La fiamma/ Nuovi australiani d’Italia: Annie Bell, una nuova vita tra scuola e cultura di Raffaella Papa


MELBOURNE\ aise\ - “A 28 anni, Annie Bell ha scelto di fare quello che molti sognano e pochi realizzano: rimettere tutto in discussione e partire. Lasciata Melbourne nel 2023, si è trasferita a Milano, dove insegna in una scuola internazionale. Non una fuga, ma una ricerca: di stimoli, di significato e, soprattutto, di sé. “In Australia avevo tutto: un lavoro stabile, una casa, una vita comoda. Ma mi sentivo intrappolata in una routine che non mi apparteneva più. Così ho deciso di cambiare drasticamente”. Dietro la scelta dell’Italia non c’è solo il fascino del Belpaese, ma una connessione profonda e familiare. Figlia di madre italo-australiana e nipote di nonni calabresi emigrati in Australia negli anni Cinquanta, è cresciuta immersa nella cultura italiana, anche quando non era usuale (così come lo è oggi, con sempre più eventi ad essa dedicati) celebrarla”. Ne scrive Raffaella Papa su “La Fiamma”, storica testata italiana edita in Australia.
““Mia madre, da giovane, si vergognava delle sue origini. Raccontava spesso quanto fosse difficile sentirsi italiana in un contesto dove tutti cercavano di uniformarsi. Anche mia nonna viveva questo senso di inadeguatezza. Ma col tempo mia madre ha cambiato atteggiamento. Si è chiesta: perché mai dovrei vergognarmi? Ora in Australia tutti adorano l’Italia, tutti vogliono andarci. Lei ha voluto che noi figli riscoprissimo quell’eredità”.
Una riscoperta concreta e quotidiana: l’ottenimento della cittadinanza italiana, le lezioni del sabato mattina alla scuola di italiano, i post-it sparsi per casa con i vocaboli più comuni, un’immersione domestica e affettuosa nella lingua e nella cultura. “Mentre i miei amici il sabato uscivano a divertirsi, io passavo tre ore a scuola. Oggi riconosco quanto tutto ciò mi abbia aiutata”.
A sedici anni, una prima esperienza in Italia: tre mesi di scambio a Napoli, ospite di una scuola italiana. “Lì ho capito quanto mi sentissi vicina a questa cultura. Quando poi mi sono sentita pronta per un cambiamento, non avevo più legami che mi trattenessero in Australia. Ho pensato: è il momento”.
Annie Bell si trasferisce a Milano con un lavoro già in tasca: un posto da insegnante in una scuola primaria internazionale. Ma nonostante questa sicurezza iniziale, l’impatto con la nuova vita non è stato semplice. “Pensavo di sapere l’italiano, dopotutto avevo studiato per anni. Ma quando ti trovi immersa nella lingua, ti accorgi di quanto ancora ti manca. All’inizio mi sentivo spaesata”.
Nel tempo libero, ci si gode la Dolce Vita.
Anche le dinamiche culturali richiedono tempo per essere comprese. “I primi tempi ho vissuto in un appartamento con una coppia. Erano rumorosissimi, parlavano sempre a voce altissima. Pensavo fossero arrabbiati con me, poi ho capito che era solo ‘passione italiana’. In Australia siamo molto più trattenuti, ci scusiamo in continuazione per non offendere nessuno. Qui le persone ti dicono quello che pensano, senza filtri. All’inizio ero vulnerabile, ma poi ho imparato ad apprezzarlo. È una forma di autenticità che ti fortifica”.
A rendere tutto più complicato, però, c’è il costo della vita. “A Milano si guadagna poco rispetto a quanto si spende. È un aspetto davvero difficile da gestire, soprattutto per chi viene da un paese come l’Australia, dove gli stipendi sono mediamente più alti”.
Nonostante ciò, Annie Bell trova motivi quotidiani per restare. “Amo lo stile di vita. Il momento dell’aperitivo, la facilità con cui si esce ogni sera con gli amici, il senso profondo di comunità. Qui i rapporti umani sono fondamentali, tutto ruota intorno a famiglia e amicizie. È una delle cose che più mi colpiscono: in Italia le persone ci sono davvero le une per le altre”.
Anche sul piano professionale, l’esperienza milanese ha dato nuovo senso al suo lavoro. Insegna in inglese tutte le materie – matematica, scienze, lingua – a una classe della scuola primaria. Ma la sua didattica va oltre l’insegnamento frontale. “Cerco di rendere l’inglese vivo. Organizzo esperienze, come una lezione di cucina tutta in inglese o delle gite tematiche. I bambini imparano facendo, parlando, giocando. E soprattutto imparano che non c’è nulla di male nell’errore”.
Un approccio che l’insegnante costruisce anche a partire dalla sua esperienza personale. “Dico sempre ai miei studenti che anch’io sto imparando l’italiano. Mi sentono sbagliare e vedere che io non ho paura li aiuta a rilassarsi. In Italia c’è molto imbarazzo nel parlare inglese, per la paura di non essere all’altezza. Ma sbagliare è normale, è così che si impara davvero”.
Ora, dopo due anni, Annie Bell si trova a un punto di svolta. “Sto considerando di firmare un nuovo contratto per restare un altro anno. Ma non ho ancora deciso. Mi trovo in un momento in cui sto riflettendo su cosa voglio davvero”. Il futuro resta aperto, come è giusto che sia per chi ha avuto il coraggio di cambiare rotta. Ma qualunque direzione prenderà, il suo legame con l’Italia rimarrà saldo. Perché per lei, trasferirsi in Italia non è stato solo un cambiamento di Paese, ma un ritorno simbolico alle proprie radici e un modo per costruire un’identità personale più coerente, libera e consapevole”. (aise)