ItaloAmericano/ Istituto Ferrucci: con la serie “Italian perspective” porta in primo piano il meglio dell'Italia – di Silvia Nittoli
SAN FRANCISCO\ aise\ - “All’interno delle sfarzose sale del Musco Center for the Arts, la serie Italian Perspective si è consolidata sia come tradizione cara alla Chapman University di Orange, sia come un momento fondamentale per la celebrazione e l’esplorazione della ricchezza della cultura italiana. Un evento che è nato in risposta al desiderio genuino, espresso della comunità locale, di promuovere legami e opportunità per tutti coloro che amano l’Italia e, allo stesso tempo, di approfondire diversi aspetti del Belpaese in vari ambiti e discipline”. Ne scrive Silvia Nittoli su “L’ItaloAmericano”, magazine diretto a San Francisco da Simone Schiavinato.
“Nel corso della sua evoluzione, la serie Italian Perspective ha magistralmente intessuto una serie di attività interdisciplinari, facendo luce sull’infinito potenziale dell’Italia nelle arti, nelle scienze e nel commercio. Organizzata in collaborazione con la Chapman’s distinguished School of Performing Arts, l’illustre Schmid College of Science and Technology e la stimata Argyros School of Business, insieme a prestigiosi enti governativi italiani come l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles e il Consolato Generale d’Italia a L.A., questa serie è una testimonianza del potere dello scambio e della collaborazione interculturale.
Come ha dichiarato Raffaella Valentini, Console Generale d’Italia a Los Angeles, “la Chapman University è un centro di eccellenza accademica per lo studio della lingua e della cultura italiana nella Orange County. Insieme all’Istituto Italiano di Cultura, siamo pienamente impegnati a sostenere iniziative come la serie Italian Perspective, portando alla luce il meglio che il nostro Paese rappresenta in vari campi artistici e ispirando le giovani generazioni”.
Un ulteriore risultato ottenuto dalla serie Italian Perspective non è solo legato alla coltivazione degli studi italiani presso la Chapman University, ma è anche quello di avere gettato le basi per la nascita dell’Istituto Ferrucci, consolidando ulteriormente il suo ruolo di promotore della ricchezza intellettuale e culturale italiana. “La nascita dell’Istituto Ferrucci è profondamente radicata nell’eredità dei migranti e simboleggia il culmine degli sforzi di generazioni per ritagliarsi una nicchia distintiva in una nuova società. È una testimonianza della perseveranza individuale e di un forte impegno per l’istruzione” ci spiega il professor Federico Pacchioni, direttore e fondatore dell’Istituto. “Questo movimento, che ha fatto nascere l’Istituto e che ora lo spinge verso nuovi orizzonti, è una forza coesiva che celebra il patrimonio e la tradizione italiana, alimentando al contempo la consapevolezza globale e promuovendo la ricerca di nuove conoscenze”.
Sotto la guida del professor Pacchioni dal 2012, la cattedra Musco è stata determinante per espandere l’impronta degli studi italiani nel campus e nella comunità circostante. Il programma di studi italiani della Chapman è emerso come forza trainante nella promozione della cultura italiana attraverso vari eventi artistici e accademici, attirando l’interesse degli italoamericani locali e degli appassionati. Questo sforzo di collaborazione ha portato alla formazione del Consiglio di studi italiani, presieduto dalla leader della comunità Vicky Carabini, che in seguito ha ricevuto un riconoscimento dal governo italiano per il suo impegno.
Noi de L’Italo-Americano Newspaper abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Federico Pacchioni. Originario dell’Emilia-Romagna, si è diplomato all’Istituto Magistrale Immacolata di Cesena nel 1998 e ha completato gli studi universitari a La Sapienza di Roma e al Prescott College, in Arizona, seguendo un percorso accademico unico, incentrato sullo sviluppo di una pedagogia umanistica, interculturale ed esperienziale. Alla Chapman University insegna in corsi interdisciplinari di Italian Studies, nel Dodge College of Film and Media Arts e nell’University Honors Program, compresi diversi corsi di viaggio nella penisola italiana.
Dal 2012 al 2023 ha diretto il programma di studi italiani, ampliando l’offerta curriculare e la programmazione e favorendo la creazione di nuove dotazioni dedicate allo studio della lingua e della cultura italiana. Questi sviluppi hanno portato alla creazione dell’Istituto Ferrucci per l’esperienza e la ricerca italiana, di cui è diventato il direttore fondatore nel 2023, lo stesso anno in cui è stato nominato professore ordinario.
D. Professor Pacchioni, com’è nato questo progetto che alla fine ha portato al Ferrucci Institute?
R. Nel 2017 il programma di studi italiani ha avviato una serie di corsi di viaggio in collaborazione con istituzioni accademiche italiane, offrendo agli studenti esperienze culturali immersive e opportunità di networking in Italia. Riconoscendo l’impatto del programma, nel 2018 i coniugi Musco hanno istituito un secondo fondo di 500.000 dollari per sostenere la partecipazione degli studenti ai corsi della Chapman in Italia, garantendo l’accessibilità agli studenti meritevoli e ispirando nuove iniziative accademiche incentrate sull’Italia. Ispirato dalla filantropia dei Musco, il presidente Daniele C. Struppa, egli stesso immigrato italiano, ha fatto un’importante donazione di 1 milione di dollari nel 2021 per istituire la Bernardino Telesio Professorship in Italian Studies. Questa dotazione onora Bernardino Telesio, un filosofo del XVI secolo famoso per il suo approccio empirico alla conoscenza, e simboleggia l’impegno del programma per una formazione rigorosa e interdisciplinare al di là dei confini tradizionali.
D. Tutto ciò ha portato al lancio dell’Istituto Ferrucci lo scorso anno. Come è stato coinvolto Gabriele Ferrucci, imprenditore di successo, ora in pensione, e ammirato leader della comunità?
R. I precedenti contributi filantropici hanno attirato l’attenzione di Gabriele Ferrucci, che ha riconosciuto l’importanza del patrimonio intellettuale e culturale italiano. La famiglia Ferrucci ha abbracciato la visione di creare un nuovo istituto alla Chapman University con una generosa donazione di 1,5 milioni di dollari, consolidando ulteriormente la missione più ambiziosa del programma. Possiamo sicuramente affermare che lo spirito collaborativo e l’approccio interdisciplinare insiti nell’ethos italiano sono ora in prima linea nell’Istituto Ferrucci, che guida gli studi italiani in una nuova direzione. Mentre la lingua e la cultura italiana rimangono centrali, gli sforzi dell’Istituto trascendono i confini disciplinari, promuovendo ricerche accademiche innovative.
D. Qual è stato il ruolo dell’Istituto finora?
R. L’Istituto Ferrucci sta diventando un’interfaccia per l’intera università; abbiamo il nostro team di professori provenienti da altri programmi e dipartimenti che si interessano all’Italia, insegnano in Italia o fanno ricerca in relazione all’Italia. E provengono praticamente da tutte le aree del campus: arte, letteratura, scienze sociali, studi cinematografici e cinematografia; abbiamo anche professori di filosofia, matematica, scienze ambientali, musica e altre discipline. L’aspetto unico dell’Istituto Ferrucci è che crea un polo naturale all’interno dell’università e funge da collegamento con l’Italia. Ci sono così tanti tesori che l’Italia può dare a un’università, dal punto di vista storico, artistico e intellettuale.
D. Il 6 aprile si è tenuto l’ottavo appuntamento della serie Italian Perspective, Canzone e cultura. Di cosa si è trattato?
R. Abbiamo proposto un programma di conferenze plenarie originali e di esibizioni dal vivo che hanno offerto una visione intellettuale, un’ampiezza culturale e un’esperienza estetica – un viaggio affascinante che stimola la mente e il cuore. Le presentazioni hanno illustrato lo sviluppo intrecciato della genesi storica e del significato delle tradizioni canore italiane, comprese le canzoni popolari, le canzoni d’arte e le arie d’opera. È stata un’occasione unica per conoscere l’influenza della cultura della canzone italiana in vari periodi, stili e generi”. (aise)