I passi della cooperazione

ROMA – focus/aise - Il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, ha incontrato Anthony Baccari, nuovo attaché regionale in Italia delle Dogane e Polizia di frontiera degli Stati Uniti (Customs and Border Protection) e Robert Iannazzi, Ufficiale CBP presso l’Ambasciata USA a Roma.
Cooperazione internazionale e contrasto al traffico illecito di merci e prodotti provenienti da Paesi sanzionati – riporta l’Adm – sono state le tematiche al centro dell’incontro svolto nella sede di Piazza Mastai dell’Agenzia, durante il quale il direttore Alesse ha sottolineato l’importanza delle relazioni commerciali tra Italia e Stati Uniti e il ruolo prezioso svolto dalle dogane negli scambi tra i due Paesi.
Durante l’incontro è stato affrontato anche il tema della digitalizzazione e dell’utilizzo delle tecnologie di ultima generazione. “Abbiamo avviato un intenso processo di informatizzazione di molti processi amministrativi e in ambito antifrode stiamo investendo sull’impiego di algoritmi, banche dati e analisi del rischio per ottimizzare le attività di controllo”, ha spiegato Alesse. “Mi auguro, perciò, una sempre più stretta collaborazione con la Customs and Border Protection per la condivisione di best practices e lo scambio di esperienze relative all’impiego di moderne tecnologie per il contrasto alle frodi e per l’ottimizzazione dei processi doganali”.
Il meeting si è concluso con un tavolo tecnico tra i rappresentanti dell’Ambasciata Usa e i direttori Adm Sergio Gallo della direzione Antifrode, Andrea Mazzella delle Relazioni internazionali e Claudio Oliviero per le Dogane, durante il quale è stata evidenziata, tra l’altro, l’esigenza di collaborare per combattere il traffico illecito di sostanze stupefacenti e in particolare quello di droghe sintetiche, fenomeno crescente a livello internazionale.
Nel quadro di una crescita in tema di governance dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Giuseppe Cerasoli, vicedirettore amministrativo e responsabile per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza dell’Agenzia, ha condotto una missione presso la Sede AICS di Hanoi, in Vietnam, conclusa lo scorso 6 settembre.
L’Agenzia, quale organo governativo dedicato all’implementazione delle iniziative di cooperazione allo sviluppo, riveste una chiave strategica nel panorama internazionale della comunità dei donatori, il cui impegno risiede, anche, nell’adeguare i propri sistemi procedurali agli standard internazionali in uso e adempiere agli obblighi derivanti dal proprio status di Pillar Assessed Entity autorizzata a gestire fondi dell’Unione Europea.
Tra i segnali di progresso dell’Agenzia nel senso di un miglioramento della governance e quindi di efficacia dell’Agenzia in ambito internazionale, si segnala il recentissimo posizionamento nella categoria Good del Transparency Index 2024(ATI) unico indice indipendente di misurazione della trasparenza negli aiuti delle agenzie mondiali di aiuto allo sviluppo, realizzato dall’International Aid Transparency Initiative (IATI), di cui AICS è parte dal 2017. L’Indicatore ATI analizza dati a livello di organizzazione e di progetti implementati.
La visita del vicedirettore amministrativo, della durata di una settimana, ha conciso con l’arrivo e presa servizio di Margherita Lulli, nuova titolare della Sede AICS Hanoi dal 1° settembre con incarico biennale.
“La presenza dell’Ufficio centrale di AICS, nella persona del dott. Cerasoli in Vietnam al mio arrivo, segue la reggenza della Sede della dott.ssa Annamaria Iotti, già responsabile dell’Ufficio delle Risorse Umane, conferma l’impegno e la strategia in atto di AICS di avvicinare sempre più il centro alla periferia e viceversa, nel quadro di un sempre più efficace lavoro per il raggiungimento degli obiettivi in sinergia”, ha commentato la dott.ssa Lulli.
AICS Hanoi è impegnata nella gestione delle risorse idriche, Water Sanitation and Hygiene (WaSH), lotta al cambiamento climatico, sanità e sviluppo rurale sostenibile in Vietnam con particolare attenzione all’economia circolare. La Sede opera anche nelle Filippine, Piccoli Stati Insulari del Pacifico e a livello regionale con l’Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico (ASEAN). Interviene, inoltre, con attività umanitarie e di peace-building in Myanmar e Bangladesh.
Ha aperto le porte l’11 settembre, a Juba il primo reparto oculistico pediatrico del Sud Sudan, con l’obiettivo di raggiungere e curare i bambini del Paese, con attenzione particolare alle famiglie più vulnerabili e con disabilità.
La costruzione e l’avvio del reparto si inseriscono in un più ampio progetto di cooperazione, denominato “The Bright Sight”, vista luminosa, che ha come capofila CBM Italia, organizzazione internazionale impegnata nella salute, l’educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità nel mondo e in Italia. L’obiettivo di “The Bright Sight” è migliorare l’accesso ai servizi di prevenzione e quelli specialistici di salute visiva, pediatria oculistica e riabilitazione per le persone con disabilità in Sud Sudan, nei tre Stati di Equatoria Centrale, Orientale e Lakes.
In particolare il progetto prevede anche di rafforzare le pratiche di prevenzione delle Malattie tropicali neglette, ovvero malattie infettive che colpiscono chi vive in condizioni di povertà, come il tracoma e l’oncocercosi, molto diffuse nel Paese.
Nei 3 anni di progetto, che terminerà nel 2025, l’obiettivo è raggiungere e curare oltre 90mila persone e formare oltre 300 professionisti dello staff medico, sanitario e scolastico.
Il progetto è realizzato con il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, in collaborazione con le organizzazioni Medici con l’Africa CUAMM e CORDAID e beneficia della partecipazione del Ministero della Salute sud sudanese.
L’inaugurazione del reparto oculistico pediatrico è avvenuta alla presenza di varie autorità e rappresentanti del governo, tra cui la ministra della Salute del Sud Sudan, Yolanda Awel Deng, il direttore di CBM Italia, Massimo Maggio, il direttore del Buluk Eye Center, Joseph Monday, e l’oculista pediatrico Emanuel Agwella.
Dopo un anno e mezzo di lavori, nel rispetto degli standard internazionali dell’OMS e della IAPB (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità), il reparto oculistico pediatrico è pronto per accogliere i piccoli pazienti. Il reparto nasce all’interno del Buluk Eye Centre (BEC), il primo centro oculistico del Paese, avviato nel 2015 a Juba da CBM - la prima organizzazione a portare cure oculistiche in Sud Sudan - e diventato un centro di eccellenza e di riferimento per la salute visiva a livello nazionale per visite e cure specialistiche rivolte a pazienti adulti: è l’unico nel Paese a disporre di una sala chirurgica oftalmica con personale medico specialistico.
“Nel 2015 abbiamo avviato la sala operatoria e la clinica oculistica, fondamentali ma non sufficienti per le patologie pediatriche”, ha commentato Massimo Maggio, direttore di CBM Italia. “Oggi siamo qui per vedere il BEC diventare anche il primo centro oculistico pediatrico presente nel Paese, capace di offrire cure specialistiche pediatriche per la cataratta, il glaucoma e operazioni specialistiche su bambini che necessitano di anestesia. La salute della vista è un diritto di tutti, e in particolare dei bambini, che sono il futuro: a loro è dedicato questo nuovo centro”.
Il reparto oculistico pediatrico consentirà a 1.500 bambini ogni anno di accedere a servizi oculistici di qualità. Il reparto e l’intero progetto The Bright Sight sono implementati da CBM secondo un approccio che prevede l’offerta di servizi di salute della vista integrati nel sistema sanitario nazionale, inclusivi, cioè accessibili a tutti, in particolare ai più fragili, e comprensivi, ovvero con una presa in carico completa dei pazienti, dalla prevenzione alle cure fino alla riabilitazione.
La formazione del personale medico-sanitario è un altro pilastro importante del progetto “The Bright Sight”.
“Prima la borsa di studio di CBM per la specializzazione in Oftalmologia e poi questa formazione specialistica in Oftalmologia pediatrica: la professione medica qui in Sud Sudan è una vera missione, la vista è un dono speciale e noi oftalmologi abbiamo un compito unico e grande, e finalmente ora vedo che il nostro Paese sta andando verso un futuro migliore per quanto riguarda la cura della vista”, ha affermato Emmanuel Agwella, il primo oculista pediatrico formato in Sud Sudan con il sostegno di CBM Italia. “Salvare la vista dei bambini significa restituire loro il futuro. Significa cioè garantire loro l’indipendenza, sollevando le famiglie da problemi economici, sociali e psicologici. Le cause della cecità che colpiscono la popolazione sudanese sono prevenibili, per questo ho accettato la sfida di contribuire a questo importante impegno nella prevenzione, nel ripristino della vista e nell’incoraggiare altri medici come me a intraprendere questa specializzazione”.
Oltre all’oculista pediatrico, è stata avviata la formazione per un’anestesista pediatrica e per sette persone dello staff tecnico del BEC presso altri ospedali partner di CBM (come il Mengo Eye Hospital in Uganda), in particolare su patologie complesse come la retinopatia diabetica, il glaucoma, il retinoblastoma (tumore della retina) con sessione teoriche e pratiche all’interno delle sale operatorie.
In parallelo, un altro pilastro importante del progetto è il decentramento dei servizi oculistici, che verranno integrati anche negli ospedali di Rumbek, nello Stato di Lakes, e Torit, nello Stato di Equatoria Orientale. Fondamentale è anche l’attività delle cliniche mobili, chirurgiche e non, nelle aree remote del Paese per portare servizi oculistici e sensibilizzare le comunità, per arrivare a quella parte di popolazione che in grado di raggiungere il BEC. Nei 3 anni di progetto attraverso le cliniche mobili vengono raggiunte oltre 20.000 persone nei tre Stati di Equatoria Centrale, Orientale e Lakes.
Isabella Lucaferri, direttrice della sede AICS di Addis Abeba, responsabile per il Sud Sudan, ha sottolineato come “il sostegno della Cooperazione Italiana a progetti come “The Bright Sight” testimonia il mandato dell’Agenzia confermando il suo impegno nel promuovere l'accesso ai servizi sanitari essenziali nei paesi in cui opera. L'inaugurazione del primo reparto oculistico pediatrico in Sud Sudan rappresenta un passo fondamentale per garantire il diritto alla salute visiva dei più piccoli, in particolare dei bambini più vulnerabili. Siamo felici di contribuire a migliorare concretamente le condizioni di vita delle comunità locali, offrendo loro una speranza per un futuro migliore”.
Contesto e dati
Il Sud Sudan è uno Stato nel centro-est dell’Africa tra i più poveri al mondo, stremato da anni di guerra civile, in cui 4 persone su 5 vivono sotto la soglia della povertà; solo il 35% della popolazione ha accesso all’acqua potabile; 2,4 milioni di bambini sono esclusi dall’educazione di base (fonte: Humanitarian Needs Overview 2021; UNOCHA and Humanitarian Country Team; January 2021). Secondo le stime delle Nazioni Unite inoltre ogni giorno arrivano in Sud Sudan circa 1.500 persone sfollate dal vicino Sudan a causa del conflitto in corso, rendendo critica la convivenza tra sfollati e comunità ospitanti.
La prevalenza delle malattie visive in Sud Sudan è alta, eppure l’80% dei casi di disabilità visiva è prevenibile. Se non diagnosticate e trattate, le patologie più gravi possono portare alla cecità, alimentando quel circolo vizioso che lega povertà e disabilità.
Le principali cause di cecità sono dovute a malattie non diagnosticate e non trattate come la cataratta e le malattie tropicali neglette come il tracoma e l’oncocercosi. In riferimento alla copertura dei servizi sanitari di contrasto a queste malattie tropicali, l’OMS classifica il Sud Sudan al 41° posto, su 49 Paesi africani.
Altre malattie visive, come cataratta e glaucoma, sono le principali cause di disabilità tra la popolazione (23,5%). L’80% dei casi è prevenibile ma se non curate le patologie più gravi portano a cecità e disabilità. Si stima che le famiglie di persone con disabilità siano il 15% delle famiglie sud sudanesi (1.2 milioni tra quelle bisognose di supporto). (focus\aise)