SBS Italian/ Visti: più trasparenza per gli sponsor e nuove priorità per le pratiche degli studenti – di Carlo Oreglia e Andrea Pagani

MELBOURNE\ aise\ - “Il governo australiano sta valutando una proposta di legge che propone di mettere tutti i nomi degli sponsor e altri loro dati sul sito di Home Affairs, per aumentare la trasparenza e proteggere i lavoratori migranti”. È quanto riferiscono Carlo Oreglia e Andrea Pagani nell’articolo e relativo podcast di approfondimento pubblicati sul portale di SBS Italian, lo Special Broadcasting Service che diffonde notizie in lingua italiana in tutta l’Australia.
“Il nuovo registro aperto al pubblico nel sito dell’Home Affairs dovrebbe indicare dati essenziali come nome dell’azienda, ABN, numero di lavoratori sponsorizzati e occupazioni nominate.
La misura aumenterebbe la trasparenza e aiuterebbe a prevenire lo sfruttamento dei migranti, introducendo allo stesso tempo un maggiore controllo sociale sulle imprese.
“È utilissimo! Credo che questo nuovo disegno di legge rappresenti un passo significativo nel rendere più trasparente e responsabile l’intero sistema di sponsorizzazione dei lavoratori”, racconta l'agente d'immigrazione Emanuela Canini a SBS Italian.
Il disegno di legge è ancora alle prime fasi dell’iter legislativo e, qualora venisse approvato dal Parlamento, entrerebbe in vigore in una data stabilita per legge o, al più tardi, entro sei mesi dall’approvazione finale.
Dal 14 novembre è inoltre cambiato l’ordine di priorità con cui vengono esaminate le richieste di visto studentesco presentate al di fuori dell'Australia.
La nuova direttiva ministeriale introduce tre livelli che determinano solo i tempi di avvio della pratica, e “non l’esito del visto”, come sottolinea Emanuela Canini.
Gli studenti delle scuole dell’obbligo, dei programmi di scambio, dei corsi di inglese, del TAFE e dei dottorati rientrano nel gruppo con i tempi più rapidi (da una a quattro settimane), mentre gli istituti che hanno già superato del 15% il loro limite di studenti annuale rischiano di vedere i tempi allungarsi fino a dodici settimane.
“Il cambiamento non modifica i criteri sostanziali del visto, ma può incidere in modo significativo sulla programmazione dei tempi e sulle aspettative”, spiega Emanuela Canini”. (aise)