Referendum: in Australia l’appello al voto di Pd Inca Cgil e Filef

SYDNEY\ aise\ - Un invito alla partecipazione al voto referendario. A rilanciarlo sono Giuseppe Ardica, Segretario del PD in Australia, il Coordinatore Nazionale INCA Fabio Sandonà e Luca Esposito, responsabile FILEF in Australia in un messaggio ai connazionali in Australia, chiamati al voto per i referendum su lavoro e cittadinanza.
“Questo appuntamento rappresenta un’occasione cruciale per esercitare il diritto democratico e contribuire a costruire un’Italia più giusta, inclusiva e rispettosa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini”, si legge nel messaggio di Ardica, Sandonà ed Esposito. “I cinque quesiti referendari, promossi dalla CGIL e da associazioni come +Europa, toccano temi fondamentali: il lavoro e la cittadinanza. Votare – sottolineano – è un dovere civico per affermare i principi di dignità, sicurezza e uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione”.
Ricordato che le schede votate dagli italiani all’estero devono arrivare nei Consolati entro le 16:00 del 5 giugno, Ardica, Sandonà ed Esposito ricordano che “Partito Democratico, INCA CGIL e FILEF Australia sostengono con convinzione il SÌ a tutti e cinque i quesiti, poiché rappresentano un passo verso un’Italia più equa”.
Il primo quesito, spiegano, “mira ad abrogare il contratto a tutele crescenti del Jobs Act, ripristinando il reintegro per i licenziamenti illegittimi nelle aziende con più di 15 dipendenti, garantendo così maggiore protezione ai lavoratori. Il secondo quesito elimina il tetto massimo di sei mensilità per l’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole imprese, affidando al giudice la determinazione di un risarcimento equo. Il terzo quesito contrasta la precarietà, reintroducendo l’obbligo di motivare i contratti a termine, per favorire occupazioni stabili. Il quarto quesito rafforza la responsabilità solidale di committenti, appaltatori e subappaltatori per gli infortuni sul lavoro, promuovendo una maggiore sicurezza. Infine, il quinto quesito riduce da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale necessario per richiedere la cittadinanza italiana, un cambiamento essenziale per includere oltre 2,3 milioni di persone che vivono, studiano e lavorano nel nostro Paese”.
“Votare SÌ significa scegliere la dignità del lavoro, la sicurezza sul posto di lavoro e l’inclusione per chi considera l’Italia la propria casa. Invitiamo tutti a non lasciarsi scoraggiare dalle chiamate all’astensione e a partecipare attivamente. Il vostro voto è la vostra voce”, concludono. “Usatela per un futuro migliore”. (aise)