Mattarella in Belgio: la forza della memoria e del futuro condiviso - di Alessandro Butticé

BRUXELLES\ aise\ - Con la visita a Bruges, “la Venezia del Nord”, si conclude oggi la visita di Stato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Belgio. Tre giornate intense e dense di significato, che hanno saputo fondere memoria storica, cultura europea e visione politica in un quadro di sobrietà e di alto valore simbolico.
Sobrietà e compostezza
Dalla cerimonia di accoglienza al Palazzo Reale di Bruxelles, alla commemorazione dei minatori italiani a Marcinelle, fino agli incontri con i rappresentanti del Parlamento federale, del Governo federale e della città di Bruxelles, la presenza del Capo dello Stato ha incarnato un’Italia che si riconosce pienamente nella sua dimensione europea, ma senza smarrire la consapevolezza delle proprie radici.
Al Senato e alla Camera dei Rappresentanti, Mattarella ha parlato di “fraternità” fra Italia e Belgio e della necessità di “non cedere mai sul terreno dei valori democratici”, sottolineando il ruolo decisivo dei Parlamenti nel mantenere viva la coscienza civile dei popoli. Con parole misurate, ma di grande fermezza, ha richiamato l’importanza della libertà di stampa come presidio ineliminabile della democrazia, ricordando che ogni attacco ai giornalisti è un colpo inferto al cuore stesso delle istituzioni.
Europa della memoria e della responsabilità
Il filo rosso della visita è stato proprio questo: l’Europa della memoria e della responsabilità. Un’Europa che non rinnega le proprie difficoltà, ma continua a credere nella forza del dialogo e nella capacità di costruire insieme un futuro di pace e di giustizia.
Impeccabile organizzazione e rilancio delle relazioni bilaterali
L’impeccabile organizzazione curata dal Quirinale, dall’Ambasciata d’Italia a Bruxelles – guidata dall’Ambasciatore Federica Favi – e dalla Casa Reale belga, ha offerto un esempio di quella diplomazia silenziosa ma efficace che continua a rappresentare il nostro Paese nel mondo con misura, competenza e senso del dovere. Oltre che la prova di un forte rilancio concreto delle relazioni bilaterali.
Spessore e dignità delle relazioni internazionali
In un tempo in cui le parole si consumano in fretta, questa visita ha restituito spessore e dignità al linguaggio delle relazioni internazionali. Mattarella, con il suo stile sobrio e il suo rigore morale, ha ricordato che l’autorevolezza non si misura con la forza delle dichiarazioni, ma con la coerenza degli atti e il rispetto dei valori.
Per chi, come me, vive e opera a Bruxelles da molti anni come sostenitore indipendente del “Sistema Italia”, l’incontro di oggi con il Presidente Mattarella ha rappresentato molto più di un momento istituzionale: è stato un segno di continuità ideale.
Un onore da patriota italiano-europeo
Incontrare il Presidente e potermi presentare come giornalista, patriota italiano-europeo e sostenitore indipendente del nostro Paese nelle istituzioni europee e in Belgio, è stato per me un’emozione profonda. Come nel 1993, quando – a soli 34 anni – ebbi l’onore di ricevere motu proprio la mia prima onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, anche oggi sento rinnovarsi l’impegno a servire l’Italia e l’Europa con lo stesso spirito di allora.
Oggi più che mai, nel cuore dell’Europa, chi tiene davvero come me al bene delle proprie Patrie, nazionale ed europea – senza chiedere nulla in cambio –, deve operarsi a promuovere i valori, le eccellenze e la dignità del nostro Paese.
Grazie, Signor Presidente Mattarella, per averci ricordato – con la Sua presenza e con il Suo esempio – che servire l’Italia significa, prima di tutto, credere nella sua missione europea. (alessandro butticé\aise)