la compressione degli strumenti informativi pur nonostante un incremento del numero di iscritti all'Aire”.
“Al momento, - si legge ancora nella premessa – non risulta pubblicamente noto: l'ammontare preciso del fondi stanziati per la tornata elettorale in corso per la circoscrizione estero; i criteri utilizzati per la loro ripartizione tra i consolati; l'eventuale presenza di direttive interne relative all'uso dei fondi per comunicazione istituzionale e campagne informative”.
I parlamentari, dunque, chiedono di sapere “quale sia l'ammontare complessivo e il riparto dei singoli capitoli dei fondi stanziati per l'organizzazione del voto degli italiani all'estero in occasione dell'attuale tornata elettorale, anche in raffronto alle ultime due tornate elettorali (elezioni politiche 2022 ed elezioni europee 2024) e quali siano i criteri adottati dal Maeci per la distribuzione delle risorse economiche tra le sedi consolari, tenuto conto delle differenze di popolazione iscritta all'Aire, dei costi locali e della necessità di garantire parità di accesso e condizioni eque per l'esercizio del voto”. (aise)