Giacobbe (Pd): con legge sulla cittadinanza spezzato il legame con comunità italiane all'estero

ROMA\ aise\ - La cittadinanza, passa da "essere un diritto ad essere una concessione". Di fatto "un legame spezzato più che rafforzato" con le comunità italiane all'estero. Questo il pensiero del senatore del Pd eletto in Australia, Francesco Giacobbe, che attraverso una domanda ha voluto esprimere la sua rispetto alla conversione in legge del DL Cittadinanza: "il Ministro Tajani esulta, dice che da oggi la cittadinanza rifletterà un legame reale con il Paese, non solo un’eredità formale. E che si tratta di un riconoscimento per chi vuole contribuire alla vita italiana. Ma come si rafforza il legame tra l’Italia e gli italiani all’estero se questi vengono puniti per il semplice fatto che sono emigrati e hanno acquisito la cittadinanza di un paese estero per poter esercitare i proprio diritti sociali e politici?”.
“Questo è quanto vorrei sapere dal ministro perché fino ad oggi le nostre comunità nel mondo hanno mantenuto ben saldo il legame fra loro e l’Italia - si è risposto Giacobbe -. Grazie al suo decreto e ai peggioramenti che la maggioranza ha apportato in Senato, ora le nostre comunità non esisteranno più, perché spezzando la catena di trasmissione, di fatto, non ci saranno più comunità italiane al di fuori dell’Italia".
"Senza considerare che con questo decreto cambia fondamentalmente il concetto di acquisizione cittadinanza prevedendo che si possa acquisire su domanda e rispondendo a requisiti più che altro burocratici - ha aggiunto ancora il senatore eletto all'estero -. Quindi la cittadinanza passa dall’essere un diritto a divenire una concessione”.
Sul riacquisto facilitato per chi ha perso la cittadinanza prima del 1992, il Senatore Giacobbe spiega: “Siamo d’accordo che sia un passo avanti importante ed è stata una nostra battaglia che, almeno in parte, abbiamo vinto. Ma questo diritto, perché di diritto si tratta e non di una concessione, è solo per i nati in Italia e previo pagamento di tassa da 250 euro. Esclude quindi mogli e figli nati all’estero che per effetto della naturalizzazione del marito/padre hanno perso la cittadinanza italiana senza aver diritto di scelta”.
Il Ministro, secondo quanto riportato da Giacobbe, ha parlato anche di "regole più chiare che aiutano a ridurre le richieste e migliorare i servizi per chi ha un legame vero con l’Italia".
“Che migliorino i servizi lo auspichiamo tutti", ha ironizzato Giacobbe spiegando che: “Mi sono battuto anche nella scorsa finanziaria, coma ha fatto tutto il Pd anche alla Camera, per ottenere più fondi per rafforzare i consolati e digitalizzare i servizi. La maggioranza avrebbe potuto sposare questa strada invece di togliere diritti per risparmiare soldi e tempo. Quanto alla chiarezza della nuova legge, anche qui ci sarebbe da discutere, anche perché evidenzia profili non costituzionali che, con ogni probabilità, contribuiranno a inondare i tribunali di ricorsi”.
Infine, il rappresentante del Pd ha sottolineato come Tajani non abbia citato alcuni fra "gli effetti più intollerabili di questa legge". E cioè, "che ha un valore retroattivo. Toglie diritti acquisiti per nascita a tantissimi nostri concittadini che hanno la sola colpa di avere una doppia cittadinanza. Ai minorenni nati prima dell’entrata in vigore del decreto, a cui viene anche “rubata” la cittadinanza è data la possibilità di averla “concessa” entro un anno. Speriamo gli enti preposti ad applicare questa norma abbiano le risorse per farlo. In ogni caso va sottolineato che chi riacquista la cittadinanza non potrà trasmetterla ai discendenti. Altro che legame rafforzato. Io parlerei di legame definitivamente spezzato”. (aise)