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ROMA – focus/ aise – In occasione della Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo, celebrata ogni anno il 22 aprile per onorare la nascita della vincitrice del Premio Nobel Rita Levi Montalcini, si è tenuto nei giorni scorsi presso l'Istituto Italiano di Cultura di Jakarta l’evento “Brewing the Future: Innovation and Sustainability for Indonesian Coffee”.
L'iniziativa organizzata dall’addetto scientifico dell'Ambasciata d'Italia a Jakarta, Roberto Carniel, e aperta dai saluti della direttrice dell'Istituto, Maria Battaglia, ha messo in evidenza il ruolo della scienza e dell’innovazione nel promuovere pratiche sostenibili e filiere di qualità nel settore del caffè, che collega Indonesia e Italia.
Ha aperto i lavori l’ambasciatore d'Italia a Jakarta, Roberto Colaminè, che rappresenta il nostro Paese in Indonesia, a Timor Est e presso il Segretariato dell'ASEAN, sottolineando il potere del caffè come simbolo culturale e ponte tra civiltà. Colaminè ha evidenziato il ruolo storico dell’Indonesia come pioniere nella produzione del caffè e ha lanciato un appello a rafforzare le sinergie tra università, centri di ricerca e produttori dei due Paesi, puntando a una cooperazione scientifica che valorizzi la sostenibilità e l'impatto sociale.
I diversi interventi che sono seguiti hanno tracciato un quadro ricco e multidisciplinare dell’interazione italo-indonesiana sul caffè, in un giusto equilibrio fra ricerca pura e applicazioni sul campo.
Marco Zancani dell’Università di Udine, direttore del Master in Coffee Economics and Science “Ernesto Illy” che coinvolge l’Università degli Studi di Udine, l’Università degli Studi di Trieste, la SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste), l’Area Science Park di Trieste e la Fondazione Illy, ha illustrato un programma formativo unico al mondo, che da oltre 15 anni forma esperti del settore con una visione integrata tra ambiti biologico, agronomico, tecnologico, economico e manageriale, in una prospettiva di sostenibilità. Anche studenti indonesiani vi hanno preso parte negli ultimi anni, segno di un dialogo già avviato efficacemente.
Azzurra Di Bonaventura, sempre dell’Università di Udine, ha presentato i risultati del suo dottorato sul potenziale delle colture in vitro di coffea arabica, mostrando come la pianta possa diventare una fonte sostenibile per la produzione su larga scala di metaboliti bioattivi quali caffeina, terpenoidi e acidi clorogenici, con promettenti applicazioni nei settori cosmetico e farmaceutico. Il lavoro mira a massimizzare la produzione e l’estrazione di questi composti nelle colture in sospensione liquida. Questa ricerca apre nuove strade per l’utilizzo industriale del caffè come risorsa funzionale, trasformandolo da semplice bevanda a piattaforma biotecnologica per la produzione sostenibile di ingredienti ad alto valore commerciale.
Soni Sisbudi Harsono dell’Università di Jember, nell’East Java, in Indonesia, ha illustrato le sfide per una produzione di caffè più sostenibile nell’area montuosa di Java–Raung Ijen nell’Est di Java, con varietà di Arabica coltivate soprattutto da piccoli produttori. Anche per affrontare l’impatto crescente del cambiamento climatico, vengono privilegiati sistemi agroforestali che promuovono la fertilità del suolo e la biodiversità. È un ottimo esempio di come l’innovazione locale e la collaborazione tra più attori possano orientare il settore del caffè indonesiano verso un futuro più resiliente e sostenibile.
Nicola Finardi, imprenditore italiano co-fondatore di PT JYN GROUP, ha parlato del caffè di Bajawa sull’isola di Flores, dove l’arabica cresce sotto la copertura della foresta vergine senza deforestazione, con rese inferiori ma preservando un ecosistema ricco di biodiversità, che conferisce al caffè di Flores un profilo aromatico distintivo e un impatto ambientale minimo. I progetti di JYN Group, in collaborazione con le comunità indigene locali, mirano a migliorare la produzione nel rispetto della tradizione, aumentando qualità e quantità del raccolto senza danneggiare l’equilibrio forestale.
Alain Scialoja, fondatore della microtorrefazione digitale Koro Roasters a Bali, ha presentato un modello di filiera guidata dalla tecnologia che aiuta i piccoli produttori, che in Indonesia rappresentano il 99% della produzione, a migliorare qualità e tracciabilità senza sacrificare sostenibilità. In un contesto caratterizzato da microclimi estremamente variabili e fermentazioni sperimentali, ha illustrato come l’utilizzo di dati precisi, come il contenuto d’acqua del chicco, la sua densità e le curve di tostatura, possa contribuire a garantire risultati costanti senza sacrificare l’identità locale del prodotto. Il suo metodo consente di affrontare con rigore scientifico l’eterogeneità naturale dei caffè di origine indonesiana, trasformando la complessità della produzione artigianale in un’opportunità per esaltare la qualità e la tracciabilità, nel rispetto delle tradizioni locali.
L’evento ha rappresentato un esempio concreto di diplomazia scientifica e innovazione applicata. Dalla biotecnologia agraria alle pratiche agroforestali, passando per le tecnologie digitali di filiera, Brewing the Future ha dimostrato come la collaborazione tra Italia e Indonesia possa generare valore condiviso per le comunità locali, tutelando l’ambiente e rispondendo alle sfide globali.
In un clima di grande partecipazione di pubblico, con oltre 350 ospiti, il Consolato d’Italia a Friburgo ha celebrato il 79° anniversario della Repubblica Italiana con una cerimonia che ha riunito, nella cornice di Merzhausen, membri della comunità italiana, numerose autorità locali e amici tedeschi.
Per la prima volta – evidenzia la sede consolare – ha preso parte all’evento il Presidente del Regierungspräsidium di Friburgo, Carsten Gabbert, a testimonianza del crescente radicamento delle relazioni istituzionali tra Italia e Germania sul territorio. Presenti anche numerosi sindaci e rappresentanti delle istituzioni politiche, economiche e culturali locali con le quali il Consolato collabora stabilmente, a conferma del solido tessuto di scambi e cooperazioni sviluppato nel corso di questi anni.
Nel suo discorso, la Console Francesca Toninato ha posto in rilievo la fitta rete di collaborazioni con le istituzioni tedesche, la promozione della lingua e della cultura italiana sul territorio e la forte presenza della comunità italiana, composta da oltre 60.000 connazionali, all’interno della circoscrizione consolare di Friburgo. Particolare risalto è stato dato alla storica amicizia tra Italia e Germania, definita “indispensabile in tutti i settori della convivenza” e testimoniata dalla presenza attiva della comunità italiana nella regione, perfettamente integrata nel circondario del Consolato e protagonista di un vivace intreccio di relazioni sociali, culturali ed economiche.
Proprio a dimostrazione di questo ruolo da protagonista che la comunità italiana svolge sul territorio, la Console ha presentato il progetto “Storie di Volti – Geschichten von Gesichtern”, rassegna promossa dal Consolato con lo scopo di far conoscere le vite di uomini e donne, appartenenti alla comunità italiana e tedesca, attraverso il racconto in prima persona delle loro esperienze di vita e di lavoro nei più disparati ambiti (assistenza sociale, ricerca, sostenibilità, medicina, diritto, scienza, cucina, formazione, musica, arte, editoria), al fine di rafforzare il senso di appartenenza e comunità.
A rendere ancora più significativa la cerimonia è stata l’accoglienza riservata agli artisti del Fabbrica Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, i quali hanno arricchito con la loro musica il profondo significato di questa giornata. I tre artisti, la pianista Elettra Pomponio, il soprano Sofia Barbashova e il tenore Guangwei Yao, hanno incantato un pubblico di più di 350 persone. Questi giovani talenti fanno parte di un progetto d’eccellenza dedicato a promuovere le nuove generazioni impegnate nel tramandare la tradizione del teatro lirico in tutto il mondo. Il Fabbrica Young Artist Program offre ad artisti selezionati gli strumenti per crescere, affermarsi ed affrontare i primi passi della loro carriera.
In occasione della Festa della Repubblica, l’Ambasciata d’Italia a Sarajevo ha celebrato il 2 giugno insieme alla comunità di italiani in Bosnia ed Erzegovina, le autorità nazionali, il corpo diplomatico, rappresentanti della missione EUFOR Althea, come pure del mondo imprenditoriale e culturale locale.
I festeggiamenti hanno avuto luogo presso la Vijecnica, l’edificio storico già sede della Biblioteca nazionale, distrutto durante l’assedio di Sarajevo e simbolo della resistenza della città, che oggi ospita il Consiglio municipale della capitale bosniaco-erzegovese. Un edificio caratterizzato da un forte legame con l’Italia: in esso sono infatti esibite alcune opere d’arte del costituendo Museo d’arte contemporanea Ars Aevi, iniziativa idealmente avviata nel nostro Paese durante la guerra degli anni Novanta grazie alla donazione di opere da diversi artisti italiani e poi proseguita con il progetto di Museo realizzato dall’architetto Renzo Piano.
Ospiti d’onore della serata sono stati la pianista di fama internazionale Leonora Armellini, già vincitrice del Premio Nawrocka al Concorso Internazionale Chopin, e il suo gemello, il violoncellista Ludovico Armellini, che si esibisce regolarmente come solista e in prestigiose formazioni cameristiche. ed è stato insignito del Premio Abbiati per la musica da camera. Gli Armellini hanno accolto il pubblico con un concerto che ha alternato Scarlatti, Fano, Busoni, Faure e ovviamente Chopin.
Nel suo discorso, alla presenza del ministro per gli Affari Civili della Bosnia ed Erzegovina Bošnjak, l’ambasciatrice d’Italia Castellani ha ricordato i molteplici elementi della presenza dell’Italia in Bosnia ed Erzegovina, particolarmente evidente nel sostegno al suo processo di avvicinamento all’Unione Europea.
“L’Italia crede fermamente che la stabilità, la sicurezza e la prosperità del continente passino attraverso l’integrazione europea della regione dei Balcani occidentali e della Bosnia ed Erzegovina”, ha detto l’ambasciatrice, assicurando che l’Italia continuerà a offrire un “sostegno politico, tecnico ed economico” al Paese balcanico per accompagnarlo nel suo percorso euro-atlantico e in quello della riconciliazione. Un esempio concreto dell’impegno a favore della stabilità e della sicurezza della Bosnia ed Erzegovina, ha osservato Castellani, viene dal contingente italiano nella missione EUFOR Althea, recentemente incrementato a causa della presente crisi politico-costituzionale nel Paese. (focus\aise)