Voci, memorie, generazioni: Pavia celebra la storia orale della diplomazia italiana - di Arturo Varè

ROMA\ aise\ - Il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia, nell’ambito delle celebrazioni per i 100 anni della Scuola e della Facoltà di Scienze Politiche dell’Ateneo, ha recentemente ospitato la tavola rotonda “Voci, Memorie, Generazioni. Prospettive di ricerca per una storia orale della diplomazia italiana”, un’iniziativa destinata a un pubblico trasversale composto da storici di diverse generazioni ma anche di studenti dei corsi di studio afferenti al Dipartimento. L’incontro è stato l'occasione per la presentazione del progetto “Storia orale della diplomazia italiana”, un'iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. A curare la presentazione è stato l'ideatore e coordinatore del progetto stesso, l'Ambasciatore Stefano Baldi.
Il dialogo con il curatore ha generato un dibattito proficuo sulla metodologia e sulle prospettive di ricerca offerte dalla storia orale. La discussione con l’ideatore del progetto, pioniere nel suo genere, è stata animata da Arianna Arisi Rota, professoressa di Storia Contemporanea a Pavia, che ha organizzato l’evento insieme alla giovane ricercatrice Elisa Lucente e a Bruno Bonomo, professore di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, già membro del direttivo dell’Associazione Italiana di Storia Orale.
L'ORIGINALITÀ DEL PROGETTO "STORIA ORALE DELLA DIPLOMAZIA ITALIANA"
Il progetto del MAECI si propone come un "racconto corale" volto a conservare e diffondere la memoria storica della diplomazia italiana. Iniziato nel 2023, il suo scopo principale è raccogliere e rendere disponibili online una serie di interviste audio -strutturate come conversazioni a diplomatici e diplomatiche a riposo.
L'originalità di questa iniziativa risiede in diversi aspetti fondamentali. In primo luogo, la metodologia impiegata fornisce una fonte diretta per lo studio di esperienze, episodi e sfide affrontate nel corso della carriera. Le interviste vanno oltre i documenti archivistici, consistendo in un racconto approfondito di riflessioni ed esperienze personali.
Un elemento distintivo è la componente intergenerazionale. Le interviste sono infatti condotte dai giovani funzionari diplomatici neoassunti nel contesto del loro percorso formativo, grazie al contributo dell'Unità per la formazione della Direzione Generale per le Risorse e l'Innovazione del MAECI. Questo dialogo tra generazioni unisce testimonianza e formazione, arricchendo il bagaglio professionale dei nuovi diplomatici e contribuendo alla creazione di un archivio digitale di significativo valore storico e culturale.
Inoltre le registrazioni del progetto in formato di podcast sono rese disponibili sulle principali piattaforme di ascolto come Spreaker, Spotify e Apple Podcasts. La dimensione sonora della voce degli intervistati aggiunge profondità, permettendo di conoscere la persona più da vicino, attraverso i toni e le espressioni personali – caratteristici di diversi stili comunicativi - che vengono fissati nella registrazione. Tra le testimonianze raccolte, quelle di Ambasciatori come Sergio Vento, che ha rappresentato l'Italia all'ONU durante eventi cruciali (11 settembre, Afghanistan, Iraq), di Carlo Marsili, la cui carriera ha toccato Palazzi Chigi e la Direzione del Personale alla Farnesina, e di Giancarlo Aragona, che è stato Capo di Gabinetto durante il delicato periodo della guerra nei Balcani. O, ancora, di Ferdinando Salleo, ex Segretario Generale del MAE (1994-1995), che ha offerto la sua prospettiva sul crollo dell'URSS (come Ambasciatore a Mosca) e sugli attentati dell'11 settembre (come ambasciatore a Washington); e di Umberto Vattani, unica figura a ricoprire due volte il ruolo di Segretario Generale (tra il 1997 e il 2005) nella storia repubblicana, il quale ha guidato l'importante riforma del Ministero testimoniata da due "Libri Bianchi", e di Jolanda Brunetti che ha condiviso coi giovani intervistatori il suo percorso professionale sviluppatosi in sedi come Myanmar, Uzbekistan e Ucraina, toccando il tema cruciale dell'evoluzione del ruolo femminile nella diplomazia italiana. Queste ed altre sono dunque tutte testimonianze che offrono uno sguardo prezioso e originale sul "dietro le quinte" dell'attività diplomatica.
IL RUOLO NELLA MEMORIA DIPLOMATICA
Il progetto “Storia orale della diplomazia italiana” fornisce un contributo essenziale per la conoscenza e la conservazione della memoria diplomatica, nonché nell'analisi del ruolo svolto dai diplomatici in diversi contesti e congiunture. Per la storiografia, in particolare quella italiana, questo cantiere rappresenta un patrimonio unico cui attingere per integrare altri tipi di fonti. Lo studio della storia della diplomazia italiana - compresa la sua componente memoriale - è utile anche per portare alla luce figure troppo spesso relegate a brevi o frammentari riferimenti nei saggi di storia contemporanea e delle relazioni internazionali, evitando così il rischio di un ingiustificato oblio.
La raccolta sistematica di testimonianze significative permette di conservare e trasmettere la memoria storica attraverso le voci dei protagonisti. La conoscenza dei percorsi di carriera, delle personalità e del contesto in cui hanno operato illustri diplomatici consente non solo di apprezzare la loro opera, ma anche di comprendere come la professione si sia evoluta nel solco di una profonda e radicata tradizione nazionale. Le testimonianze raccolte sono attualmente 21 e costituiscono una fonte rilevante per ricercatori, appassionati e per chi desidera approfondire gli aspetti meno noti della diplomazia italiana.
ITALIA TRA I PIONIERI DELLA STORIA ORALE DIPLOMATICA
L'Italia, attraverso l'iniziativa coordinata dall'Ambasciatore Stefano Baldi, si colloca tra i pochi Paesi che hanno sviluppato una sensibilità strutturata per la storia orale applicata al corpo diplomatico. Le iniziative istituzionali in questo campo sono ancora molto limitate a livello internazionale, ma possono essere d'ispirazione per altri casi nazionali.
Il migliore esempio esistente di questo esercizio, citato come riferimento nel corso della tavola rotonda e nella genesi del progetto stesso, è quello dei diplomatici degli Stati Uniti, con "The Foreign Affairs Oral History Collection" (FAOHP). Creato dal Foreign Affairs Oral History Program, questo archivio comprende oltre 2600 interviste a ex esponenti dell’ammini-strazione delle relazioni estere statunitensi, coprendo più di 80 anni di storia diplomatica. Nel Regno Unito, il British Diplomatic Oral History Programme (avviato nel 1995) si propone di raccogliere i ricordi degli ex diplomatici britannici. Questo programma ha prodotto 230 interviste disponibili in trascrizione. A livello sovranazionale, l'Unione Europea (UE) ha realizzato la raccolta "Storia orale dell’integrazione europea", curata dal Luxembourg Centre for Contemporary and Digital History. Fino ad oggi, sono state registrate o filmate più di cento interviste. Anche il Portogallo ha sviluppato una sensibilità specifica in questo campo attraverso il progetto Oral Memory of Portuguese Diplomacy. Infine, il Commonwealth Oral History Project utilizza la metodologia della storia orale per creare una risorsa digitale di ricerca che ripercorre la storia del Commonwealth dal 1965. Questo progetto include oltre 70 interviste con politici e diplomatici.
L'Italia, con il progetto coordinato dall’Ambasciatore Baldi, contribuisce a questo ristretto panorama di Paesi che hanno compreso l'importanza di documentare la storia diplomatica non solo attraverso gli archivi cartacei, ma anche attraverso la soggettività e la memoria orale dei suoi professionisti.
COLLABORAZIONE ACCADEMICA E ISTITUZIONALE
La tavola rotonda di Pavia ha messo in luce come la collaborazione e il confronto tra gli studiosi di storia orale e i realizzatori di specifici progetti in questa disciplina siano fertili e capaci di futuri sviluppi.
In particolare, Bruno Bonomo nel suo intervento si è concentrato sull'analisi del progetto "Storia orale della diplomazia italiana" definendolo un'iniziativa originale, interessante e meritoria. Bonomo ha identificato tre livelli fondamentali di valore nel progetto: documentazione, formazione e ricerca e ha evidenziato come le testimonianze raccolte illuminino il vissuto professionale dei diplomatici, dalle motivazioni di carriera alle dinamiche di genere (come le sfide delle donne in un ambiente prevalentemente maschile). Ha infine apprezzato l'aspetto tecnico e metodologico del progetto, notando come alcune interviste siano altamente strutturate e come l'autonarrazione di alcune figure diplomatiche si rivolga a un pubblico ampio, quasi assumendo la forma della memorialistica scritta.
L'intervento di Elisa Lucente si è concentrato sull'analisi metodologica delle interviste, notando la loro forte strutturazione e la percezione, nell’ascolto, di un'asimmetria gerarchica tra i giovani intervistatori e gli Ambasciatori a riposo. Un elemento tematico di grande rilievo sottolineato nel suo intervento è la questione di genere. Lucente ha evidenziato il divario che si evidenzia nella percezione di tale questione tra le diplomatiche senior intervistate e le intervistatrici più giovani. Ha inoltre sottolineato il potenziale valore del progetto per contribuire ad una storia delle migrazioni e delle comunità italiane all'estero, visto il tradizionale lavoro svolto dai diplomatici nei consolati.
È stato infine ricordato che l’Ambasciatore Baldi, oltre a coordinare il progetto di storia orale, è anche attivo nella valorizzazione dell'attività pubblicistica dei diplomatici italiani con il progetto ultraventennale "La penna del diplomatico", che censisce circa 1500 titoli di più di 340 autori dal dopoguerra ad oggi. Questo duplice impegno rafforza il ponte tra l'esperienza pratica sul campo e l'analisi e il metodo accademici.
La discussione a Pavia ha dunque sottolineato l'importanza di integrare gli sforzi istituzionali di raccolta con la riflessione metodologica universitaria, garantendo che le fonti prodotte siano utilizzate in modo critico e consapevole. L'evento si è significativamente concluso con l'auspicio che il progetto "Storia orale della diplomazia italiana" non solo continui a crescere, ma che serva anche da stimolo per altri studiosi attenti al valore della fonte diplomatica, indispensabile per documentare il prestigio e la professionalità riconosciuti nel tempo alla diplomazia italiana.
Il Progetto è consultabile online all’indirizzo: https://diplosor.wordpress.com/storia-orale-della-diplomazia-italiana/. (arturo varè\aise)