La voce di New York/ Casa Italiana Zerilli-Marimò è in finale ai Webby Awards – di Monica Straniero


NEW YORK\ aise\ - “Il nuovo sito di Casa Italiana Zerilli-Marimò è stato selezionato tra i cinque finalisti nella categoria “General Desktop & Mobile Sites – Community” dei Webby Awards 2025. Un premio che, nel mondo digitale, ha il peso di un Oscar. Accanto a giganti globali del web, c’è anche lei: la Casa. L’istituto affiliato alla NYU che da oltre trent’anni costruisce ponti tra Italia e Stati Uniti – con grazia, rigore, e una passione che non chiede permesso”. Ne dà notizia Monica Straniero su “La voce di New York”, quotidiano online diretto da Giampaolo Pioli.
“Dietro il sito, mesi di lavoro silenzioso. Ore piccole e riunioni lunghe. Il direttore Stefano Albertini, anima instancabile della Casa dal 1994, lo dice senza retorica: “Abbiamo cercato di portare online quello che facciamo dal vivo da più di trent’anni. È stato faticoso, ma ne è valsa la pena. Volevamo un sito bello, accessibile, libero. E ce l’abbiamo fatta”.
E infatti il sito è lì: elegante senza essere freddo, tecnologico ma umano. Curato da Giuseppe De Lauri e realizzato con l’agenzia creativa Takt, è un archivio vivente. Video, conferenze, documentari, poesie, articoli, fotografie: tutto gratuito, tutto accessibile, senza tracciamenti né pubblicità.
Una giuria internazionale selezionerà i vincitori ufficiali, ma è anche possibile sostenere la Casa Italiana attraverso il voto popolare.
Dal 17 aprile si vota online per il Webby Awards People’s Voice, selezionando Casa Italiana nella sezione dedicata alla Community. Una procedura semplice, ma con un passaggio fondamentale: una volta espresso il voto, è necessario confermare cliccando sul link ricevuto via email. Senza questa conferma, il voto non verrà conteggiato. L’annuncio dei vincitori è atteso per il 22 aprile. Non ci sono premi in denaro, ma la visibilità e soprattutto la legittimazione che derivano da un tale riconoscimento possono fare la differenza per un’istituzione pubblica che opera con risorse limitate e si rivolge a un pubblico ampio, curioso e trasversale.
Fondata nel 1990 dalla baronessa Mariuccia Zerilli-Marimò, la Casa non ha mai inseguito sponsor o riflettori. Non è commerciale, non è diplomatica, non è accademica. Eppure è tutto questo insieme, e anche di più. È un luogo libero, dove puoi ascoltare Luciano Canfora parlare di democrazia, scoprire il cinema neorealista, perderti tra versi di poesia contemporanea. Per Albertini e il suo team, la candidatura ai Webby è già una forma di riconoscimento.
In un ecosistema digitale dove tutto sembra costruito per sparire in fretta, Casa Italiana sceglie di lasciare tracce. Di costruire memoria, con pazienza e coerenza”. (aise)