La Voce di New York/ E.T, Alien e King Kong: il genio di Carlo Rambaldi al MoMA di New York - di Filomena Troiano

Foto: Archivio Carlo Rambaldi

NEW YORK\ aise\ - "Nel centenario della nascita di Carlo Rambaldi, il MoMA – in collaborazione con Cinecittà – dedica dal 10 al 24 dicembre 2025 una grande retrospettiva al maestro italiano degli effetti speciali, l’uomo che ha dato vita a creature iconiche come E.T., Alien e King Kong, ridefinendo il linguaggio visivo del cinema. La mostra segue il grande tributo dell’Academy Museum di Los Angeles e arriva in attesa dell’annunciata stella sulla Hollywood Walk of Fame dedicata a Rambaldi, un riconoscimento dovuto". Ne ha scritto Filomena Troiano in questo pezzo pubblicato sulle pagine online del quotidiano diretto dagli Stati Uniti da Giampaolo Pioli La voce di New York”.
"Al centro della retrospettiva c’è Daniela Rambaldi, figlia del maestro e presidente della Fondazione Carlo Rambaldi, impegnata da anni a custodire e rilanciare l’eredità del padre. La sua testimonianza offre uno sguardo diretto sul processo creativo e sul valore contemporaneo dell’opera di Rambaldi.
Guardando ai personaggi più celebri, Daniela spiega: “La forza delle creature di mio padre risiede nella loro umanità. Nonostante meccanica, cavi, protesi, ogni creatura nasceva con un’anima: uno sguardo, un respiro, una fragilità”. Tra tutte, E.T. rimane l’esempio più universale, capace di parlare a generazioni cresciute nell’era digitale. “Alien e King Kong sono archetipi della paura e del mito, ma E.T. mostra la capacità di mio padre di trasformare l’inverosimile in vita emotiva. È il sogno che diventa presenza”.
Nell’epoca dominata dal digitale, Rambaldi continua a esercitare fascino. “Le sue creature funzionano ancora perché sono tangibili. Il pubblico percepisce la materia, il peso, l’imperfezione. L’animatronica crea un contatto fisico tra attore e creatura, quasi intimo. Mio padre diceva che la tecnologia deve emozionare, non solo impressionare. Oggi questo messaggio risuona ancora di più”. Aggiungendo che il digitale non va temuto: la manualità resta insostituibile e nessuna tecnologia può rimpiazzare ciò che nasce dal lavoro delle mani.
La retrospettiva MoMA × Cinecittà segna un passaggio chiave per la Fondazione Carlo Rambaldi, guidata da Daniela, presidente, insieme alla figlia Manuela Cacciamani, vicepresidente. Quest’ultima ha sviluppato il progetto di realtà virtuale Alien Perspective che parte dal dipinto Città Spaziale 2 di Carlo Rambaldi. Una “lente attraverso il quadro”: grazie a a speciali ‘goggles’, due grandi occhi accompagnano i giovani in un percorso immersivo dentro l’universo creativo di Rambaldi. “Vogliamo divulgare il suo genio, catalogare progetti rimasti nel cassetto e aprire gli archivi affinché dialoghino con musei, artisti, scuole di cinema e centri di ricerca. Non vogliamo che la sua opera sia un reperto, ma un seme per il futuro”, ha detto Daniela Rambaldi.
La retrospettiva newyorchese comprende 15 film, dai classici hollywoodiani come E.T., Alien e King Kong, fino a produzioni italiane recentemente restaurate da Cinecittà, tra cui Profondo Rosso di Dario Argento, Frankenstein ’80 di Mario Mancini e altri titoli significativi per la storia del cinema italiano.
Il percorso di Rambaldi verso il cinema inizia nell’officina di cicli e motocicli del padre. “Aveva sei anni e passava le giornate a osservare il movimento della catena della bicicletta. Disegnatore incallito, creava con ciò che aveva a disposizione”. La svolta arriva quando un amico gli suggerisce di raccogliere la creta lungo il fiume per modellare ciò che desidera. La passione per la scultura lo porta poi all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Pittore e scultore, il cinema lo intercetta quasi per caso: un amico che girava un cortometraggio sugli storioni si accorge di non avere materiale originale e gli chiede di crearne uno. Da lì, Roma gli affida il drago Fafner per “Sigfrido” (1956), il primo vero effetto speciale di una carriera che lo porterà a Hollywood e a tre Premi Oscar, per King Kong (1976), Alien (1979) e E.T. l’extraterrestre (1982). “Quel mondo che non aveva mai considerato diventa la sua vita”, racconta la figlia.
Alla domanda su cosa porti con sé del padre, Daniela risponde: “La meraviglia. Mio padre guardava il mondo con occhi curiosi, come un bambino davanti a qualcosa di nuovo. Il suo vero lascito è ricordarci che la fantasia diventa reale quando la si costruisce con amore”. E quella meraviglia continua a raggiungere lo spazio attraverso musei, progetti educativi e giovani artisti. Il sogno di Carlo Rambaldi, insomma, continua a vivere grazie alle sue creature, perpetuando quella magia e quell’emozione che solo il genio umano sa donare. Davvero spaziale!”. (aise)