Eunews/ Il silenzio della Commissione Ue sull’operazione italiana di rimpatri direttamente dall’Albania – di Simone De La Fed

(Photo by Adnan Beci / AFP)

BRUXELLES\ aise\ - “L’Italia sta lentamente – e silenziosamente – spingendo sempre più in là la linea rossa di ciò che è possibile fare per combattere l’immigrazione irregolare. Lo fa lontano da occhi indiscreti, nel centro italiano di Gjader, in Albania, da dove lo scorso 9 maggio avrebbe rimpatriato cinque cittadini egiziani senza farli transitare dall’Italia. Un’operazione difficilmente compatibile con la legislazione europea attuale e di cui la Commissione europea sembrerebbe essere stata lasciata all’oscuro”. Ne scrive Simone De La Fed in questo articolo pubblicato da Eunews, quotidiano online diretto da Bruxelles da Lorenzo Robustelli.
“Perché o Bruxelles fa orecchie da mercante, o non era proprio stata informata dalle autorità italiane. Ieri (24 giugno) il portavoce della Commissione europea per gli Affari interni, Markus Lammert, ha dichiarato che “secondo le nostre informazioni, finora nel centro (di Gjader, ndr) si applica la legge nazionale, e questo è in linea con la legge Ue”. In sostanza, ciò che rende possibile l’esistenza della struttura è la costruzione giuridica secondo cui non si trova tecnicamente sul territorio albanese, ma su una fittizia estensione di quello italiano.
Questo significa che però, a meno che il governo italiano non faccia decollare i charter direttamente dal centro di Gjader, le persone migranti da rimpatriare devono prima essere riportate in Italia. Imbarcarle su un volo all’aeroporto di Tirana costituisce un trasferimento illegale ai sensi della legge europea. Secondo i dati del Viminale, dall’11 aprile – quando Gjader ha riaperto i battenti come Cpr – al 21 maggio, 24 persone migranti trattenute lì sono state riportate in Italia per poi essere rimpatriate nei loro Paesi d’origine.
Ma secondo quanto rivelato da Altraeconomia, il 9 maggio scorso un aereo è partito da Roma Fiumicino alla volta della capitale albanese, da dove è ripartito verso il Cairo con a bordo i cinque cittadini egiziani provenienti dal Cpr di Gjader. Secondo Gianfranco Schiavone dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), “non risulta in alcun modo ammissibile prevedere che la persona sia portata fuori dall’area del centro di trattenimento, sul territorio albanese, e poi da lì rimpatriata”. Oltretutto, fa notare Schiavone, “le operazioni di polizia condotte fuori dal centro di Gjadër in territorio albanese nei confronti delle persone trasportate sono prive di controllo giurisdizionale e avvengono dunque senza alcuna copertura normativa”.
Il fatto è che la Commissione europea, che in quanto guardiana dei trattati dovrebbe fare la voce grossa di fronte a una tale violazione del diritto comunitario, ha proposto, lo scorso 11 marzo, una stretta sui rimpatri che prevede la creazione di centri di detenzione in Paesi terzi da cui poter rimpatriare direttamente le persone migranti che non hanno diritto all’asilo in Ue. Un assist all’Italia, che però ha decisamente anticipato quanto previsto in una proposta che è solo all’inizio di un lungo processo legislativo.
Secondo Cecilia Strada e Alessandro Zan, eurodeputati del Partito democratico, l’operazione è “gravissima e incompatibile con il diritto europeo”. I due accusano il governo di “volerla far passare in sordina”. In una interrogazione sostenuta da eurodeputati dem, di Alleanza Verdi Sinistra e del Movimento 5 Stelle, hanno chiesto alla Commissione europea di rivelare se fosse al corrente di quanto avvenuto e quali azioni “intende intraprendere per garantire il pieno rispetto del diritto Ue in materia di rimpatri”. (aise)