Politica estera e riforme: l’azione del Governo secondo la Premier

ROMA\ aise\ - La gioia per la liberazione di Cecilia Sala, le dimissioni di Elisabetta Belloni, i rapporti con gli Usa e con Elon Musk, il Piano Mattei e l’Ucraina, i centri migranti in Albania e le riforme su giustizia e premierato. E ancora legge di cittadinanza, le amministrative e il Pnrr, il lavoro e le crisi industriali, le tasse, ma anche i rapporti con la Grecia, la crisi a Gaza e le classifiche di Politico. 40 le domande poste questa mattina alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella conferenza di inizio anno, organizzata dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e dall'Associazione stampa parlamentare.
All’indomani del ritorno a casa di Cecilia Sala, Meloni ha definito quella di ieri una “bella giornata per l’Italia intera, per il Sistema Italia”. Un “caso complesso” su cui “intervengono moltissimi fattori. Non è un lavoro che ho fatto da sola”, precisa la Premier, prima ringraziare il sottosegretario Mantovano, l’intelligence, il Ministro Tajani e il corpo diplomatico, funzionari e “anche” i giornalisti. C’è stata “una triangolazione diplomatica con Iran e Usa”, un lavoro che non è finito e che richiede “riservatezza” anche alla luce della presenza in Iran di oltre 500 italiani. “Bisogna essere molto cauti”, ribadisce.
La vicenda Sala deve essere utile anche per “fare un salto di qualità nella protezione dei giornalisti”, per capire “come possiamo aiutarli a fare meglio il loro lavoro e a essere meno esposti”. Per questo, ho “chiesto al Sottosegretario Mantovano di promuovere una riunione con i vertici della stampa per cercare di capire insieme quali possono essere strumenti e regole di ingaggio”.
Su Abedini, cittadino iraniano arrestato in Italia su richiesta degli Usa, il “caso è al vaglio, tecnico e politico, del Ministero della Giustizia. Se ne discuterà con i nostri amici americani”, continua Meloni. “Ne avrei parlato con il Presidente Biden ma come sapete ha annullato il suo viaggio in Italia per la situazione degli incendi in California”. Interlocuzioni “ci sono e ci saranno”, il “lavoro è ancora molto complesso, non è finito ieri, ma se ne discuterà nelle sedi competenti”, cioè al Copasir.
Quanto alle dimissioni dell’Ambasciatrice Elisabetta Belloni dalla direzione del Dis, le “ricostruzioni non corrispondono a verità”, come confermato ieri dall’Ambasciatrice in un’intervista in cui “ha chiarito la sua posizione: ha deciso di anticipare la scadenza naturale dell’incarico per evitare di finire nel “tritacarne” che di solito accompagna nomine così importanti. Ho stima rispetto enormi per lei che ringrazio per il lavoro straordinario che ha fatto per la Presidenza G7”. Belloni è un “funzionario capace, di lungo corso, il rapporto personale e di stima sono inalterati”. Le sue dimissioni “non hanno a che fare” con il caso Sala: “ha consegnato a me le sue dimissioni prima di Natale, quindi le vicende di questi giorni non c’entrano niente”. Il Consiglio dei Ministri di questa sera, ha confermato, ratificherà la nomina del suo successore, il prefetto Vittorio Rizzi, attuale vice direttore dell’Aisi.
Moltissime le domande sui rapporti con Trump e Elon Musk: il suo viaggio “non rituale” a Mar - a – lago, quartier generale del Presidente eletto in Florida, è stato “un’occasione per confermare un rapporto che si annuncia molto solido, non so se posso dire privilegiato, ma sicuramente solido”. Un “rapporto forte”, quello tra Italia e Usa, “indipendentemente dalle Amministrazioni”, ma certo “con due leader conservatori alla guida dei due Paesi la convergenza si rafforza”. Un rapporto che è “un valore aggiunto per l’Italia e l’Europa”. A Mar - a - Lago “abbiamo parlato del quadro generale, senza entrare nello specifico dei singoli dossier, visto che il Presidente è ancora Joe Biden”. Certo “l’accoglienza è stata al di là delle aspettative”. Per l’insediamento di Trump alla Casa Bianca, Meloni ha confermato l’invito per la cerimonia del 20 gennaio: “mi farebbe piacere esserci, lo sto valutando compatibilmente con la mia agenda”.
Quanto a Musk, per Meloni “non è un pericolo per la democrazia”. Di “persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni ne ho viste parecchie. Il problema sarebbe, ed è, quando quelle persone utilizzano le loro risorse per finanziare in mezzo mondo partiti, associazione ed esponenti politici per condizionare le scelte politiche di altri Paesi come fa George Soros. Musk ha finanziato la campagna del suo Paese. quelle di Soros sono pericolose ingerenze”, non filantropia. “Il problema su Musk, quindi, è che è inflente e ricco o che non è di sinistra? Perché esprimere le proprie opinioni non è ingerenza”.
Diverse le domande anche sul Piano Mattei: Meloni si è detta “fiera” sia del fatto che “Piano e Strategia Africa-Mediterraneo raccolgano sempre maggiore interesse e consenso” che della “concretezza del piano, che è la chiave di volta di una cooperazione diversa”. I progetti “sono tutti avviati”.
Per il 2025 la Premier individua “due sfide”: la prima è “internazionalizzare e europeizzare il piano”, lavoro “cominciato col G7” per metterlo in relazione con “livelli superiori” quali il Global gateway dell’Ue, e il Piano Infrastrutturale del G7; la seconda è “ampliare il Piano” estendendolo a nuovi Paesi. Quelli individuati dal Governo per il 2025 sono Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal. Importante, per l’attuazione del Piano, è la stabilizzazione della Libia: sul Paese c’è “monitoraggio e lavoro della diplomazia” continuo, anche alla luce della crisi siriana che comporterà un riposizionamento della Russia. “La Russia aveva la sua flotta in Siria ed è ragionevole pensare che pensi di spostarla in Cirenaica”, conferma Meloni. “Stiamo monitorando la situazione a tutti i livelli”. La “stabilizzazione definitiva” della Libia “è uno dei temi di cui ci siamo occupati di più e tra i più complessi che io abbia mai affrontato”. Da “due anni”, aggiunge, “ponto il tema della presenza russa in Africa ai miei partner e ora qualcosa si muove, come visto al G7 e al Vertice Nato: finora siamo stati molto concentrati sul fianco est dell’Alleanza non capendo che tutti i fianchi sono esposti, particolarmente quello a sud” che “grazie all’impegno italiano” è stato inserito nel documento finale dell’ultimo vertice.
Sul fronte ucraino, l’Italia “sostiene le posizioni di Kiev per una pace giusta”. Le “garanzie di sicurezza sono fondamentali” perché “la Russia in passato ha violato gli accordi sottoscritti, quindi senza garanzie di sicurezza non c’è certezza che quello che è accaduto nel 2022 non accada di nuovo”.
Passando al fronte Medio Orientale l’Italia è “per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani. Il nostro Governo è uno tra quelli che, in assoluto, a livello internazionale si è occupato di più del sostegno umanitario a Gaza”.
Interrogata sui Centri migranti in Albania, Meloni ha sostenuto che sono “pronti per essere operativi in qualsiasi momento”. Secondo la Premier “la Corte di Cassazione dà ragione al governo” sulle decisioni sui paesi sicuri. Si è quindi in attesa della decisione della Corte di giustizia europea che dovrebbe iniziare a occuparsi della materia a febbraio: “noi abbiamo depositato le nostre valutazioni e dalle interlocuzioni con i miei omologhi so che la maggioranza dei Paesi membri sosterrà la nostra posizione di fronte alla Corte”. Una posizione “perfettamente in linea con il nuovo Patto immigrazione e asilo”.
Sul capitolo riforme, Premierato e giustizia in primis, Meloni ha osservato che le tempistiche per la loro approvazione “non dipendono da me”. Sono “riforme necessarie per lasciare un’Italia migliore di quella che ho trovato”. Entrambe alla prima lettura – conclusa per il Premierato, in corso per la Giustizia – saranno sottoposte a referendum “spero in questa Legislatura”. Qualora ci fosse l’approvazione del Premierato – riforma che pare arenata in Parlamento – si dovrebbe “tarare su esso” anche la legge elettorale, materia che per Meloni “è di competenza soprattutto parlamentare”.
Per la Premier, invece, non è in agenda nessuna riforma della legge sulla cittadinanza: “il Governo si deve concentrare sul suo programma e non mettere altra carne al fuoco. Abbiamo un’ottima legge sulla cittadinanza, seguendo la quale l’Italia è una delle Nazioni in Europa che ne concede di più ai minori”. Più che parlare di ius soli e ius scholae per la Premier “è un tema” capire come “accorciare i tempi per ottenerla quando ne hai diritto”. Questo “è un segnale che va dato”.
Nel corso della conferenza – durata poco meno di tre ore – Meloni ha anche evidenziato che “quest’anno per la prima volta l’Italia è quarto paese esportatore nel mondo” anche perché “c’è un Governo stabile”; che sul fronte-tasse “va dato un segnale al ceto medio”, finora “impossibile per mancanza di risorse”; che per natura è contraria ai rimpasti e che quindi Salvini rimane alle Infrastrutture mentre per Santanchè, rinviata a giudizio, aspetta di conoscere la decisione dei giudici; e che c’è stato un accanimento contro la sorella Arianna, ma che lei non ha mai parlato di complotti.
Eletta “persona più potente d’Europa” dal quotidiano “Politico”, Meloni - interrogata da una giornalista della testata online – ha definito “interessante il percorso che ho fatto negli ultimi tre anni in questi vostri Award: qualche anno fa ero tra i “distruttori”, l’anno scorso ero tra i “pragmatici”, quest’anno a capo della classifica”. La premier ha quindi citato l’Uomo ragno – “a un grande potere corrispondono grandi responsabilità” – per sostenere che vedersi al primo posto la fa pensare soprattutto “alle responsabilità” che ha, sentendosi “forte di posizioni chiare” che “non baratto” e di un “approccio pragmatico di cui oggi l’Europa ha disperatamente bisogno. Se ho un’influenza, cercherò di spenderla in modo proattivo, positivo e concreto per il bene di un Continente che altrimenti rischia di scivolare verso l’irrilevanza”. (ma.cip.\aise)