A Vienna il tributo dell’Ambasciata a Bruno Touschek e alla sua eredità scientifica

VIENNA\ aise\ - Il 29 febbraio scorso la Festsaal della Österreichische Akademie der Wissenschaften (ÖAW) di Vienna ha ospitato l’evento “Acceleratori di particelle come microscopi: l'eredità di Bruno Touschek, da Vienna a Roma“, organizzato dall’Ambasciata d’Italia, ÖAW e HEPHY-ÖAW in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).
L’evento, i cui lavori sono stati introdotti da un saluto della vicepresidente dell’ ÖAW, Ulriche Diebold, dal direttore dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN Fabio Bossi e dall’ambasciatore Giovanni Pugliese, è stato promosso in memoria del fisico viennese Bruno Touschek, considerato uno dei pionieri della fisica degli acceleratori di particelle.
Il percorso umano e scientifico di Touschek è stato illustrato da Giulia Pancheri, fisica teorica dell’INFN e sua biografa, che ha descritto il suo più importante contributo scientifico, ovvero l’idea di accelerare simultaneamente nello stesso magnete le coppie elettrone-positrone e di farle collidere, così aumentando considerevolmente l’energia a disposizione per poter creare nuove particelle e acquisire conoscenze sulle strutture più interne della materia (il famoso Anello di Accumulazione (ADA) di Frascati). Tuttavia, il percorso di Touschek per diventare un fisico rispettato è stato difficile. In quanto ebreo, gli fu impedito di studiare in Austria e continuò ad Amburgo finché non fu arrestato nel 1945 e ferito gravemente durante una "marcia della morte" verso il campo di prigionia di Kiel. Solo nel 1946 poté iniziare a lavorare come fisico. Dopo aver lavorato a Gottinga e Glasgow, nel 1952 si trasferì all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) di Frascati e dal 1953 insegnò all'Università "La Sapienza" di Roma e Pisa, dove concluse la sua carriera scientifica, per spegnersi infine a Innsbruck nel 1978. Un contributo importante alla narrazione biografica e’ venuto dal figlio Francis Touschek, presente all’evento, che si è soffermato sugli aspetti piu’ intimi e familiari della figura del padre e che ha introdotto il breve documentario di Enrico Agapito “Bruno Touschek, il Maestro”, con interviste a fisici che ben conoscevano Touschek come Carlo Bernardini, Luciano Maiani, Nicola Cabibbo, Lia Pancheri e Carlo Rubbia.
L’eredità scientifica di Touschek e il futuro degli acceleratori di particelle sono stati l’oggetto della tavola rotonda che ne è seguita, moderata dalla giornalista Marlene Nowotny (ORF). Nel panel Michael Benedikt (CERN e TU Vienna, leader del progetto di fattibilità del prossimo acceleratore del CERN Future Circular Collider), Luciano Maiani (fisico teorico, ex Direttore Generale del CERN ed ex Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e Giulia Pancheri. Un panel di esperti che ha saputo presentare ed argomentare al pubblico la fondamentale eredità scientifica di Touschek nelle grandi macchine acceleratrici in funzione al CERN e nei grandi laboratori internazionali, l’importanza di queste macchine per le sfide scientifiche correnti e future, le loro numerose applicazioni anche in ambiti diversi, come la medicina e la biologia, le ricadute, non solo scientifiche e applicative ma anche sociologiche nella comunità dei ricercatori che in questo settore è ad altissimo tasso di internazionalizzazione.
L’evento, seguito da un pubblico numeroso, è stato non solo il giusto tributo ad un illustre scienziato che ha dato contributi fondamentali alla ricerca italiana e non solo, ma ha avuto anche il merito di far conoscere al pubblico austriaco un connazionale che, a causa di una vita breve e spesa per lo più all’estero, non ha ad oggi il riconoscimento in patria che certamente meriterebbe. (aise)