Malindi Kenya/ Activate Nairobi: l'Italia usa l'arma dell'arte per difendere le donne keniane - di Freddie del Curatolo

MALINDI\ aise\ - “Per celebrare i 16 giorni di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, a Nairobi, l’Italia e gli artisti keniani che ha saputo coinvolgere non si sono limitati a “fare qualcosa”: hanno messo in piedi una sorta di contro-marcia silenziosa, con pennelli al posto dei fucili, ma con lo stesso rumore, quello delle coscienze che si svegliano”. Come racconta Freddie del Curatolo in un articolo pubblicato sul portale di informazione da lui diretto Malindikenya.net, “per la terza edizione della campagna Activate Nairobi — promossa dalla sede regionale dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Nairobi (IIC) — l’arte è stata reclutata come alleata nella guerra che le donne combattono ogni giorno contro la violenza di genere.
L’evento di lancio si è tenuto alla Biblioteca Nazionale del Kenya “Maktaba Kuu” e ha visto la presentazione della mostra “Canvas of Change”, che raccoglie le opere di artisti emergenti e professionisti keniani “che hanno celebrato i diritti delle donne e delle ragazze… attraverso il loro talento e sguardo creativo”.
Accanto alle tele, ma anche in digitale, è arrivata la premiazione del concorso “Empowering Art: Kenya’s Creative Voices”, lanciato l’8 marzo (giorno della donna) e supportato da una residenza artistica condotta da Stefania D’Amato in settembre all’IIC Nairobi.
Alla cerimonia erano presenti Lorenza Gambacorta, vice capomissione dell’Ambasciata italiana in Kenya, Fabio Minniti, direttore della sede regionale AICS, ed Elena Gallenca, direttrice dell’IIC Nairobi. Ma non solo: anche la ministra keniana per le Pari Opportunità, la Cultura e i Servizi all’Infanzia, Hanna Wendot Cheptumo, e la rappresentante UN Women per il Kenya, Antonia N’Gabala-Sodonon, hanno preso posto.
Minniti, con una punta di realismo disincantato che viene bene al nostro stile, ha dichiarato: “Trasformare la creatività e il talento a sostegno di un messaggio chiaro per la cittadinanza keniana”.
Cosa significa? Significa che l’arte — pittura, fotografia, residenza creativa — non è un vezzo. È un’arma, un megafono, un modo per trasformare il rumore del silenzio delle vittime in un coro che non si accontenta più di essere ascoltato.
Il contesto lo richiede: in Kenya, la campagna internazionale dei “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” (25 novembre–10 dicembre) è più che un rituale annuale. È un grido che sale da quartieri informali, dalle donne che contano i numeri, dalle ragazze che contano i minuti. AICS segnala che in Kenya più di una donna su quattro ha subito violenza fisica o psicologica da parte di un partner. E ancora: tra il 2021 e il 2024 sono stati registrati più di 500 casi di femminicidio nel Paese, e si parla solo di quelli conclamati.
In questo panorama, l’arte diventa atto politico. Non “solo” denuncia, ma provocazione, scelta, visione.
In concreto, cosa prevede Activate Nairobi? Oltre alla mostra e al concorso, una serie di otto eventi — dalle tavole rotonde alle proiezioni filmiche, dalle performance teatrali alle stand-up comedy — figli di un’idea semplice: raggiungere persone diverse, entrare in scuole, università, nella vita quotidiana.
Un esempio: il tavolo “Women Leadership in Climate Action: Transformative Strategies and Solutions”, a cui nelle scorse edizioni hanno preso parte attiviste climatiche keniane e italiane, ha posto in luce il nesso tra genere, empowerment e cambiamenti ambientali”. (aise)