I passi della ricerca

ROMA – focus\aise - Thales Alenia Space ha siglato un contratto con il Mohammed Bin Rashid Space Centre (MBRSC) per la progettazione e lo sviluppo dell’Airlock emiratino destinato al Lunar Gateway, la stazione spaziale cislunare del programma Artemis della NASA per il ritorno dell'uomo sulla Luna. Il modulo consentirà attività extraveicolari, fungerà da punto di attracco per le navicelle e faciliterà il trasferimento di esperimenti scientifici. La firma dell’accordo, avvenuta ad Abu Dhabi, ha visto la partecipazione del presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, a conferma del forte legame tra Italia ed Emirati nel settore spaziale.
“Oggi è una giornata significativa per l'industria spaziale italiana e per il nostro Paese - ha dichiarato Valente - ad Abu Dhabi è stato firmato il contratto che assegna a Thales Alenia Space Italia la realizzazione del modulo Airlock, destinato a completare il Lunar Gateway, la prima stazione spaziale in orbita lunare, un passo fondamentale per il programma di esplorazione lunare Artemis della NASA. Ho partecipato alla firma di questo importante contratto rappresentando con orgoglio l’Agenzia Spaziale Italiana. Un accordo che testimonia la fiducia nella qualità e nella competenza industriale e accademica dell’intero Sistema Paese che continua a essere un punto di riferimento globale nell’ambito spaziale. È un passo questo che si inserisce anche in un contesto di forte collaborazione internazionale, come dimostrato dalla partecipazione degli Emirati Arabi Uniti agli Artemis Accords. La firma affonda le sue radici nel lungimirante Memorandum of Understanding del 1997 tra ASI e NASA, che ha consolidato la strada di un lungo percorso di collaborazione bilaterale tra le nostre agenzie per l’abitabilità nello spazio. L'Italia, con il suo patrimonio di competenze, si conferma, quindi, in prima linea nella realizzazione delle grandi sfide spaziali del futuro. Siamo pronti a contribuire con determinazione alla nuova era dell’esplorazione lunare”.
Grazie a questa collaborazione, gli Emirati Arabi Uniti rafforzano il loro ruolo nell'esplorazione spaziale, contribuendo allo sviluppo della propria comunità scientifica e formando nuove generazioni di ingegneri e scienziati.
Thales Alenia Space consegnerà l’Airlock al Kennedy Space Center entro maggio 2030. Le prossime tappe del progetto prevedono, nel 2025, la revisione del concetto della missione e dei requisiti di sistema, per arrivare successivamente alla Preliminary Design Review.
La presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Maria Chiara Carrozza, ha firmato un Memorandum d’Intesa con la Segreteria Nazionale della scienza, tecnologia e innovazione (Senacyt) di Panama.
L'accordo consentirà scambi accademici e progetti congiunti in tutti i settori scientifici di reciproco interesse, con attenzione particolare a sostenibilità, biodiversità e sviluppo tecnologico. In futuro le modalità di collaborazione saranno definite nel dettaglio tramite la firma di accordi specifici.
Panama sta emergendo sempre più come hub per la regione latinoamericana in ambito scientifico e dell'alta tecnologia e già esiste una collaborazione avviata con l'Italia soprattutto nel campo della biotecnologia e delle tecnologie spaziali.
Alla firma del memorandum ha partecipato, oltre alla presidente Carrozza, il segretario nazionale del Senacyt, Eduardo Ortega Barría. Presente alla cerimonia anche l'ambasciatore d'Italia a Panama, Fabrizio Nicoletti.
Sostenuto dall'Unione Europea tramite il programma Horizon Europe, il 31 gennaio scorso ha preso ufficialmente il via Magicbiomat, il progetto che si propone di sviluppare materiali innovativi, biodegradabili ed ecologici per combattere l'inquinamento da plastica.
Il progetto è coordinato dalla Technological University of the Shannon Midlands Midwest (Irlanda), con la partecipazione di sette partner europei: Università di Padova (Italia), Organik Kimya Sanayi ve Ticaret AS (Turchia), DIGIOTOUCH OU (Estonia), Centre Technique Industriel de la Plasturgie et des Composites (Francia), Isotech Ltd (Cipro) e The University of Sheffield (Regno Unito).
La ricerca si concentra sulla creazione di materiali a base biologica con una biodegradabilità programmata, garantendo che possano decomporsi efficacemente in diverse condizioni ambientali (come suolo, acqua dolce ed ecosistemi marini). Questo è cruciale poiché le plastiche attuali spesso non riescono a decomporsi completamente in condizioni reali, rilasciando microplastiche nell'ambiente.
"Il nostro obiettivo è creare materiali bio-based con biodegradabilità programmata, offrendo alternative sostenibili alle plastiche convenzionali. Questo progetto ha il potenziale per ridurre l'inquinamento, promuovere la circolarità e contribuire agli sforzi globali per un futuro più verde e sostenibile" ha spiegato Yuanyuan Chen, coordinatrice del progetto presso la Technological University of the Shannon.
Magicbiomat si focalizzerà su due applicazioni chiave: film per pacciamatura e imballaggi in carta rivestiti con film plastici, entrambi noti per essere fonti di inquinamento del suolo. Il progetto prevede anche lo sviluppo di strumenti avanzati, come software basati sull'intelligenza artificiale, per supportare questa innovazione.
Alessandra Lorenzetti del Dipartimento di Ingegneria industriale (DII) e Lorenzo Favaro del Dipartimento di Agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente (DAFNAE) dell'Università di Padova, confermano come "grazie all'approccio multidisciplinare, che combina l'ingegneria dei polimeri alle biotecnologie microbiche si potranno sviluppare materiali intelligenti in grado di biodegradarsi in diverse condizioni ambientali, evitando l'accumulo di microplastiche nell'ambiente".
Stefania Rocca, Project officer dell'Unione europea, ha sottolineato l'importanza del progetto Magicbiomat che rappresenta un passo importante per affrontare l'inquinamento da plastica attraverso l'innovazione sostenibile. "Grazie allo sviluppo di materiali bio-based con biodegradabilità programmata, il progetto sostiene gli obiettivi del Green Deal europeo, promuove l'economia circolare e contribuisce a ridurre l'impatto ambientale, avanzando sia nella ricerca scientifica che nel progresso industriale" ha affermato.
Oltre alla biodegradabilità, il progetto si impegna a migliorare la circolarità delle plastiche, prolungandone il ciclo di vita ed esplorando il riciclo meccanico e il riutilizzo.
Con la consapevolezza che la sola tecnologia non è sufficiente per risolvere il problema dei rifiuti, il progetto Magicbiomat si occuperà anche degli aspetti comportamentali, creando etichette interattive e strategie specifiche per incoraggiare consumatrici e consumatori a smaltire i rifiuti in modo responsabile.
Affrontando, quindi, sia l'inquinamento ambientale che la gestione inadeguata dei rifiuti, Magicbiomat punta a creare un impatto duraturo nel percorso verso una bioeconomia circolare e sostenibile. (focus/aise)