Farnesina e dintorni

ROMA – focus/ aise – Il Comitato Agevolazioni presieduto dalla Farnesina ha approvato la misura “Ucraina” a sostegno della competitività delle imprese italiane che saranno coinvolte nel processo di ricostruzione.
Lo strumento, che prevede un plafond di 300 milioni e che fa leva sul Fondo 295/73, prevede l’erogazione di un contributo export a fondo perduto fino al 5% a supporto di contratti di esportazione di imprese italiane verso l’Ucraina.
“Il sostegno alla ricostruzione dell’Ucraina costituisce una priorità dell’Italia e sarà al centro della Conferenza internazionale che ospiteremo a Roma i prossimi 10-11 luglio, con l’obiettivo di coinvolgere pienamente il settore privato italiano e gli enti locali”, ha dichiarato il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani.
Il Comitato ha inoltre approvato la concessione di prestiti agevolati, gestiti da Simest, per progetti di internazionalizzazione in aree strategiche per un valore di 64,9 milioni di euro a favore di 151 imprese, in linea con gli obiettivi del “Piano d’azione per l’export italiano nei mercati ad alto potenziale” elaborato dal MAECI. In particolare, prosegue il ricorso alle misure “America Latina” e “Africa” per finanziare progettualità di imprese con interessi in quelle regioni. Il Comitato ha approvato 10 operazioni di finanziamento del valore di 7 milioni di euro per investimenti di imprese italiane in Africa.
Sul versante dei prestiti partecipativi, sono stati deliberati finanziamenti a sostegno di progettualità italiane in Svizzera, Regno Unito e Cile nei settori dell’automotive, ingegneristico ed energetico, mobilitando complessivamente 68 milioni di euro di investimenti. Sul piano dell’attività a favore delle start-up, il Comitato ha deliberato il sostegno a nuove imprese attive nel riciclo chimico delle plastiche, nella ricerca per la produzione di idrogeno e nello sviluppo di soluzioni medicali che integrano sistemi di intelligenza artificiale, con investimenti complessivi per 3,3 milioni di euro.
Il Comitato Agevolazioni, che riunisce anche rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero delle imprese e del Made in Italy e della Conferenza delle Regioni e Province autonome, è responsabile per la gestione degli strumenti di finanza agevolata per l’internazionalizzazione delle imprese gestiti da SIMEST S.p.A. a valere sui Fondi 394/81 e 295/73 (prestiti a tassi agevolati, contributi a fondo perduto, partecipazione al capitale di rischio delle PMI con progetti di internazionalizzazione e supporto creditizio ai contratti di esportazione).
Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha autorizzato la finalizzazione di un contributo di 12 milioni di euro a favore della Banca Mondiale per sostenere l’iniziativa “Invest in Childcare” dedicata ai servizi di assistenza all’infanzia.
Il finanziamento segue l’impegno assunto dall’Italia durante la Presidenza G7 2024, così come richiamato nei comunicati del Vertice dei Leader di Borgo Egnazia e della riunione ministeriale Esteri di Capri, per sostenere l’accesso delle madri al mondo del lavoro.
Con questa iniziativa, il Governo ribadisce come investire nella crescita dei bambini significhi anche dare alle donne la libertà di lavorare, alle famiglie la certezza di un futuro sereno e alle comunità la forza per crescere in modo inclusivo. Si riconferma, così, il sostegno dell’Italia ai Paesi partner, con particolare attenzione all’Africa nello spirito del Piano Mattei, per garantire l’accesso ai servizi per l’infanzia”.
Nello specifico, il contributo italiano servirà a rafforzare il fondo “Early Learning Partnership”, tramite il quale la Banca Mondiale coordina progetti e partenariati di sostegno e assistenza all’infanzia dal 2012. Grazie a queste risorse, verranno potenziati asili nido e centri di accoglienza per bambini, con programmi di formazione per gli operatori, in particolare in Paesi prioritari della Cooperazione Italiana in Africa e Medio Oriente.
È stato firmato il 27 giugno, il nuovo Protocollo d’intesa tra Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Ministero dell’Interno, Ministero del Lavoro, Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), Diaconia Valdese, Pathways International e Talent Beyond Boundaries che permetterà a rifugiati selezionati all’estero, attraverso le nuove misure previste dalla L. 50/2023, di arrivare in Italia attraverso i corridoi lavorativi per i rifugiati.
I corridoi lavorativi rappresentano strumenti innovativi, sicuri e regolamentati per l’ingresso in Italia di rifugiati e apolidi, coniugando tutela dei diritti con risposta alle esigenze del mercato del lavoro.
L’iniziativa prevede la selezione e la formazione di rifugiati in Paesi terzi già qualificati in specifici settori professionali per il loro ingresso nel mercato del lavoro italiano, promuovendo così un modello virtuoso e replicabile di migrazione regolare, volto a sostenere l’integrazione socio-economica dei rifugiati e a favorire lo sviluppo dei Paesi di origine o primo asilo.
L’Italia è tra i primi Paesi al mondo ad offrire la possibilità ai rifugiati di arrivare con un visto per lavoro. Ad oggi sono quattro i progetti avviati di cui beneficeranno 70 rifugiati residenti in Colombia, Egitto, Uganda e Giordania che saranno inseriti nel settore aeroportuale, cantieristico navale, informatico e orafo una volta in Italia. Sono, inoltre, in fase di definizione ulteriori iniziative in Camerun, nel settore dei trasporti, oltre che in Perù e in Colombia, nel settore aeroportuale.
Questi progetti, considerati una buona pratica, sono pensati per essere ampliati ad altri settori economici e contesti geografici nei prossimi anni, con l’obiettivo di aumentare significativamente le opportunità offerte alle persone in fuga e alle aziende italiane.
Il nostro Paese conferma così il suo impegno a sviluppare un canale regolare d’ingresso per rifugiati nel settore lavorativo, sia prevedendo specifiche quote di ingresso all’interno dell’ordinaria programmazione annuale sia attraverso il cosiddetto percorso “extra quota”. Quest’ultimo canale consente alle aziende italiane di selezionare e assumere rifugiati al termine di un percorso di formazione all’estero, contribuendo a costruire un modello di integrazione e solidarietà che valorizza le competenze dei rifugiati e soddisfa le necessità di personale delle imprese italiane.
La Farnesina, tramite le Rappresentanze diplomatico-consolari nei Paesi interessati, assicurerà una trattazione agevolata delle domande di visto per i beneficiari dei corridoi lavorativi e favorirà il ricongiungimento familiare. Le nostre Ambasciate garantiranno, inoltre, il coordinamento con autorità locali, organismi internazionali e partner del Protocollo, facilitando la cooperazione tra pubblico, privato e società civile.
Secondo un rapporto dell’UNHCR, dal 2016 a oggi oltre 10.000 rifugiati sono stati trasferiti in Italia attraverso canali legali e regolamentati, grazie a un forte coinvolgimento del settore privato e della società civile. Sono inoltre già state identificate oltre 30.000 opportunità professionali in favore di rifugiati, con la partecipazione attiva di oltre 700 imprese italiane. (focus\aise)