Giacobbe (Pd): il decreto cittadinanza è un attacco ingiustificato e incostituzionale agli italiani all’estero

ROMA\ aise\ - “Incostituzionale” e “discriminatorio”. Così, il Senatore del Pd eletto in Australia, Francesco Giacobbe, ha definito il Decreto Cittadinanza in Senato, durante la discussione sulle questioni pregiudiziali. Un intervento in cui non ha quindi usato mezzi termini per definire un provvedimento “che rischia di colpire duramente milioni di cittadini italiani residenti all’estero”.
“Una materia delicata e fondamentale per la stessa esistenza dello Stato viene trattata con un decreto-legge calato dall’alto dal governo, senza alcun preavviso o confronto parlamentare”, ha spiegato Giacobbe. “Si tratta di un atto grave che viola l’art. 70 e l’art. 77 della Costituzione, forzando lo strumento del decreto-legge in assenza di una reale urgenza, motivata invece da pretestuose esigenze di sicurezza”.
Il senatore ha ricordato come nella relazione tecnica al decreto si paventi la presenza degli italiani all’estero come un rischio per la sicurezza nazionale. “Una teoria cospirazionista e infondata - ha commentato Giacobbe - smentita dalla stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che pochi giorni fa in Aula ha definito gli italiani all’estero la nostra migliore rete diplomatica”.
“Ovunque c’è un italiano, c’è Italia… italiani all’estero, rappresentate per noi una risorsa straordinaria”, ha citato Giacobbe, richiamando le stesse parole pronunciate in passato dalla Premier. “Eppure ora questa maggioranza sembra vedere negli emigrati un nemico, invece che una risorsa”.
Il decreto, ha spiegato, introduce “criteri discriminatori e retroattivi che violano numerosi principi costituzionali”, tra cui, ha citato, quello di uguaglianza (art. 3), il diritto alla difesa (art. 24), e il principio di irretroattività delle leggi sfavorevoli.
“Siete passati da “Prima gli italiani”, a “Prima gli italiani nati in Italia”, fino a “Prima gli italiani con cittadinanza esclusiva””, ha affermato con forza il senatore eletto all’estero. “State restringendo sempre di più la cerchia dei cittadini i cui diritti valgono davvero”.
Il senatore, avviandosi alla fine ha poi evidenziato il rischio concreto di un’ondata di ricorsi giudiziari e la totale disconnessione del decreto rispetto alla realtà delle comunità italiane nel mondo. “Questo decreto mortifica i nostri emigrati, i nostri figli e nipoti, e tutte le reti che hanno costruito nel mondo il valore del Made in Italy. Fermatevi!”, ha concluso. “Avviamo un confronto serio e costruttivo, che riconosca nella cittadinanza un diritto da tutelare, non un crimine da combattere.”
A nome del Partito Democratico, poi, Giacobbe ha formalmente chiesto di non procedere con l’esame del decreto, ai sensi dell’articolo 93 del Regolamento del Senato. (aise)