Barcellona: La Vanguardia intervista il console generale Manzitti

BARCELLONA\ aise\ - Il quotidiano di Barcellona La Vanguardia ha intervistato il console generale d’Italia a Barcellona, Emanuele Manzitti, ormai al termine del suo mandato nella capitale catalana.
Alla domanda su quale sia il bilancio del suo mandato e se “si può dire che le relazioni diplomatiche fra Catalogna (Spagna) e Italia si sono rafforzate in questo periodo nonostante le diverse ideologie politiche dei rispettivi governi”, Manzitti ha risposto sicuro parlando di “bilancio indubbiamente positivo”.
“In questi tre anni è mezzo”, ha detto il console generale, “ho avuto modo di apprezzare direttamente l’amicizia e la stima reciproca che legano le Comunità Autonome della circoscrizione del Consolato Generale di Barcellona all’Italia. Lingua, storia, cultura e tradizioni uniscono i nostri cittadini in un legame solido che trascende le congiunture politiche. L’interscambio commerciale bilaterale ha raggiunto nel 2024 quasi 68,5 miliardi euro. La Spagna è il 4°  mercato di esportazione per il nostro Paese. E lo stock di investimenti in entrambe le direzioni è cresciuto costantemente. Ogni anno centinaia di studenti italiani si recano nelle Comunità Autonome che afferiscono al Consolato Generale, così come in tutta Spagna e viceversa. Comuni e regioni dal nord al sud Italia intrattengono floridi rapporti con città e Comunità Autonome spagnole. La Catalogna – così come altre realtà spagnole – può giocare un ruolo fondamentale nel rafforzare i rapporti tra Spagna e Italia e con le sue regioni. Di esempi se ne potrebbero far molti altri. Sono le costanti manifestazioni di simpatia nei confronti degli italiani e dell’Italia, ribaditemi da tutti i miei interlocutori nei miei incontri di commiato, che riflettono l’essenza del particolare rapporto tra i nostri Paesi”.
Quanto alla “presenza dei cittadini italiani in Catalogna e a Barcellona è estremamente numerosa, dovuta anche all’assimilazione di cittadini di origine argentina”, e alla capacità del Consolato Generale di gestire “questa situazione di stress dal punto di vista logistico e amministrativo”, Manzitti ha riconosciuto che “la comunità italiana in Spagna cresce a ritmi rapidissimi”.
“Oggi i cittadini italiani residenti nella circoscrizione del Consolato Generale (che comprende la Catalogna, la Comunità Valenziana, la Comunità di Aragona, le Isole Baleari, la Regione di Murcia e il Principato di Andorra) sono oltre 150.000”, ha detto, ricordando che al suo arrivo nel 2021 erano poco più di 110.000. “Per far fronte a questa crescita esponenziale il Consolato Generale ha fatto leva su nuove modalità di erogazione dei servizi, una riorganizzazione dei metodi di lavoro e una comunicazione più diretta con l’utenza”, ha spiegato. “In effetti nella circoscrizione risiede una comunità di italiani provenienti da diversi Paesi latinoamericani, in primis dall’Argentina. Essi rappresentano un patrimonio immenso che arricchisce la nostra comunità portando esperienze, storie e culture diverse. È un mondo che si incontra anche nella storica Scuola Italiana di Barcellona, formando un vero e proprio “melting pot”. La Scuola, l’Istituto Italiano di Cultura e il Consolato Generale possono svolgere un ruolo fondamentale in questo quadro, avvicinando la comunità proveniente dall’America del Sud alle proprie radici”.
“Molti italiani residenti in Catalogna e in particolare a Barcellona si lamentano da anni delle difficoltà per prendere appuntamenti al Consolato e ricevere assistenza. Qual è la situazione che ha trovato al suo arrivo e cosa avete fatto per risolverla?”, ha chiesto il quotidiano catalano.
“Al mio arrivo a Barcellona”, la risposta di Manzitti, “il Consolato Generale così come molte altre sedi della rete consolare italiana avevano accumulato ritardi per via delle chiusure forzate dalla pandemia. Il primo obiettivo è stato smaltire l’arretrato. Raggiunto questo risultato abbiamo aperto canali dedicati agli “over 75”, alle donne incinte, ai neonati e alle urgenze. Siamo riusciti così a ridurre fortemente i tempi di attesa e ad aumentare significativamente l’output. I risultati sono evidenti: nel 2021 avevamo emesso 5.933 passaporti, nel 2022 8.432, nel 2023 13.350 e nel 2024 12.250. Ricordo che mentre l’emissione del passaporto è il servizio più richiesto, il Consolato Generale offre, con miglioramenti costanti, una vastissima rete di servizi (carte d’identità, stato civile, iscrizioni anagrafiche, studi, navigazione, notarile) cui si affianca l’impegnativa attività di assistenza ai connazionali che si trovano temporaneamente nella circoscrizione. Si tratta in primis dei turisti italiani: nel 2024 le visite nella circoscrizione hanno superato i 2 milioni”.
La Vanguardia ha poi interpellato il console generale sul momento politico che incontrò al suo arrivo a Barcellona, nel settembre del 2021, “in piena pandemia” e “quando Carles Puigdemont è stato arrestato in Sardegna e il processo era ancora in pieno svolgimento”.
“Ricordo quel momento”, ha osservato Mazitti. “Ricordo molto bene la manifestazione che ebbe luogo sotto il Consolato Generale il 24 settembre, ma per quanto abbia potuto osservare le dinamiche politiche interne da un osservatorio privilegiato, non è compito di un console generale commentare o dare giudizi sulla politica del Paese che lo ospita”, ha tenuto a precisare.
Poi un’ultima domanda: “Dopo aver vissuto quattro anni in Catalogna, che cosa l’ha sorpreso maggiormente? Con che altra regione italiana vede punti in comune o grandi differenze in termini di qualità di vita e modello di sviluppo?”.
“È difficile individuare una regione italiana cui paragonare la Catalogna. Sono molti gli aspetti di questa regione che mi hanno colpito”, ha riconosciuto Manzitti. “La bellezza di Barcellona, la splendida Costa Brava, la ricchezza della sua storia e delle sua tradizioni culturali, la varietà dei suoi paesaggi, dalle foci dell’Ebro ai Pirenei, il fascino dei suoi borghi più piccoli. Da un punto di vista produttivo, come in Italia, le Piccole Medie Imprese rappresentano il cuore pulsante dell’economia. In questo quadro, mi ha colpito l’attenzione delle istituzioni alla creazione di modelli di sviluppo sostenibile, con un focus sulle nuove tecnologie, sulla ricerca – penso ad esempio al BSC e al Sincrotrone Alba – e sull’attrazione del talento”, ha concluso. (aise)