Eunews/ Mercosur, la firma dell’accordo commerciale slitta a gennaio. Anche Meloni intende sottoscriverlo – di Emanuele Bonini


BRUXELLES\ aise\ - “Nessun dramma, nessuna sconfitta. Per l’accordo commerciale con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay più il Venezuela in sospeso) serve semplicemente un po’ di tempo in più, per fare le cose per bene ed evitare di vanificare un’intesa raggiunta dopo un decennio di negoziati. I capi di Stato e di governo dei Paesi dell’UE hanno avuto modo di discutere del dossier in occasione del dibattito sulla geo-economia, argomento trattato nell’ultimo vertice del Consiglio europeo del 2025 (ieri e questa notte a Bruxelles), che rimanda i festeggiamenti di rito al nuovo anno”. Ne scrive Emanuele Bonini su “Eunews”, quotidiano online diretto a Bruxelles da Lorenzo Robustelli.
““Abbiamo bisogno di qualche settimana in più per affrontare alcune questioni con gli Stati membri”, riconosce la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa di fine summit. “Abbiamo contattato i nostri partner del Mercosur e concordato di posticipare leggermente la firma”, prevista originariamente per il 20 dicembre. La cancellazione dell’appuntamento all’ultimo momento non vuol dire però deriva. Al contrario c’è l’intenzione di andare avanti, von der Leyen non ha dubbi che concedere più tempo “spianerà la strada al completamento dell’accordo a gennaio”.
Nonostante le modifiche introdotte dall’esecutivo comunitario all’intesa UE-Mercosur, con l’introduzione di clausole di salvaguardia e freni automatici ai flussi in caso di squilibri di mercato, permangono ancora le resistenze di Francia e ancor più Italia, sotto l’assedio della propria filiera agricola. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine dei lavori esprime comunque la propria disponibilità a sottoscrivere l’accordo: “Si sta lavorando per posticipare il summit del Mercosur, il che ci offre al tre settimane per cercare di dare le risposte che sono richieste dai nostri agricoltori, le salvaguardie per i nostri prodotti, e consentirci così di approvare l’accordo quando avremo tutte le garanzie richieste da un settore che sarebbe colpito”.
L’Italia dunque frena ma non pone veti, e al contrario lavora per limare ancora di più un accordo “di cruciale importanza per l’Europa, dal punto di vista economico, diplomatico e geopolitico”, insiste von der Leyen. Non fa nomi, la presidente della Commissione UE, ma si limita a ricordare un 2025 all’insegna di “aumento dei dazi e nuove restrizioni commerciali”, di fronte a cui l’accordo UE-Mercosur produce “impatto positivo”. Tradotto: si tratta di una risposta alle politiche degli Stati Uniti di Donald Trump e alle politiche della Cina.
L’accordo UE-Mercosur va visto in quest’ottica, ed è in quest’ottica che la Commissione – che negozia a nome di tutti i 27 Paesi membri – ha gestito le non semplici trattative con il blocco dei Paesi sudamericani, dimostrandosi abile a cogliere l’opportunità politica del momento (in Brasile, al momento della firma, non c’era più l’ultra-conservatore Jair Bolsonaro ma il laburista Lula, nda). Dopo l’accordo con il Canada, che ha consentito all’UE di mettere un piede nell’area NAFTA, oggi UMSCA (dopo l’ingresso nel NAFTA da parte del Messico, con cui l’UE ha siglato un accordo di libero scambio), l’accordo con il Mercosur proietta l’UE anche in sud America, area tradizionalmente di interessi USA. Non è un caso se proprio gli Stati Uniti, e Trump ancor più nello specifico, stiano dichiarando guerra all’UE.
Era già Trump il presidente statunitense quando nel 2017 l’UE entrò nell’area di libero scambio USA-Canada attraverso l’accordo commerciale con il governo Ottawa, ed è in previsione dei ritorno di Trump alla Casa Bianca che von der Leyen e il suo team si sono spesi per chiudere l’intesa con i Paesi del Mercosur. In questo modo l’Unione europea si riposiziona e si espande nel mondo. Non aver dato la spallata all’accordo è una buona notizia anche per la credibilità dell’UE: affossare il Mercosur significherebbe sfiduciare e delegittimare la Commissione, svilendola nell’autorevolezza e nel peso politico, istituzionale, e negoziale.
Se gli agricoltori sono sul piede di guerra, l’accordo con il Mercosur è al contrario ben vista dalle imprese. Non a caso BusinessEurope, la confederazione delle Confindustrie europee, “si rammarica della decisione di rinviare la firma dell’accordo”, lamenta il segretario generale dell’associazione europea degli industriali europei, Markus Beyrer. Per il settore secondario “l’accordo UE-Mercosur è fondamentale per rafforzare la competitività e l’autonomia strategica dell’Unione Europea”, sottolinea. “In un contesto geo-economico sempre più caratterizzato dall’incertezza, è essenziale diversificare le relazioni commerciali e offrire nuove opportunità alle aziende europee, in particolare alle PMI””. (aise)