IIC: cosa bolle in pentola (2)

ROMA – focus/aise - Sarà allestita sino al 7 novembre nelle sale della galleria Yi Space ad Hangzhou la mostra “Resonance of Space”, organizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai e Artopia.
L’esposizione espone le opere dell’artista italiano Peter Demetz e dell’artista tedesco Eberhard Ross, che, attraverso approcci creativi unici, indagano il tema della risonanza e del silenzio dello spazio, in relazione all’eternità e all’immutabilità.
Le installazioni di Peter Demetz, realizzate in legno di tiglio naturale, si immergono nel quotidiano e parlano di gesti semplici, offrendo una sorta di gioco di specchi che proietta il visitatore nel mondo del quadro. Queste piccole opere, prive di decorazioni e ornamenti, sono ricche di poesia e drammaticità. La durezza del legno accentua la singolarità della vita con uno sguardo quasi fotografico. Le immagini riprodotte sono così autentiche da far sembrare che i gesti siano stati catturati di nascosto. L’atmosfera teatrale delle sue opere crea uno spazio in cui gli individui sembrano ignari di essere osservati, e tutto è orientato verso lo spettatore, offrendo un forte senso di introspezione. La figura della ragazza che si guarda allo specchio, ad esempio, simboleggia i complessi giochi di prospettiva dove i soggetti si osservano e vengono osservati a loro volta.
Per Eberhard Ross, la pittura è un processo meditativo. Attratto dai modelli naturali come le spirali di conchiglie, le foglie, le ali di farfalla e le cellule vegetali, Ross esplora come le linee e le curve naturali influenzino toni e sfumature di colore. Descrive i colori come suoni, sostenendo: “Guardo i colori e loro mi risuonano. È una relazione di risonanza tra me e i colori”. I suoi dipinti astratti, caratterizzati da gradienti di colore sottili e linee delicate e complesse, creano un effetto sorprendente. Generano una luminosità intensa che spinge gli osservatori a cercare una fonte di luce artificiale, e possiedono un tono evocativo e toccante che spesso suscita una risonanza unica e un calore interiore.
Peter Demetz nasce a Bolzano nel 1969. Dal 1983 al 1984 frequenta l’Istituto d’Arte di Ortisei e, dopo un apprendistato di 5 anni presso la bottega del Maestro Heinrich Demetz, consegue il Diploma di Maestro Scultore. L’artista, apprezzato dalla critica, inizia a esporre le sue opere in Italia e all’estero. Dal 1995 al 2002 insegna disegno, storia dell’arte e scultura presso la Scuola Professionale di Ortisei e la Scuola Professionale per Scultori di Selva.
Eberhard Ross nasce a Krefeld nel 1959, vive e lavora tra Mülheim e Francoforte. Durante i suoi studi, Ross si interessa alla pittura figurativa e al disegno, ispirato dal movimento artistico neoespressivo Neue Wilde. Allo stesso tempo, segue lezioni di meditazione Zen con un roshi giapponese per molti anni, senza rendersi conto che ciò avrebbe contribuito in modo significativo al suo sviluppo artistico. Dal 2002 al 2006 è stato docente responsabile del corso sull’Arte della scultura in legno presso l’Università di Zwickau in Germania, presso la Facoltà di arti applicate di Schneeberg, al Daetz—Centrum di Lichtenstein.
Si inaugura oggi nelle sale dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi la mostra “Pasolini a Matera”, che sino al 2 novembre presenterà trentacinque scatti di Domenico Notarangelo dal set del film “Il Vangelo secondo Matteo” che Pasolini girò nel 1964 proprio a Matera.
La testimonianza di Notarangelo, ricca di dettagli che illuminano dall’interno il film, colto nel momento stesso della sua realizzazione, è resa unica nel suo genere per l’apporto delle foto che, ricorrendo a espedienti ingegnosi, è riuscito a scattare sul set. Pasolini ingaggia con Notarangelo un rapporto di collaborazione chiedendogli di aiutarlo a trovare, tra la gente di Matera, una cinquantina di persone con facce adatte a interpretare gli Scribi e i Farisei del Vangelo. “Come devono essere queste facce?”, chiede Notarangelo al regista. Non è il caso di anticipare qui l’episodio che lui stesso espone con precisione “fotografica” nel corso della sua testimonianza.
In mostra si potranno ammirare anche le opere di Silvio Cadelo, Valentina Mir e Giuseppe Palumbo. (focus\aise)