“Frammenti di luce e colore”: l’Impressionismo è a Siracusa

SIRACUSA\ aise\ - Da sabato 24 maggio e fino a domenica 28 settembre uno dei luoghi simbolo di Siracusa, il Castello Maniace, situato all’estremità dell’isola di Ortigia e affacciato direttamente sul Mar Ionio, ospiterà la mostra “Impressionisti. Frammenti di luce e colore, da Monet a Renoir”, a cura di Stefano Oliviero.
Costruito nel XIII secolo per volontà di Federico II di Svevia, il Castello Manice rappresenta un capolavoro dell’architettura militare medievale mediterranea e oggi è un importante centro culturale e turistico. La scelta di questa sede non è casuale: il dialogo tra la storia millenaria del sito e l’innovazione pittorica dell’Impressionismo crea un ponte ideale tra passato e modernità, tradizione e avanguardia.
Dopo il successo della mostra realizzata in occasione dei 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo a Roma, arriva dunque a Siracusa un insieme organico di opere che non solo celebra uno dei movimenti artistici più influenti e innovativi della storia dell’arte occidentale, ma intende documentare anche l’irrompere della rivoluzione impressionista a Parigi, indagando un arco temporale che va dal 1850 fino ai primi anni del Novecento.
Prodotta da Mediterranea in collaborazione con Navigare, “Impressionisti. Frammenti di luce e colore, da Monet a Renoir” è un’occasione unica per entrare nel cuore di un movimento che ha scardinato le convenzioni artistiche e sociali del mondo a venire.
Gli anni dell’Impressionismo furono anni di grandi cambiamenti, non solo nel mondo dell’arte, ma soprattutto storici, sociali, economici. Il mondo, all’alba di un nuovo secolo, si vedeva proiettato in un futuro di grandi sconvolgimenti, annunciati con la comparsa della luce elettrica, del telefono, del volo, dei grandi treni sbuffanti, delle prime metropolitane, della nascente civiltà industriale e, per gli artisti, l’irrompere delle sconvolgenti novità della fotografia e del cinema, che li costrinse a fare i conti con una visione della realtà mai prima immaginata. Fu proprio anche grazie alla fotografia che ebbe vita l’Impressionismo. Infatti, fu nello studio di un fotografo, quel Nadar sopracitato, che ebbe luogo la loro prima mostra, esattamente centocinquanta anni fa.
Stefano Oliviero, storico dell’arte e curatore della mostra, cita Boudin quando afferma che “la perfezione è opera collettiva, senza l’una nemmeno l’altra sarebbe arrivata dove è arrivata. Ciò valse per questo gruppo di pittori che insieme apprendevano, lottavano, soffrirono ed esposero le loro opere. Spesso andarono contro i loro interessi reciproci e, come gruppo, furono divisi da qualche conflitto interno, ma la loro opera dimostrò, forse meglio delle loro azioni, come lottarono per conquistare una visione nuova, sia in maniera individuale che in maniera collettiva”.
Il punto di partenza è il movimento che fa capo all’Ecole de Barbizon i cui pittori furono gli ispiratori di quei giovani che nel 1874 sfidarono il Salon ufficiale organizzando una mostra in proprio. Gli Impressionisti iniziarono così la loro conquista proseguendo con altre sette mostre ufficiali alle quali parteciparono numerosi artisti. Tutto questo rappresenta l’ingresso ufficiale del movimento nel mondo dell’arte.
Protagonisti assoluti dell’esposizione sono i grandi maestri dell’Impressionismo francese: Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Berthe Morisot, Edgar Degas, Édouard Manet e altri artisti, accanto ai grandi comprimari come Gervex, Courbet e Rousseau, che, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, rivoluzionarono il concetto stesso di pittura.
La presenza di alcune figure del Post-Impressionismo documenta l’influenza che il movimento ha avuto nel mondo artistico di fine Ottocento, rimarcata dalle presenze di artisti come Toulouse Firmin-Girard, Maurice Denis e anche di artisti italiani come Boldini e De Nittis, les italiens de Paris.
Abbandonando i canoni accademici e le rigidità della pittura di storia, gli impressionisti scelsero di ritrarre la vita moderna, i paesaggi naturali, la luce mutevole e i gesti quotidiani, rendendo protagoniste le emozioni, la percezione e l’esperienza soggettiva.
La mostra si articola in più sezioni tematiche, ciascuna dedicata a uno degli aspetti fondamentali del movimento: la nascita del gruppo degli Impressionisti, le innovazioni tecniche, la rappresentazione della città e della natura, il ruolo delle donne artiste e l’eredità lasciata all’arte contemporanea.
Oltre alle opere – olii tela, olii su tavolo, olii su cartoncino, pastelli su tela, acquerelli su carta, disegni su tela, litografie e riproduzioni in alta definizione e installazioni multimediali che guideranno il visitatore in un percorso immersivo e coinvolgente –, saranno esposti anche materiali d’archivio, fotografie d’epoca, documenti originali, lettere tra gli artisti e apparati didattici pensati per offrire un contesto storico e culturale approfondito provenienti tutti da collezioni private.
Un’intera sezione della mostra è dedicata alla “luce”, ovvero alla capacità degli Impressionisti di catturare e restituire l’impressione visiva del momento attraverso tocchi rapidi, colori puri, contrasti dinamici e una pittura “en plein air” che ha cambiato per sempre il modo di dipingere.
I prestiti, provenienti da collezioni private, mettono in luce un substrato tutt’altro che popolare, di preziosi manufatti che non vengono quasi mai donati al pubblico.
“Ogni forma d’arte trae respiro dalla propria poesia, dalla capacità di abbracciare il mondo nella sua complessità, come dall’intento, che è anche intuizione, di riuscire a farci percepire quel mondo in maniera diversa da come ci appare”, afferma il curatore della mostra. “I grandi protagonisti dell’Impressionismo hanno saputo liberare la pittura da convenzioni e imposizioni, rendendo l’arte accessibile, vitale, universale. Con questa mostra vogliamo restituire quello spirito originario di comunità, di scambio e di libertà che ha segnato un punto di svolta irripetibile nella storia dell’arte”. E comprendere appieno un movimento che ha aperto la strada alla libertà creatrice per gli artisti di tutto il mondo. (aise)