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ROMA – focus/aise – L’Italia ancora una volta protagonista della “Strada della Cultura” (Kültür Yolu), la maggiore rassegna culturale promossa dal Governo turco nelle principali città del Paese.
In questa cornice, l’Ambasciatore d’Italia in Turchia, Giorgio Marrapodi, mercoledì scorso ha inaugurato negli spazi espositivi del Cermodern, centro di arte contemporanea di Ankara, la mostra “Looking elsewhere being there”, realizzata in collaborazione con l’Ambasciata austriaca ad Ankara. Hanno partecipato per il Governo turco il Vice Ministro della Cultura e del Turismo, Gokhan Yazgi, e il Vice Ministro agli Esteri, Mehmet Kemal Bozay, che ha rivolto parole di grande apprezzamento nei confronti dell’iniziativa.
La mostra, curata da Marcello Farabegoli (co-curatori Charlotte Aurich e Pablo Chiereghin), include opere di quasi trenta artisti italiani, turchi e austriaci: talenti nuovi, ma anche protagonisti affermati dell’arte contemporanea, in grado di affrontare da vari punti di vista il tema dell’appartenenza e la sfida data dal continuo “movimento” che caratterizza la nostra società. La Mostra resterà aperta al pubblico fino al 3 novembre.
È stata inaugurato nella città bosniaco-erzegovese di Bihać un nuovo Centro volto alla protezione di migranti minorenni non accompagnati e di persone in condizioni di elevata vulnerabilità.
Dedicato alla memoria di Adriano Poletti, ex sindaco di Agrate Brianza e per anni dirigente delle ACLI, recentemente scomparso, il Centro è stato edificato dalla ong italiana IPSIA-ACLI nell’ambito del progetto BRAT (Balkan Route – Assistenza in Transito), finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).
Una volta pienamente operativo, il centro potrà ospitare fino a 30 ospiti: non solo migranti presenti nei vicini campi di Lipa e Borići, ma anche persone della comunità locale provenienti da contesti di vulnerabilità, all’insegna dell’attenzione verso le comunità di accoglienza che caratterizza il progetto.
L’Ambasciata d’Italia in Bosnia Erzegovina era presente con il primo segretario, Riccardo Righelli, che ha lodato l’ampio coinvolgimento di attori della comunità internazionale, delle istituzioni locali e della società civile che ha reso possibile la costruzione della struttura. L’iniziativa ha infatti visto coinvolti, oltre ad AICS e IPSIA-ACLI, anche il Ministero della Sicurezza della Bosnia Erzegovina, presente con Mustafa Pašalić, capo Dipartimento Accoglienza e Programmi del Settore Asilo, e la Città di Bihać, rappresentata dal sindaco Elmedin Sedić e dal direttore del Centro per i Servizi sociali, Senad Tutić.
Per IPSIA-ACLI, erano presenti il presidente Marco Calvetto e la direttrice di IPSIA BiH, Silvia Maraone.
“Questa nuova struttura”, ha dichiarato Maraone, “rappresenta un significativo passo avanti nella protezione e nel sostegno dei giovani più vulnerabili della nostra comunità. Proprio per questo sarà dedicato alla memoria del caro amico Adriano Poletti, che insieme ad amici e colleghi diede inizio all’avventura di IPSIA in Bosnia Erzegovina”.
Bihać è situata a poca distanza dal confine croato. Il Cantone dell’Una-Sana, ove è collocata la città, rappresenta uno dei punti più sensibili della rotta balcanica ed è uno dei luoghi da cui i migranti presenti in BiH cercano di oltrepassare il confine con l’UE. Nell’ambito del progetto BRAT, è stato possibile predisporre nel territorio del Cantone non solo il complesso in questione, ma anche ulteriori strutture interne o esterne ai campi profughi di Borići (rivolto a famiglie e minori) e di Lipa (uomini adulti), con l’obiettivo di fornire assistenza materiale, psicologica e sociale.
In occasione della prima edizione della Giornata dello Sport Italiano nel Mondo, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, si è svolta il 23 settembre scorso a Varsavia una conferenza sul rapporto tra sport, managerialità, economia e nutrizione, organizzata dall’Ambasciata d’Italia, in collaborazione con ICE, l’Istituto Italiano di Cultura e diverse federazioni sportive italiane e polacche.
Di fronte a una numerosa e qualificata platea, tra cui il sottosegretario polacco del Ministero dello Sport e del Turismo, sono intervenute personalità di spicco del mondo sportivo italiano e polacco, tra cui Marta Carissimi, ex calciatrice della Nazionale Italiana, Carlo Caglieris, ex cestista della Nazionale Italiana, Karol Tatar, responsabile marketing della Federazione Calcio Polacca, e Michał Lenartowicz, professore di sociologia dello sport presso l’Accademia di Educazione Fisica di Varsavia.
La conferenza è stata introdotta dall’ambasciatore Luca Franchetti Pardo, che ha evidenziato come la pratica sportiva sia intrinsecamente una scuola di integrazione, inclusione e dialogo, valori che al centro del panel dedicato allo sport e alla managerialità.
Pardo ha ribadito l’importanza dello sport come uno strumento potente per rafforzare i legami tra i popoli e promuovere la diplomazia “people-to-people”, la base per tutti gli altri tipi di rapporti, culturali, politici ed economici.
L’ambasciatore ha infine auspicato che l’evento odierno rappresenti “un primo contatto, un seme che speriamo possa germogliare e crescere in future collaborazioni e cooperazioni sempre più forti tra Italia e Polonia”.
L’evento si è concluso con una breve lezione di Mariusz Panczyk, nutrizionista dell’Università Medica di Varsavia, sui principi della dieta mediterranea attraverso un approccio olistico inteso come il “vivere all’italiana”. (focus\aise)