Mattarella: troppi squilibri nei salari

ROMA\ aise\ - “La piena occupazione è un orizzonte che oltre la dignità riguarda la libertà”. A sottolinearlo oggi al Quirinale è stato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro ospitata oggi nel Salone dei Corazzieri, alla presenza, tra gli altri, del Presidente della Federazione Nazionale Maestri del Lavoro, Elio Giovati e del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone.
Il lavoro, ha richiamato Mattarella, “costituisce elemento permanente del nostro modello di comunità, rappresentando, al tempo stesso, un diritto e un dovere, perché realizza le aspettative di crescita delle persone ed esprime i doveri di solidarietà della coesione sociale del Paese”.
E se è vero che “sta cambiando”, è necessario “inserirsi nei cambiamenti. Per governarli e orientarli in direzione della giustizia e del rispetto di ogni persona”.
“Il trend positivo dell’occupazione mostra una società italiana in movimento, dove non mancano risorse e creatività. E tuttavia, - ha rilevato il Capo dello Stato – come in tutte le fasi di transizione, si manifestano aspetti problematici ed elementi critici che vanno regolati, per corrispondere alle finalità dettate dai valori della nostra convivenza civile. Il lavoro oggi procede a velocità diverse. Si creano diaframmi tra categorie, tra generazioni, tra lavoratori e lavoratrici, tra italiani e stranieri, tra territori, tra chi fa uso di tecnologie avanzate e chi non è in condizione di farlo. L’unità del lavoro è stato uno dei fattori più possenti della crescita economica, sociale, civile del nostro Paese. Il senso unitario dell’apporto delle cittadine e dei cittadini allo sviluppo del Paese – ha ricordato Mattarella – ha avuto una funzione determinante nel generare partecipazione, diritti, benessere”.
“Alla decrescita industriale corrisponde l’incremento dei comparti dei servizi”, ha evidenziato il Capo dello Stato. “Si riducono luoghi e si riduce la concentrazione nei luoghi del lavoro: tra gli altri fenomeni è divenuta strutturale, dopo la pandemia, la porzione di lavoro che si svolge da remoto, in smart-working. A questo corrisponde una struttura di categorie salariali che vede, nei cosiddetti piani alti dell’occupazione, lavoro prestigioso, appagante, ben remunerato e, nei cosiddetti piani bassi, forme di precarietà non desiderate, subite, talvolta oltre il limite dello sfruttamento. Non ci sono ricette facili per un mondo del lavoro che ovviamente è condizionato da mercati sempre più interdipendenti”.
“Sappiamo che è stato il lavoro il motore della crescita economica e sociale dell’Italia” ma, ha ricordato Mattarella, l’occupazione, “come recita l’art.36 della Costituzione, deve assicurare ad ogni lavoratore “una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa””. E invece “la dinamica salariale negativa dell’ultimo decennio vede ora segnali di inversione di marcia”.
“Ben sappiamo come i salari siano stati lo strumento principe nel nostro Paese per ridurre le disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso”, ha detto ancora il Capo dello Stato sottolineando che la “questione non può essere elusa perché riguarda in particolare il futuro dei nostri giovani, troppi dei quali sono spinti all’emigrazione. Questa strada, spesso sofferta, viene prescelta, talvolta, per la difficoltà di trovare lavoro e, sovente, a causa del basso livello retributivo di primo ingresso nel mondo del lavoro”.
Citati i cosiddetti “contratti pirata”, Mattarella ha richiamato l’attenzione sugli “squilibri nelle retribuzioni”: “tante famiglie sono sospinte sotto la soglia di povertà nonostante il lavoro di almeno uno dei componenti, mentre invece super manager godono di remunerazioni centinaia, o persino migliaia di volte superiori a quelle di dipendenti delle imprese”, ha ammonito il Presidente, citando i dati dell’OIL secondo cui “la quota di reddito da lavoro — ovvero la quota del PIL dedicata ai lavoratori, destinata alle loro retribuzioni — è scesa a livello mondiale in misura significativa dal 2014 al 2024” e quelli della Banca Centrale Europea che ha segnalato per l’Italia come “alla robusta crescita dell’economia che ha fatto seguito al Covid, non sia stata corrisposta la difesa e l’incremento dei salari reali, mentre risultati positivi sono stati conseguiti dagli azionisti e robusti premi hanno riguardato taluni fra i dirigenti”.
Sono le entrate fiscali dei dipendenti pubblici e privati, dei pensionati, a fornire allo Stato, attraverso le imposte, il maggior volume di risorse”, ha ricordato Mattarella. “Porre riparo - dalle parti sociali alle istituzioni - non deve consistere nell’inseguire politiche assistenziali quanto, piuttosto, essere scelta di sviluppo e, quindi, di lungimirante coesione sociale. La ricomposizione del lavoro è dunque parte di un processo di equità, che richiede una crescita di consapevolezza, e anche un’opera paziente di carattere culturale”. (aise)