Farnesina e dintorni

ROMA – focus/ aise – La sottosegretaria agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Maria Tripodi, ha incontrato l’11 settembre, alla Farnesina la vice ministra degli Affari Esteri del Vietnam, Le Thi Thu Hang.
Al centro dei colloqui, il rafforzamento delle relazioni economico-commerciali, a seguito del Business Forum dello scorso 4 settembre ad Hanoi – con la firma di dieci intese commerciali e la partecipazione di oltre 60 aziende italiane e quasi 300 vietnamite – e in vista delle prossime Consultazioni Politiche, previste a Roma nel 2026.
“Il valore del nostro interscambio ha superato i 6 miliardi di euro nel 2024 e sono oltre 150 le aziende italiane che operano con successo in Vietnam”, ha esordito la sottosegretaria, sottolineando come sia in atto un lavoro sinergico con gli operatori nazionali per contribuire alla crescita sostenibile del Paese attraverso investimenti di alto valore e partenariati industriali in settori chiave come le energie rinnovabili e le infrastrutture.
Proseguendo l’incontro nel solco della strategia di Diplomazia della crescita, lanciata dal ministro Tajani, la sottosegretaria Tripodi ha sottolineato come i negoziati già conclusi e in corso nel settore agroalimentare siano volti ad accrescere l’accesso dei nostri prodotti nel mercato vietnamita.
Tra i temi affrontati nel corso del colloquio, il prossimo raggiungimento di un’intesa tecnica in materia di cooperazione nelle industrie della difesa. “Il Vietnam è un partner importante per la nostra industria della difesa e della sicurezza e aziende italiane di primo piano sono pronte a fornire soluzioni all’avanguardia nell’ambito della crescente collaborazione bilaterale”, ha aggiunto Tripodi.
La sottosegretaria ha infine discusso di cooperazione culturale con la vice ministra Hang, imprimendo una spinta significativa ai negoziati volti alla prossima apertura di Centri culturali nei rispettivi Paesi.
Nelle ultime settimane la Farnesina sta lavorando per creare dei “corridoi universitari” che permettano agli studenti palestinesi assegnatari di borse di studio delle università italiane di lasciare il loro Paese per arrivare in Italia. Lo ha ribadito in Senato durante l’informativa sui recenti sviluppi delle crisi in Ucraina e Medio Oriente, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani.
Su richiesta dello stesso ministro Tajani, le procedure per l’ottenimento dei visti sono state chiarite e accelerate per quanto riguarda il versante italiano. Vanno invece create le condizioni per il rilascio dei permessi di transito da Paesi della regione come Israele e Giordania, che hanno chiare indicazioni politiche sul tema. Al momento sono 152 gli studenti che hanno ricevuto borse di studio dal sistema delle Università italiane.
Dall’inizio del conflitto a Gaza, l’Italia ha avviato varie forme di sostegno a favore della popolazione civile palestinese. Assistenza umanitaria con aiuti alimentari e sanitari; trasferimento nel nostro Paese di pazienti in condizioni sanitarie critiche, soprattutto minori. Il rilascio delle borse di studio si incrocia però con l’idea di alcune autorità nazionali di non favorire lo spopolamento della Palestina, e in particolare di Gaza, delle migliori figure giovanili della popolazione palestinese.
Da settimane la Farnesina e le Ambasciate nella regione sono al lavoro per ottenere i permessi necessari. La questione è seguita in maniera operativa dall’ambasciata a Tel Aviv, dal Consolato Generale a Gerusalemme e dall’Ambasciata in Giordania.
L’autorizzazione dei governi israeliano e giordano è requisito fondamentale per l’uscita dalla Striscia e il successivo transito in Giordania per venire a studiare in Italia, come è avvenuto per i viaggi realizzati fino ad oggi.
Al momento i Paesi di transito non prevedono altre tipologie di uscita, oltre a quelle sanitarie e per ricongiungimento familiare. Sono stati rilasciati all’Italia e ad altri Paesi pochi permessi saltuari per studenti; all’Italia sono stati rilasciati prioritariamente permessi sanitari. Si tratta di una questione sulla quale l’Ambasciata ad Amman sta portando avanti serrati colloqui diplomatici, in modo da individuare al più presto una soluzione per il transito degli studenti.
L’Italia è stata il Paese che ha ottenuto il maggior numero di permessi per trasferimenti di minori malati e per i loro parenti, mentre altri Paesi europei in questa fase hanno ottenuto permessi per il transito degli studenti universitari. La richiesta italiana è quella di creare un quadro definito per dei “corridoi universitari” che rendano possibili le partenze.
Un “messaggio di solidarietà” al primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Mohammad Bin Abdel Rahman Al Thani, e a tutto il popolo qatarino. È quello inviato dal ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, a seguito degli attacchi di Israele che, ha sottolineato Tajani, “hanno leso la sovranità di un Paese amico che da mesi sta lavorando per fermare la guerra a Gaza e per aiutare la stessa Israele a recuperare gli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi di Hamas”.
“Il cessate-il-fuoco, il negoziato, una tregua definitiva sono un percorso obbligato per evitare una nuova crisi ancor più devastante e pericolosa per tutto il Medio Oriente”, ha ricordato il ministro Tajani, continuando a incoraggiare il Qatar “su questa strada”.
“Siamo convinti”, ha concluso Tajani, “che la diplomazia e il dialogo restino la via maestra per una soluzione giusta e duratura al conflitto, che consenta finalmente al popolo israeliano e al popolo palestinese di raggiungere la pace, in condizioni di sicurezza per tutti”. (focus\aise)