I passi della cooperazione

ROMA – focus/ aise – L’Università degli Studi di Palermo ha partecipato agli Italian Days on Higher Education (IDOHE) 2025 di Hanoi e Ho Chi Minh City, in Vietnam, con una delegazione guidata da Fabio Mazzola, Prorettore alla Didattica e alla Internazionalizzazione, e composta da Vincenzo Fumetta e Gioacchina Randazzo del Servizio Speciale Relazioni Internazionali.
L'iniziativa è stata organizzata da Uni-Italia, sotto l’egida del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero dell’Università e della Ricerca e dell’Ambasciata d’Italia ad Hanoi, per promuovere l'istruzione superiore italiana in Vietnam e rafforzare la cooperazione accademica tra i due Paesi.
Durante la missione la delegazione siciliana ha partecipato a diversi incontri istituzionali, primo tra tutti quello al Ministero dell’Istruzione e della Formazione (MOET) vietnamita, nel corso del quale si è discussa la possibilità di finanziamento di borse di dottorato finanziate dal Ministero per studenti vietnamiti interessati a studiare in Italia.
La delegazione ha incontrato anche l’Ambasciatore italiano ad Hanoi, Marco della Seta, e il Responsabile della sezione scientifica dell’Ambasciata, Marco Abbiati, ai quali è stata presentata l’intera progettualità dell’ateneo in Vietnam con particolare riferimento al Progetto TNE-PNRR “TNE-NEW SEASON: New South-East Asia Strategic and Operative Network” e alle iniziative ad esso collegate.
Durante un incontro con i rappresentanti dell’Università di Hanoi (HANU) e di altre Università vietnamite per il rafforzamento dei rapporti di cooperazione da tempo avviati con l’Ateneo, infine, sono state poste le basi per una comune strategia al fine di creare nuove opportunità per la mobilità bilaterale di studenti, docenti e personale amministrativo e di favorire la immatricolazione di studenti vietnamiti ai corsi dell’Università di Palermo.
“In occasione degli Italian Days on Higher Education in Vietnam – commenta il Prorettore Fabio Mazzola – è stata presentata l’intera offerta formativa, internazionale e in lingua italiana, dell’Università di Palermo con notevole partecipazione di studentesse e studenti vietnamiti interessati ai diversi livelli di studio. Al termine dell’evento IDOHE la Console Generale a Ho Chi Minh City, Alessandra Tognonato, ha sottolineato l’impegno del Consolato e dell’Ambasciata per favorire la mobilità studentesca vietnamita”.
Un vero e proprio laboratorio dove imprese, startup e istituzioni provenienti dal Mediterraneo e dall’Africa si incontrano per costruire insieme il futuro del cibo, della transizione verde e digitale. Questo è quanto previsto dalla Mediterranean Innovation Agrifood Week, organizzata dal CIHEAM Bari dal 25 al 28 novembre.
La quinta edizione della MIA Week riunisce 60 startup, 25 incubatori, 14 organizzazioni internazionali e più di 50 esperti provenienti da oltre 12 Paesi.
Il motto è chiaro: Meet, Share, Empower — Incontrarsi, Condividere, Potenziare.
Come sottolinea Biagio Di Terlizzi, direttore del CIHEAM Bari, l’approccio è “bottom-up”: "non si tratta di esportare modelli precostituiti, ma di valorizzare le intelligenze imprenditoriali locali. Le startup africane e mediterranee sono “protagoniste attive” di un dialogo con istituzioni e imprese italiane".
Le esperienze che approderanno a Bari raccontano un Mediterraneo e un’Africa di innovazione, creatività e resilienza. Dal Kenya arriva InspCorp, che ha ideato una tecnologia agri-fotovoltaica capace di coltivare sotto i pannelli solari, ottimizzando luce e acqua. Una soluzione che affronta insieme tre sfide globali: cibo, energia e clima. Sempre dal Kenya, Sea Ventures trasforma gli scarti della pesca in fertilizzanti e mangimi sostenibili, pulendo l’ambiente e creando valore per le comunità costiere. In Egitto, Agricash rende accessibile il credito agricolo con formule “Compra ora, paga dopo” a tasso zero, mentre AlProtein produce proteine alternative da microalghe e lenticchie d’acqua, riducendo costi e impatti ambientali. Dal Libano arriva Sheghel Emeh, che modernizza l’antica arte della Mouneh trasformando le eccedenze agricole in pasti pronti e dalla Tunisia, Maiti Cosmetics, che celebra la biodiversità locale con cosmetici naturali e filiere etiche. Dall’Italia, ci sarà anche Aflazero Ltd, vincitrice degli Startup Awards Foodtech e Agritech, che promuove le tecnologie basate sull’ozono per decontaminare il mais colpito dalle aflatossine.
Queste startup non sono eccezioni, ma segnali di un ecosistema in fermento che sta ridefinendo i modelli di sviluppo sostenibile. Dalle tecnologie per la sicurezza alimentare e la gestione dell’acqua, alle micro-reti energetiche e all’economia circolare, la MIA Week mette in mostra soluzioni locali per sfide globali.
"Non si tratta di un traguardo, ma di un punto di partenza -sottolinea Damiano Petruzzella, Innovation Hub Manager del CIHEAM Bari - è un acceleratore pensato per costruire un ecosistema dell’innovazione nel Mediterraneo e in Africa, capace di valorizzare il numero sempre crescente di giovani istruiti, la creatività e la capacità innovativa, con l’ambizione di instaurare partnership con il Sistema Italia".
Oltre alle numerose postazioni dedicate alle startup e agli spazi di networking creativo, durante la quattro giorni di lavori si alterneranno conferenze internazionali, pitch competition, masterclass e workshop. Tra i temi di rilievo figurano la cooperazione aperta per l’innovazione tra Italia e Africa e la trasformazione del settore alimentare, sempre più digitale e sostenibile.
Monitoraggio di ponti e viadotti, utilizzo delle nuove tecnologie e resilienza delle infrastrutture. Sono stati questi gli argomenti principali discussi al Governing Board del CEDR (Conference of European Directors of Roads) in corso a Riga, in Lettonia, fino ad oggi, 7 novembre, al quale ha preso parte anche l’Amministratore Delegato di Anas, Claudio Andrea Gemme, che ha illustrato la missione dell’azienda del Gruppo Fs nella gestione degli oltre 32mila km di rete stradale e autostradale.
Il Governing Board del CEDR, che riunisce 29 amministrazioni stradali pubbliche, fornisce le linee guida strategiche e tutti i potenziali input necessari per l’organizzazione della gestione delle reti stradali. Le attività sono programmate in un Piano triennale che definisce azioni e risorse necessarie. L’attuazione del Piano, in vigore dal 2025 al 2027, è al centro delle attività di nove “Working Groups” basati su studi e progetti in partenariato, eventi di networking e tecnici come seminari, workshops, pubblicazioni tecnico-scientifiche e di benchmarking.
Nel corso dell’incontro l’Amministratore Delegato di Anas, Claudio Andrea Gemme, ha parlato di gestione della rete e sicurezza stradale, di progettazione e costruzione di infrastrutture, di manutenzione programmata e dello sviluppo di nuove tecnologie finalizzate all’efficienza, la sostenibilità e la sicurezza delle infrastrutture. Nell'incontro lettone è stata enfatizzata la necessità di mettere in sicurezza i ponti e viadotti nonché l’esigenza di prevedere un “Piano Marshall” per garantire il finanziamento degli interventi di manutenzione e per assicurare la resilienza delle opere strategiche.
“Nel nostro Contratto di Programma 2021-2025 abbiamo in gestione investimenti globali per 44 miliardi di euro - ha dichiarato l’AD di Anas Claudio Andrea Gemme - la maggior parte è destinata a nuovi lavori per il costante sviluppo della rete stradale, oltre il 10% alla manutenzione programmata, il resto a progetti in corso, investimenti tecnologici e progettazione. Con la nostra presenza confermiamo la volontà di partecipare a questi tavoli e farci promotori di una serie di proposte – ha aggiunto Gemme - il nostro auspicio è di lavorare sempre più in sinergia su strategie e progetti comuni nel settore stradale”.
Anas ha preso parte anche al workshop dedicato ai ponti dove ha illustrato le proprie metodologie e ha sottolineato l’opportunità di considerare finanziamenti a livello europeo dedicati alla manutenzione, la resilienza e il monitoraggio dei ponti europei e italiani.
L’impegno dell’azienda si declina attraverso le ispezioni dei ponti e dei viadotti, circa 18.720 presenti sull’intera rete, e l’implementazione di uno dei programmi più ambiziosi, lo SHM-Structural Health Monitoring. Avviato nel 2022 e finanziato con 275 milioni di euro dal Fondo Complementare del PNRR, mira a un sistema integrato di monitoraggio diagnostico dello stato di salute degli asset infrastrutturali. È un sistema di tecnologie e sensori per governare gli eventi in tempo reale, monitorare i processi, analizzare e intervenire sui malfunzionamenti. L’obiettivo finale è ottenere informazioni continue sullo stato di salute delle strutture, riconoscere e prevedere i danni oltre a supportare la pianificazione di interventi di manutenzione. I target operativi definiti prevedono, dopo 250 opere connesse nell’ultimo biennio, 500 nel 2025 e 1.000 nel 2026. (focus\aise)