Fare rete (3)

ROMA – focus/aise - Si terrà mercoledì 28 agosto alle ore 19.00 la conferenza divulgativa in italiano della Missione Cattolica di Zurigo, dal titolo "Spazio: esplorazione, conquista, economia". Ospite dell'iniziativa organizzata anche dal Consolato Generale d'Italia in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, sarà Luca Valenziano, astrofisico.
L’umanità ha da sempre il desiderio di esplorare "Terrae incognitae", sia per curiosità che per migliorare la propria qualità di vita. Questa spinta innata coinvolge molti aspetti scientifici, tecnologici, economici, legislativi ed è di crescente rilevanza per la società contemporanea. Dal lancio dello Sputnik nel 1957 ai primi passi sulla Luna nel 1969, la corsa allo spazio si è intrecciata fortemente con la politica internazionale. L’umanità ha poi vissuto un tempo di grande cooperazione internazionale, con l’esperienza di importanti progetti congiunti, primo fra tutti la Stazione Spaziale Internazionale. Oggi è in corso una nuova corsa allo spazio, sostenuta da fortissimi investimenti sia pubblici che privati, per cui l’Italia si candida ad essere protagonista.
Con la simbolica consegna del permesso di costruzione da parte del sindaco della Municipalità di Novo Sarajevo, Hasan Tanović, ha avuto inizio la fase esecutiva del progetto di realizzazione del Museo di arte contemporanea “Ars Aevi”. L’evento è stato organizzato dalla Città e dal Cantone di Sarajevo in collaborazione con la locale Delegazione Europea, con l’UNESCO e con l’Ambasciata d’Italia, a conferma dell’importante ruolo svolto dall’Italia nel rilanciare e nel rimettere in moto un progetto di immenso valore artistico.
Disegnato dall’architetto Renzo Piano in qualità di “Goodwill Ambassador” dell’UNESCO, il progetto museale Ars Aevi (in latino “arte dell’epoca”, ma anche parziale anagramma della parola Sarajevo) era stato concepito per offrire una moderna sede espositiva alle opere d’arte dell’omonima collezione. Si tratta di circa 150 pezzi donati a Sarajevo già durante i duri anni dell’assedio da prestigiosi artisti internazionali (tra i quali Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Marina Abramovic, Joseph Kosuth, Maja Bajevic e molti altri) in una suggestiva gara di solidarietà che voleva favorire la rinascita civile, etica e culturale della città.
Attualmente le opere della collezione sono in prevalenza esposte presso la Vijećnica, sede della Municipalità ed ex Biblioteca Nazionale. L’Italia ha sempre espresso un profilato impegno verso il progetto e, dopo la firma del Protocollo d’intesa nel novembre 2021 tra la Città e il Cantone, ha finanziato – tramite interventi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) – lo studio di progettazione esecutiva dell’edificio museale, snodo fondamentale per la cantierizzazione dell’opera.
Realizzato dalla società di architettura “NonStop” in stretto coordinamento con la Renzo Piano Building Workshop, lo studio è stato presentato nell’ottobre dello scorso anno in occasione della seconda Conferenza “A vision becomes reality”, organizzata dall’Ambasciata d’Italia in collaborazione con la stessa AICS. In tale circostanza era stato anche lanciato – a cura di UNESCO – un fondo fiduciario multi-donatori allo scopo di favorire la raccolta delle risorse necessarie alla realizzazione dell’edificio museale e alla manutenzione delle opere della collezione.
All’evento, che ha virtualmente dato il via ai lavori di costruzione del museo, sono intervenuti, tra gli altri, il primo ministro del Cantone di Sarajevo, Nihad Uk, la sindaca di Sarajevo, Benjamina Karić, il sindaco della Municipalità di Novo Sarajevo, Hasan Tanović, il capo della Delegazione Europea, Johann Sattler, l’ambasciatore d’Italia in Bosnia Erzegovina, Marco Di Ruzza, il rappresentante UNESCO per la Bosnia Erzegovina, Sinisa Šešum, lo storico fondatore della collezione, Enver Hadžiomerspahić, e la direttrice del sistema museale della città, Senka Ibrišimbegović. Dai rispettivi discorsi è emerso chiaramente come l’ottimo gioco di squadra tra le Autorità locali e la comunità internazionale sia stato determinante nel favorire il rapido avanzamento del progetto.
La cerimonia ha visto la consegna ufficiale del permesso a costruire da parte del sindaco Tanović al primo ministro Uk, il cui governo cantonale è formalmente responsabile per la commissione dell’opera. Subito prima, veniva issata dinanzi al terreno una bandiera con il logo del museo, individuato ormai da tempo e contraddistinto da uno schieramento di vessilli colorati a segnalare i confini della futura struttura. Infine, a conclusione degli interventi, le autorità locali, assieme agli ambasciatori Di Ruzza e Sattler e al direttore Šešum, hanno simbolicamente firmato la prima pietra che verrà utilizzata nella costruzione dell’edificio.
“È per me una grande emozione presenziare a questo evento, che rappresenta il coronamento dell’intenso lavoro da noi svolto insieme alle Autorità locali e ai partner della comunità internazionale, specialmente Unione Europea ed UNESCO, per rivitalizzare il progetto Ars Aevi quando ormai sembrava privo di sbocchi”, ha dichiarato Di Ruzza, sottolineando anche la forte componente idealistica che ha ispirato l’azione dell’Italia nel continuare a credere ad un’iniziativa non solo di grande pregio artistico ma concepita anche con evidenti finalità di riconciliazione dopo gli anni tragici della guerra.
“Solo un mese fa”, ha ricordato poi Di Ruzza, “abbiamo celebrato il ventennale della riapertura del Ponte Vecchio di Mostar, con l’Italia tra gli ospiti d’onore in quanto fu il primo Paese donatore per i lavori di ricostruzione. Oggi diamo il via al percorso che trasformerà il sogno Ars Aevi in realtà. Tutto ciò testimonia come la diplomazia culturale italiana sia un importante strumento a sostegno della pacificazione e della stabilità nei Balcani, in piena coerenza con l’azione che l’Italia svolge a favore delle prospettive di integrazione europea della Bosnia Erzegovina e dell’intera regione”. L’auspicio, ha concluso l’ambasciatore italiano, è “che Ars Aevi diventi uno spazio museale aperto, dinamico e inclusivo e il simbolo di una Bosnia Erzegovina cosmopolita, multietnica e stabilmente proiettata verso la casa comune europea”.
Sta per concludersi il progetto “Suoni di fratellanza” della Fondazione World Youth Orchestra, che si è svolto quest’anno in Vietnam grazie al sostegno di Fondazione CDP, LCA Studio Legale e Temix. L’iniziativa ha potuto inoltre contare sulla collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Hanoi, con il Consolato Generale d’Italia a Ho Chi Minh City e sul prezioso lavoro dei project partner Vicas (Vietnamese Institute for Culture and Arts) e SKDA (Hanoi Academy of Theatre and Cinema).
La musica, il teatro, l’arte come strumenti di dialogo e di pace tra i popoli sono stati al centro del progetto, che è riuscito nell’intento di sviluppare una forte cooperazione artistico-culturale tra l’Italia e il Vietnam, contribuendo alla formazione di molti giovani artisti vietnamiti, ha promosso la produzione degli artisti locali e, al contempo, ha offerto un sostegno concreto ai bambini orfani e abbandonati del Vietnam. “Suoni di fratellanza” è solo l’ultima delle numerose iniziative di successo sviluppate a partire dal 2001 dalla Fondazione World Youth Orchestra.
“La WYO va in Vietnam per portare ancora il suo messaggio musicale attraverso il suo mosaico di musicisti provenienti da tutto il mondo che suonano con passione ed amore per sottolineare tre parole fondamentali nella vita di tutti noi: amicizia, fratellanza, pace. Auguri al Vietnam, auguri all’Italia”, afferma Adolfo Vannucci, presidente Fondazione World Youth Orchestra.
“Siamo felici di portare un altro contributo al progetto Suoni di fratellanza che chiude la sua prima annualità in un paese straordinario come il Vietnam. Siamo felici di poter lasciare esperienze fondanti nei giovani artisti, nel complesso mondo formativo artistico vietnamita, nel pubblico coinvolto e nell’animo di decine di bambine e bambini che soffrono il disagio della mancanza genitoriale. Diplomazia culturale? Cooperazione culturale? Certamente, ma anche un grande amore per una cultura e un popolo meravigliosi”, dichiara il direttore artistico e fondatore Damiano Giuranna.
Gli appuntamenti conclusivi di “Suoni di fratellanza” prendono il via il 29 agosto all’Hanoi University, con una lettura di quattro canti della Divina Commedia a cura di Valeria Almerighi, Federico Brugnone e Carolina Leporatti, dedicata agli studenti del Dipartimento di Italianistica dell’Università. Il pomeriggio del 31 agosto, a Ho Chi Minh City, presso la Home of Mother’s Love di Binh Duong, si svolgerà invece l’evento finale del progetto WYO4CHILDREN, rivolto a bambini orfani, abbandonati o con situazioni familiari difficili, tra i 5 e i 17 anni, che affronteranno un repertorio di musiche vietnamite ed italiane. Il programma include anche uno spettacolo di body painting della performer Francesca Chialà, che grazie al contributo dei bambini dipingerà a ritmo di musica una lunga tela di 20 metri con i colori delle bandiere italiana e vietnamita. Il programma prosegue a Hanoi il 5 settembre, presso il Vicas Arts Studio, con la cerimonia finale di premiazione della “Call for projects” dedicata agli artisti vietnamiti per le categorie arti visive, musica e teatro, alla presenza dell’ambasciatore d’Italia a Hanoi S.E. Ambasciatore Della Seta. Infine, il 7 settembre, presso il Teatro dell’Hanoi Academy of Theatre and Cinema è previsto lo spettacolo che chiude l’esperienza dei laboratori teatrali “Dialoghi sonori”, alla presenza dell’ambasciata italiana, del corpo diplomatico e degli studenti e professori dell’università.
“Fondazione CDP da sempre sostiene il talento giovanile e promuove l’arte e la cultura, caratteristiche incarnate dal progetto Suoni di Fratellanza, che abbiamo deciso di sostenere e attraverso il quale abbiamo esteso il nostro impegno a livello internazionale. Siamo convinti che l’iniziativa continuerà a favorire la cooperazione tra i due Paesi, grazie al potere della diplomazia culturale, strumento fondamentale per la promozione di sviluppo inclusivo ed integrazione sociale”, sottolinea Francesca Sofia, direttrice generale della Fondazione CDP.
“Dopo l’enorme successo registrato nella prima parte dell’anno, sono estremamente lieto che la Fondazione World Youth Orchestra torni in Vietnam per gli eventi conclusivi del progetto “Suoni di Fratellanza”. Quest’iniziativa si è già dimostrata capace di creare fruttuose sinergie e instaurare legami tra le realtà istituzionali, culturali e accademiche italiane da un lato e quelle vietnamite dall’altro”, afferma Marco della Seta, ambasciatore d’Italia in Vietnam, dicendosi “certo che i nuovi eventi in programma si dimostreranno altrettanto efficaci nel consolidare ulteriormente le già ottime relazioni culturali tra i nostri due Paesi”.
“La musica possiede una forza unica e impareggiabile di unire le persone, ed è sempre stata nel cuore di LCA, oltre che profondamente importante per me come fondatore del Blue Note di Milano. Siamo felici di proseguire il nostro sostegno alla Fondazione World Youth Orchestra attraverso questo incredibile progetto – che segna il traguardo del suo primo anno di attività – con il nobile intento di avvicinare due Paesi lontani, promuovere le tradizioni culturali del Vietnam e alimentare la passione di molti giovani talenti”, le parole di Giovanni Lega, managing partner di LCA Studio Legale.
Il progetto “Suoni di fratellanza”, da gennaio a settembre 2024, si è articolato in cinque aree di attività, a partire dalla tournée della World Youth Orchestra, composta per l’occasione da 70 giovani musicisti provenienti da università, accademie e conservatori di tutto il mondo, che si è svolta in collaborazione con la Vietnam National Academy of Music (VNAM) dal 6 al 10 aprile ad Hanoi. I concerti hanno richiamato oltre 2000 spettatori, autorità locali e rappresentanti diplomatici di vari Paesi, numeri che testimoniano un indubbio successo e il sincero apprezzamento del pubblico.
Poi i laboratori teatrali “Dialoghi sonori”, guidati da Valeria Almerighi, Federico Brugnone e Carolina Leporatti, hanno permesso a 25 studenti vietnamiti dell’Hanoi Academy of Theatre and Cinema di esplorare e arricchire il dialogo interculturale tra Italia e Vietnam. L’approccio adottato ha consentito agli studenti di mettere in profonda connessione il suono e il linguaggio del corpo.
C’è stato spazio anche per i più piccoli, grazie al progetto WYO4CHILDREN, realizzato in collaborazione con le Missionarie della Carità di Binh Duong e dedicato alla crescita sociale e culturale, attraverso la musica, di bambini vietnamiti provenienti da contesti svantaggiati. L’iniziativa ha preso il via lo scorso gennaio, con un programma di lezioni in cui 80 ragazzi di età compresa tra i 5 e 17 anni hanno appreso i primi rudimenti musicali e imparato a suonare strumenti classici come il violino, il pianoforte, le percussioni e la chitarra. I giovani allievi hanno inoltre dato vita a un “coro di comunità”, migliorando le loro capacità relazionali.
La “Call for Projects” multidisciplinare, lanciata in collaborazione con il Vietnam National Institute of Culture and Arts Studies (VICAS) e aperta agli artisti vietnamiti senza limiti di età, ha registrato una buona partecipazione da parte della comunità artistica. I progetti vincitori, selezionati da una giuria di esperti, saranno finanziati con una borsa di studio.
Infine una conferenza si è tenuta presso il dipartimento di italianistica dell’università di Hanoi a cura di Simone Caputo dell’università La Sapienza, dedicata al centenario pucciniano dal titolo “Esotismo ed Estremo Oriente nell’Opera di Giacomo Puccini”.
Dopo 23 anni di attività, la WYO vanta 75 Paesi rappresentati, 300 università internazionali partner, 3.500 talenti coinvolti, 350 eventi realizzati e oltre 10 milioni di spettatori presenti ai suoi concerti in tutto il mondo. Numerosi i riconoscimenti istituzionali ottenuti, come quelli di ONU, UNICEF, Commissione europea e presidente della Repubblica Italiana. Il progetto, ideato da direttore artistico e fondatore Damiano Giuranna, intende dimostrare come la musica non debba limitarsi a essere necessità culturale di un’élite, ma possa rappresentare un potente strumento di comunicazione di valori e idee, uno strumento di diplomazia culturale capace di stimolare buone pratiche in campo artistico, sociale e politico. (focus\ aise)