Mattarella: a Gaza condizione dei bambini disumana

ROMA\ aise\ - “Pesa il ricordo straziante di bambini da tempo in condizioni disperate di denutrizione e di abbandono sanitario, come in Sudan; di bambini rapiti e sottratti alle loro famiglie come in Ucraina; di bambini, anche neonati, uccisi o rapiti dal terrorismo come nella turpe giornata del 7 ottobre di due anni fa; di bambini che muoiono per fame, anche quando ricoverati per denutrizione in ospedali che sono mezzi per soccorrerli e sovente distrutti dai bombardamenti come nella disumana, ostinata condizione di Gaza; questo stato di cose rappresenta un peso di inciviltà, insostenibile per la comunità internazionale”. Queste le parole con cui il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Premio Burgio, riconoscimento istituito nel 2017 dall'Università di Pavia e dalla Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, intitolato al professor Roberto Burgio.
Dopo i ringraziamenti, Mattarella ha espresso la sua riconoscenza per il conferimento del Premio che ha accettato per il grande rispetto nei confronti della Università di Pavia, della Fondazione San Matteo, della Scuola Pediatrica Pavese e delle Scuole Pediatriche Italiane.
“Avverto il privilegio di essere accostato, oggi, alla figura di un insigne italiano come Roberto Burgio e - mi si sarà consentito - di un luminare palermitano. Soleva dire che i pediatri sono una sorta di “antenna sociale”, ponendo in evidenza la funzione che svolgono nella continuità e nello sviluppo di una società. Rigore scientifico e osservazione clinica hanno caratterizzato la sua esperienza di medico e di docente, nell’ambito del contributo della pediatria italiana alla crescita delle condizioni di salute infantile nel nostro Paese. Non era casuale il suo strenuo sostegno alla pratica dei vaccini in età pediatrica”.
“Se oggi, in Italia, in Europa, si sono raggiunti traguardi così significativi, si deve all’opera di tanti medici, ben rappresentati dalla figura di Roberto Burgio”, ha proseguito il Presidente della Repubblica. “È indispensabile, naturalmente, non attenuare l’impegno. Le difficoltà che si sono manifestate nel tempo richiamano tutti al dovere indicato, e prescritto, dall’articolo 31 della Costituzione: “la Repubblica protegge l’infanzia, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Interpreto questo conferimento del Premio come una esortazione alla Repubblica, perché abbia sempre a cuore il proprio futuro, che si realizza attraverso i bambini”.
“La condizione dell’infanzia, nel mondo, costituisce un costante richiamo alle coscienze – ha evidenziato ancora Mattarella -. I diritti dei bambini sono continuamente a rischio e sovente vengono lesi. Non soltanto nelle zone di guerra, dove siamo in presenza di una vera e propria emergenza umanitaria, che colpisce in particolare l’infanzia”. Per questo, il Capo dello Stato ha voluto ricordare le condizioni “strazianti” dei bambini in Sudan, dei rapiti in Ucraina; dei bambini rapiti il 7 ottobre di due anni fa, e dei bambini uccisi e che ora muoiono per fame “nella disumana, ostinata condizione di Gaza”. Una condizione che rappresenta un “insostenibile peso di inciviltà” per la comunità internazionale.
Queste sono le “tragiche conseguenze della brutale violenza delle guerre. Condizioni che si affiancano a quanto endemicamente avviene nelle aree meno fortunate del mondo. Denutrizione, fame, conseguenze che ne derivano sulla crescita dei bambini devono alzare l’attenzione della nostra coscienza, della coscienza dei popoli. Nel mondo, in tante sue parti, come risulta dalle Agenzie internazionali, dall’Unicef all’OMS, oltre duecento milioni di bambini e bambine sono affetti da malnutrizione o da cronica denutrizione. Vi sono stati progressi negli ultimi anni, particolarmente negli ultimi dodici anni - ma anche per gli effetti, dell’attuale congiuntura mondiale – che, insieme all’aumento dei conflitti e delle tensioni, sta registrando una grave, riprovevole, diminuzione degli aiuti internazionali destinati alle zone di crisi – tende ad aggravarsi. Siamo ben lontani dal conseguimento degli obiettivi di sviluppo definiti, all’Onu, per il 2030”.
“Quale futuro sta predisponendo per sé l’umanità?”, si è chiesto Mattarella. “È un interrogativo non retorico, non fuori luogo - in un periodo di veloce sviluppo scientifico che offre strumenti sempre più avanzati, di grandi prospettive - se lo misuriamo questo interrogativo - sui volti e sui corpi denutriti di tanti bambini”.
Per concludere, il Presidente della Repubblica ha quindi ricordato il messaggio di Roberto Burgio, che “con la lucida, coinvolgente, sensibilità riversata nel suo insegnamento nelle aule, in clinica, nello sguardo attento alla società, rafforza l’esigenza e l’attesa che la comunità internazionale ritrovi, dentro di sé, le ragioni della solidarietà che le hanno permesso di salvarsi di fronte ad altre prove”. (aise)